La bellezza di 11 anni per arrivare alla ‘storica’ sentenza pronunciata, il 31 agosto, dal tribunale civile di Roma sui concorsi ‘taroccati’ all’Agenzia delle Dogane. Meglio tardi che mai.
La condanna è per ‘falso’, roba non da poco, e colpisce sia l’Agenzia che alcuni concorrenti che si erano valsi di manovre truffaldine per ‘orientare’ a loro favore l’esito del concorso, che si era svolto ad inizio del 2012.
Ma non è ancora detta l’ultima parola. Perché sia l’Agenzia che i concorrenti hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato, che ha fissato la prima udienza per il prossimo 8 novembre. Quindi ancora un fiume di burocrazie & carte bollate.
La ‘Voce’ ha scritto una prima inchiesta, sui fatti, oltre due anni fa, a giugno 2020, significativamente titolata “Agenzia delle Dogane/’Concorsi sicuri’ e taroccati”. Cui ha fatto seguito, l’anno scorso, luglio 2021, un intervento (“Concorso truccato a 69 dirigenti all’Agenzia delle Dogane: ultimo atto”) del battagliero sindacato ‘DirPubblica’, già protagonista di altre significative prese di posizione e denunce sul fronte della trasparenza dei concorsi nell’amministrazione pubblica: come nel caso dei j’accuse contro l’Agenzia delle Entrate – uno dei gangli vitali
del nostro apparato statale – e, ultimo in ordine di tempo, un esposto inviato all’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) per segnalare non poche anomalie che si sono verificate in prove concorsuali all’INPS, altro tassello-base dell’amministrazione pubblica di casa nostra.
Potete leggere i due articoli cliccando sui link in basso.
Ma ecco, per sommi capi, cosa è successo per l’ormai stravecchio (2012) concorso alle Dogane.
Uno dei passaggi fondamentali si registra nel 2016, quando una concorrente, Claudia Giacchetti, solleva il pentolone dello scandalo e denuncia quanto è successo. Viene istituita una Commissione ad hoc, per verificare eventuali anomalie, e ora si accerta (lo mette nero su bianco la fresca sentenza del tribunale civile di Roma) che anche la Commissione bluffa e depista, “attestando fatti falsi nei verbali di correzione”.
Ma rifacciamo un salto indietro nel tempo, e alle famigerate prove preselettive del 2012.
Prima evidente anomalia: parecchi candidati sono dotati di evidenti poteri paranormali, visto che azzeccano tra il 90 e il 100 per cento delle risposte, da autentico guinness dei primati. Anche le tracce scritte delle prove destano subito dei sospetti.
Fioccano i primi ricorsi, viene subito tirato in ballo il TAR del Lazio, che decide di annullare il concorso per ‘vistose’ pecche. Una su tutte: la velocità record nella valutazione delle prove, meno di una giornata, con un media di ‘lettura’ pari a 2 minuti e mezzo, anche in questo caso da record.
Il Consiglio di Stato dà ragione al TAR: non chiede, però, un nuovo concorso, ma una nuova valutazione delle prove scritte di coloro che non sono risultati idonei. Una sentenza dimezzata.
Dal canto suo, l’Avvocatura di Stato che ovviamente patrocina l’Agenzia delle Dogane, alza le barricate, non ci sta, parla di prove corrette e trasparenti. Per giustificare, ad esempio, i numeri da record nelle risposte esatte di molti concorrenti-vincitori, sostiene che si tratta di persone dotate di ‘memoria poderosa’, veri Pico della Mirandola che avevano avuto l’abilità e la capacità di ricordare per filo e per segno, virgole comprese, i passaggi di ‘intere circolari’.
Ma c’è una svolta due anni fa, nel 2020, quando il neo direttore generale dell’Agenzia, Marcello Minenna, sponsorizzato dai 5 Stelle, decide di annullare quel concorso ‘in autotutela’. Mette nero su bianco una valutazione molto dura sul comportamento di chi lo ha preceduto e nomina una commissione ispettiva interna. La relazione conclusione della nuova commissione non lascia spazio agli equivoci: le prove erano taroccate, tanto che il nuovo vertice dell’Agenziadenuncia alla Procura di Roma altri 23 funzionari (oltre agli 11 già imputati) per ‘plagio’. Di cui 10, a gennaio di quest’anno, sono stati assolti per la solita, miracolosa prescrizione. Ora la sentenza.
Ma quali sono stati gli ultimi sviluppi ‘collaterali’ di questa vicenda arci kafkiana?
Quattro candidati hanno comunque fatto carriera e ottenuto la ‘promozione fiduciaria’ (che vuol dire?) e senza concorso al rango di dirigente.
Mentre la coraggiosa concorrente che aveva denunciato le magagne è stata raggiunta da una ‘sanzione disciplinare’ per aver ‘insinuato’ l’irregolarità della prova’.
Commenta con amarezza il suo legale, Carmine Medici: “Da sei anni la carriera della mia cliente è bloccata da quella macchia quando invece dovrebbe essere sollevata da ogni addebito disciplinare e portata ad esempio”.
Ma questo succede nell’Italia ormai capovolta: dove i furbi e i corrotti la fanno sempre franca, e i pochi coraggiosi che denunciano fatti & misfatti ricevono, nel migliore dei casi, un calcio in culo.
Link
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