“Non dimenticheremo mai. A 21 anni di distanza teniamo vivo il ricordo delle vite preziose che ci sono state rubate a Ground Zero, Shanksville e al Pentagono. Jill e io siamo vicini alle famiglie che hanno perso i loro amati e stanno ancora soffrendo. Ma non dimenticheremo mai”.
Sono le ‘accorate’, e profondamente ipocrite parole scritte via Twitter dal numero uno della Casa Bianca, Joe Biden, che tra un invio e l’altro di gigantesche forniture di armi all’Ucraina del burattino-presidente Volodymyr Zelensky, trova il tempo per commemorare le vittime dell’11 settembre.
E’ presente, con la moglie Jill, al Pentagono, che fu uno dei teatri della tragedia: l’edificio, infatti, fu investito dal Boeing 757 dell’American Airlines e nell’impatto persero la vita 64 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, nonché 125 persone che in quel momento si trovavano nella struttura militare.
Ecco altre parole di ‘Sleepy Joe’, come ormai lo etichettano molti connazionali: “Quel giorno la storia dell’America è cambiata. Quello che i terroristi speravano di cambiare ma non ci sono riusciti: è il nostro carattere, fatto di forza e di resilienza”.
Ha ricordato il messaggio che all’epoca venne inviato alla Casa Bianca dalla regina Elisabetta: “il dolore è il prezzo che paghiamo per l’amore”.
Ed ha aggiunto: “I familiari delle vittime avranno giustizia. Ci stiamo lavorando”.
Il riferimento è ai processi in corso presso il super carcere di Guantanamo, dove sono in galera e alla sbarra quelle che la Casa Bianca definisce le ‘menti’ degli attacchi dell’11 settembre: ossia Khalid Shaik Mohammed e altri quattro presunti terroristi.
Secondo le ricostruzioni made in Usa, il commando era composto di 19 terroristi, di cui ben 15 provenienti dall’Arabia Saudita, considerata la ‘culla’ del terrorismo internazionale di allora, secondo le investigazioni di CIA ed FBI.
Che però ‘non si accorsero’ (sic) di quanto stava combinando il vero campo-commando, Mohammed Atta, di cui la ‘Voce’ ha più volte scritto.
Tutto ciò, però, non impedisce agli Stati Uniti di continuare a coltivare rapporti privilegiati, politici e soprattutto d’affari, con la stessa Arabia Saudita.
Incredibile ma vero, proprio in questi giorni si sta svolgendo a New York un torneo internazionale di golf femminile. E sapete chi lo sponsorizza e finanzia, a braccetto con gli Usa? Proprio il governo saudita! Per questo il sindaco di New York, Eric Adams, è stato subissato da lettere di protesta dei cittadini, che si sentono presi per il culo e colpiti negli affetti. Ma il sindaco fa orecchie da mercante e glissa: si tratta di un’iniziativa – fa sapere – già presa dal mio predecessore, Bill de Blasio.
Il solito penoso scaricabarile.
Al di là di fanfare, finzioni, sceneggiate, lacrime di coccodrillo (delle autorità, non certo dei cittadini), resta la sostanza dei fatti: la verità sull’11 settembre non verrà mai raccontata agli americani – e al mondo – dai vertici Usa. Coinvolti, all’epoca, in quegli stessi tragici fatti.
Per capire meglio trame e connection, vi invitiamo a leggere l’inchiesta pubblicata dalla ‘Voce’ l’8 settembre scorso, anche cliccando sul link in basso; e il lungo reportage appena pubblicato in ‘Cultura’ sulle Twin Towers che racconta per filo e per segno tutti gli ‘atti’ di una tragedia ‘annunciata’.
Leggere per credere.
Nella foto il discorso di Biden alla commemorazione di oggi
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