Il prestigioso ‘British Journal of Healthcare and Medical Research’ ha appena pubblicato, il 25 agosto, uno studio elaborato dal virologo napoletano Giulio Tarro e intitolato ‘Environment and Virus Interactions: Towards a Systematic Therapy of SARS-CoV-2’ (‘Ambiente e interazioni tra virus: verso una terapia sistematica di SARS-CoV-2’).
Allievo prediletto di Albert Sabin (che scoprì il vaccino antipolio) Tarro è fresco autore di ‘Covid-19 – La fine di un incubo’, edito da ‘Helikon’, in vendita attraverso tutte le principali piattaforme (Amazon, Mondadori Store, Ibs) e presente nelle principali librerie italiane.
In pratica, la pubblicazione del British Journal rappresenta una sintesi dei contenuti del libro, di cui la ‘Voce’ ha scritto in un’ampia inchiesta che potete leggere cliccando sul link in basso.
Rassicurante circa l’andamento della pandemia, il volume, ma fortemente critico verso le decisioni governative di non utilizzare i farmaci ad hoc nei primi dieci mesi bollenti (da febbraio a dicembre 2020), come – per fare solo due esempi – idrossiclorochina (‘legalizzata’ ad uso anti covid solo grazie ad un’ordinanza del Consiglio di Stato il 12 dicembre 2020) e invermectina, limitando quell’ecatombe da 120 mila vittime innocenti.
Critico, Tarro, anche sulle sperimentazioni (praticamente bypassate) dei vaccini, per quanto riguarda l’efficacia e soprattutto la sicurezza, in particolare di quelli (come Pfizer e Moderna) a mRNA.
Particolarmente interessante un monito contenuto nel finale del libro. Nessuna autorità scientifica né politica ha fino ad oggi previsto, per tutti coloro che si sottopongono al vaccino, quei fondamentali test genetici che, soli, consentono di ‘prevedere’ (e quindi prevenire) in mondo scientifico il possibile verificarsi di eventi avversi, soprattutto a livello cardiocircolatorio (ictus, trombosi, infarti).
Sorge spontanea la domanda: come mai il governo ha reso obbligatorio il vaccino senza rendere altrettanto obbligatori quei basilari test genetici? Per via dell’alto costo? A questo punto, ovviamente, il governo avrebbero dovuto – e dovrebbe – rendere i test gratuiti.
Rammentiamo che Tarro è autore di altri due ‘must’. Ha infatti scritto nel 2018 (quindi ben prima della pandemia) un fondamentale ‘10 cose da sapere sui vaccini’, che tutti i genitori dovrebbero leggere prima di somministrare i vaccini ‘tradizionali’ ai propri figli; e il premonitore ‘Covid-19 – Il virus della paura’, uscito a pochi mesi dall’inizio della pandemia (giugno 2020) e in grado di ‘anticipare’ quanto avvenuto nei mesi seguenti!
Ma passiamo alla lettura dello stimolante studio pubblicato dal ‘British Journal of Healthcare and Medical Research’: prima nella traduzione in italiano e poi nella sua versione originale.
Ambiente e interazioni tra virus
verso una terapia sistematica di SARS-CoV-2
di Giulio Tarro
Presidente della T.&L. de Beaumont – Fondazione Bonelli per la Ricerca sul Cancro, Napoli, Italia
ABSTRACT
La verità sulla SARS, il motivo per cui il virus si diffonde, l’insabbiamento della Cina, quanto dovremmo sentirci spaventati e altri dettagli sono riportati in sintesi. Lo scopo principale del paper è quello di confrontare le precedenti epidemie di coronavirus con quella verificatasi dal 2019 e di riportare le principali prevenzioni e terapie sul problema reale che si avvicina finalmente alla fine. Vengono presi in considerazione l’idrossiclorochina, il remdesivir, l’ivermectina, il molnupiravir e altri farmaci terapeutici compresi gli anticorpi monoclonali. Dopo l’approccio vaccinale mRNA e i vaccini con vettore adenovirus, il Novavax e il Valneva vengono presi in considerazione come prospettive.
INTRODUZIONE
Nel marzo 2022 a Hong Kong è apparsa una sindrome respiratoria acuta grave (SARS) (Figura 1). È stato causato da un coronavirus, chiamato SARS-CoV1 (Figura 2)1. La tabella 1 riporta la percentuale di pazienti con un risultato positivo della RT-PCR per il coronavirus2.
Una nuova pericolosa malattia è diventata mondiale nel 2012, denominata SARS del Medio Oriente (MERS), anche in questo caso causata da un altro coronavirus (Figura 3). Proteggersi è la regola di CDC-USA (Tabella 2).
Nella figura 4 sono riportati i casi di coronavirus al di fuori della Cina nel marzo 2020 da parte del COVID-19. Nella tabella 3 è riportato quello che sappiamo come si diffonde il coronavirus. La figura 5 mostra la riduzione del picco epidemico su un periodo più lungo. La diffusione e la percentuale di letalità relativa ai principali virus riscontrati dal 2000 sono descritte nella tabella 4. La replica del COVID-19 e la sua patologia sono riportate in figura 6 e i principali ceppi di coronavirus sono riportati in figura 7.
METODI
La gestione italiana dell’epidemia di coronavirus da parte del comitato tecnico scientifico (CTS) è stata un fallimento secondo un editoriale della prestigiosa rivista inglese NATURE come riportato nei primi giorni di marzo 20213. Abbiamo raggiunto un tasso di letalità che è legato ai poveri gestione dell’emergenza, alle cure sbagliate, ai letti di terapia intensiva tagliati negli ultimi anni. Qui per utilizzare l’idrossiclorochina abbiamo dovuto aspettare il Consiglio di Stato! Un concetto deve essere chiaro: il Covid è guarito4.
RISULTATI
Già nel marzo 2020 alcuni studi suggerivano l’uso dell’idrossiclorochina all’esordio dei sintomi5, 6. A rendere popolare questo farmaco è stato sicuramente Didier Raoult, responsabile dell’IHU Méditerranée Infection Hospital University di Marsiglia, che, dopo aver curato innumerevoli pazienti con l’idrossiclorochina ha trovato il boicottaggio dal mondo accademico in merito a questo farmaco a buon mercato, è stato costretto a mettere su Youtube un video di denuncia di questa situazione7.
Con un’ordinanza, il Consiglio di Stato ha obbligato l’AIFA a rimuovere il divieto di prescrizione di idrossiclorochina per l’assistenza domiciliare dei pazienti Covid. Lo stesso rischio di insufficienza cardiaca legato all’assunzione di idrossiclorochina è stato enfatizzato e proclamato ovunque. Come tutti i farmaci, l’idrossiclorochina comporta, oltre ai benefici, anche alcuni rischi. Ma sarebbe bastato analizzare lo stato clinico dei 65mila italiani affetti da artrite reumatoide e lupus (tutti iscritti in un registro nazionale con codice Icd9 714) che assumono quotidianamente idrossiclorochina per accertare il bassissimo rischio di questo farmaco8,9 .
Abbiamo visto l’importanza dell’uso di anticorpi monoclonali per neutralizzare l’infezione da COVID-19, anche in questo campo l’assistenza sanitaria italiana non è stata all’altezza della situazione sul loro utilizzo legato alla burocrazia e all’inefficienza come avevamo già visto per l’uso di sieroterapia. La Food and Drug Administration (FDA) ha concesso l’autorizzazione all’uso dell’anticorpo monoclonale neutralizzante Lilly IgG1 (Bamlanirimab) nella fase sperimentale per il trattamento del COVID-19 in pazienti di età superiore a => 12 anni. Il meccanismo d’azione consiste nel legarsi alla proteina spike SARS-CoV2, sbloccando l’adesione al recettore ACE2 umano. La FDA ha rilasciato l’autorizzazione all’uso degli anticorpi monoclonali di Regeneron, Casilivimab e Idevimab da somministrare come Bamlanirimab con lo stesso meccanismo3.
DISCUSSIONE
Antivirali come Remdesivir hanno finalmente trovato spazio, sebbene non sia stata determinata l’uso del biossido di cloro nel trattamento antivirale come in Centro Sud America. L’effetto dell’ivermectina è stato anche riconosciuto come efficace nel risolvere i sintomi negli adulti con malattie lievi, come il farmaco trovato dagli israeliani. Israele sta sperimentando un farmaco contro il Covid che, ai primi risultati, è dichiarato efficace oltre il 90%. Lo scrive la stampa israeliana. L’Ichilov Medical Center di Tel Aviv ha completato con successo gli studi di fase uno del progetto di ricerca su questo nuovo medicinale, che sta dando risposte molto incoraggianti. L’azienda farmaceutica americana Pfizer, che produce il vaccino COVID più ricercato, sta anche testando un farmaco orale, un inibitore della proteasi arricchito dalla FDA10. Lo ha annunciato in una nota la stessa azienda farmaceutica americana che ha chiarito che “il candidato clinico è un antivirale orale (PF-07321332), un inibitore della proteasi SARS-CoV2-3CL, che ha dimostrato una potente attività antivirale in vitro contro la SARS. – CoV-2, così come le attività contro altri coronavirus, suggerendo un potenziale utilizzo nel trattamento del COVID-19 e un potenziale utilizzo per affrontare future minacce di coronavirus”10.
Dall’inizio dell’epidemia italiana ci si occupa di suggerire vitamine C e D, lattoferrina e, in caso di contatto con paziente positivo, anche placchenil come profilassi. Per la terapia iniziale dei soggetti si suggerisce lo stesso placchenil a dosi maggiorate con l’associazione di azitromicina. Anche in base alla possibile criticità dell’andamento febbrile, si suggerisce la prescrizione di cortisone ed eparina. Infine, senza necessariamente aspettare una fase critica, si consiglia la sieroterapia.
L’agenzia di regolamentazione dei farmaci del Regno Unito (MHRA) ha approvato in anticipo rispetto a tutti gli altri in Europa – Molnupiravir, la prima pillola Covid indicata ad essere registrata. Il medicinale, ideato e illustrato nelle scorse settimane dal colosso americano Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics, può essere prescritto a chiunque sia risultato positivo al Covid e abbia almeno un fattore di rischio legato ad un possibile contagio grave come l’obesità , una malattia cardiaca, diabete o generalmente di età superiore ai 60 anni. Per MHRA, il Molnupiravir è un farmaco “sicuro ed efficace”, in grado di ridurre il pericolo di ricovero per le persone affette da forme anche moderate di Covid-19 che presentano allo stesso tempo una condizione di rischio extra.
Infine in Science viene riportata l’azione delle nuove pillole antivirali che riducono il numero di persone che necessitano di ricovero dopo la diagnosi di COVID-1911.
CONCLUSIONE
Il nuovo vaccino è rappresentato dalla somministrazione di proteine ricombinanti per la produzione di spike e adiuvanti da parte di Novavax (USA). L’EMA si sta già occupando di questo e quindi è stato passato all’AIFA per la sua distribuzione.
Il Valneva è stato approvato e presumibilmente verrà distribuito a maggio. Consiste in un vaccino anti-COVID-19 con virus inattivato da somministrare in due dosi, a distanza di 4 settimane, e rinforzato da due adiuvanti costituiti da un sale di alluminio e un DNA sintetico di 22 nucleotidi già utilizzati per la vaccinazione dell’epatite B. Il produttore si trova in Francia, il brevetto è americano e in precedenza la stessa industria ha prodotto un vaccino per l’encefalite giapponese. Vengono descritti solo i sintomi locali all’iniezione intramuscolare (dolore, arrossamento e gonfiore) e sintomi generali come febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, astenia, nausea, malessere generale, meno dell’1% di effetti avversi gravi9.
RINGRAZIAMENTI
L’autore ringrazia per il supporto: Fondazione T. & L. De Beaumont Bonelli per la Ricerca sul Cancro – Napoli – Italia.
Riferimenti
- Tarro G. Attualità sulla SARS. Salute e territorio, periodico dell’A.U.S.L. FG1 di San Severo (FG), 2003 anni 1, maggio/giugno, n. 4, pagina 4.
- Tarro G. Malattie infettive rare: SARS, influenza aviaria e malattie infettive emergenti. Corso di formazione permanente per il pediatra di famiglia. Regione Campania ASL NA1, 2005.
- Tarro G. L’epidemia italiana di COVID-19 e la prevenzione e le terapie della pandemia globale. Giornale internazionale di ricerca attuale, 2021 vol. 12, numero 05 pp 17261-17266.
- Tarro G. Immunità cellulare, trasmissione dell’aria e approccio terapeutico per COVID-19. Giornale internazionale di ricerca attuale, 2020 vol. 12, numero 07 pp 12671-12674.
- Il gruppo di collaborazione per il recupero. Il New England Journal of Medicine, 2020 vol. 383, N. 21, 19 novembre, pag. 2030-2040.
- Cavalcanti A.B. et al. Il New England Journal of Medicine, 2020 vol. 383, n. 21, 19 novembre, pag. 2041-2052.
- Dashboard dell’OMS Coronavirus (COVID-19). Situazione per regione, paese, territorio e area. https://covid19.who.int/table?tableChartType=calore.
- Tarro G. Notizie COVID-19. Vertice internazionale COVID, 14-16 settembre 2021, Roma.
- Tarro G. Ambiente e interazioni tra virus. Verso una terapia sistematica del SARS-CoV-2. Coerenza 2021, 26 novembre. Casa dell’Aviatore, Roma.
- Tarro G e Luisetto M. Cariche elettriche di superficie COVID-19 ed effetto procoagulante per la prospettiva del vaccino. Implicazione cellulare ossidata e ridotta. International Journal of Current Research, 2021 dicembre vol. 13, numero 12, pp. 19772-19774.
- Le pillole antivirali Couzing-Frankel J. potrebbero cambiare il corso della pandemia. Scienza 2021, 12 novembre, vol 374, numero 6569, pp. 799-800.
URL: http://dx.doi.org/10.14738/jbemi.94.12938
British Journal of Healthcare and Medical Research (BJHMR) Vol 9, Numero 4, Agosto – 2022
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10 Agosto 2022 di Andrea Cinquegrani
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2 pensieri riguardo “UNO STUDIO DEL PROFESSOR GIULIO TARRO SUL ‘BRITISH JOURNAL OF HEALTHCARE’”