La ‘Food and Drug Administration’ (FDA) ormai – come si suol dire – ha gettato la maschera. E si sta sempre più rivelando non come il rigoroso e severo super organismo di controllo, negli Usa, sui prodotti alimentari e sui farmaci (come dice il suo nome, ‘food’ uguale alimenti, ‘drugs’ uguale farmaci), ma come il cane da guardia, ringhioso più che mai, per i colossali interessi di ‘Big Pharma’, delle grandi aziende farmaceutiche a stelle e strisce.
L’ultima, eclatante e palese prova del nove?
Solo pochi giorni fa è stato confermato (la voce circolava già da alcune settimane) che la FDA non richiederà il rituale svolgimento di test e ‘trials’ clinici per approvare i vaccini ‘aggiornati’ alle ultime varianti. A quanto pare sono più che sufficienti, bastano e avanzano i pochi esperimenti condotti su alcuni topi di laboratorio.
Ecco cosa afferma, con una faccia che più di bronzo non si può, il commissario FDA Robert Califf, nominato oltre un anno e mezzo fa, dopo l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden. Potete leggere un ‘istruttivo’ profilo di Califf (e di tutti i suoi macroscopici conflitti d’interesse) nell’inchiesta scritta dalla ‘Voce’ e che trovate cliccando sul link in basso.
Le sue parole di oggi condensate in un tweet: “Le evidenze ci dicono che gli attuali vaccini anti-covid a mRNA, somministrati a milioni di individui, sono sicuri”.
Quali sono mai le ‘evidenze’ di mister Califf? Booh.
A quanto pare, l’ok ai vaccini senza preventiva sperimentazione sull’uomo è simile alle modalità adottate dalla stessa FDA per l’annuale approvazione dei sieri antinfluenzali. Ma c’è una bella differenza tra una cosa e l’altra, come coraggiosamente puntualizza il consigliere di FDA Paul Offitt, che è anche direttore
del centro vaccinale all’ospedale pediatrico di Philadelphia. Sostiene Offitt: “Il paragone con i vaccini antinfluenzali non regge. Ci sono troppe differenze, soprattutto per quanto concerne i livelli di protezione”.
Altri Soloni della Medicina ufficiale, regolarmente genuflessi davanti a Big Pharma anche tramite consulenze super pagate e laute prebende per convegni & congressi, dicono of course ok all’approvazione super veloce e senza alcuna tutela per la salute dei cittadini.
Sentiamo le dichiarazioni rilasciate al ‘Wall Street Journal’ da William Schaffner, docente di medicina alla ‘Vanderbilt University’: “Se dovessimo aspettare i risultati dei trials clinici, avremo i vaccini in primavera. Del resto, questo è solo un aggiornamento del vaccino che abbiamo usato finora”.
Più chiari di così, si muore.
E di effetti avversi di vaccini ‘non sperimentati’ che si possono manifestare dopo ore, giorni, settimane, mesi, ormai se ne contano a bizzeffe, come stanno ammettendo pian piano i media statunitensi (solo da noi c’è la censura più totale) e documentano, in modo scientifico, autorevoli riviste mediche come, in prima linea, il ‘British Medical Journal’ ed in particolare il suo editorialista e coeditore, Peter Doshi.
La Voce ha più volte ripreso, anche pochi giorni fa, le pesanti denunce lanciate dal BMJ, come potete leggere cliccando sull’inchiesta del 28 agosto scorso. In primis mettendo in dubbio, fin da subito, l’efficacia dei vaccini Pfizer eModerna: non il tanto conclamato 95 per cento circa, ma meno di un terzo.
Poi un altro forte j’accuse diretto proprio a chi doveva controllare, per legge, e non ha controllato, ossia la FDA: la quale ha rilasciato l’autorizzazione ‘finale’ (cioè non più in via d’emergenza) senza che l’iter dei trials fosse neanche lontanamente completato. Perché l’ok finale è di un anno esatto fa, fine agosto 2021, mentre la dead line era stata fissata per il 31 dicembre 2023. Per la serie: saranno i vaccinati a fare da cavie per la vera sperimentazione!
Quindi, sempre dal BMJ, il colpo da Ko, con l’intervista in esclusiva alla ricercatrice che ha fatto da responsabile di uno dei centri griffati Pfizer per i trials negli Usa: ne ha viste e scoperte di tutti i colori, ha subito denunciato tutto alla FDA che invece di valutare le accuse e prendere i provvedimenti del caso cosa ha fatto? Ha contattato e raccontato tutto a Pzifer, che, of course, ha provveduto a licenziare in tronco la ricercatrice-ficcanaso!
La quale, ora, passa al contrattacco: e attraverso uno studio legale denuncia Pfizer per danni, la stratosferica di cifra di 3 mila 300 milioni di dollari, avete letto bene!
Ma il motivo per le genuflessioni della FDA davanti ai voleri di Big Pharma è presto spiegato. E si tratta sempre di soldi, di montagne di dollari. Fino a qualche anno fa la casse FDA erano finanziate soprattutto con le tasse versate dai contribuenti americani. Che continuano diligentemente a contribuire: però man mano la fetta più grossa dei fondi, pari quasi al 50 per cento, sapete da chi viene generosamente elargita? Proprio dalle star di Big Pharma, dalle più grosse aziende farmaceutiche che FDA dovrebbe controllare. Ovvio, quindi, che quei controlli diventino magicamente sempre più soft, fino praticamente ad azzerarsi.
Sulla pelle non solo dei cittadini americani, ma di tutto il mondo, perché quei vaccini sono stati venduti a caro prezzo (e con contratti capestro, come è successo con la UE) a tutte le nazioni.
Lo stesso copione è andato in scena, negli ultimi anni, con l’Organizzazione Mondiale per la Sanità: prima finanziata con i contributi di tutte le più grosse nazioni (Stati Uniti of course in pole position, poi Regno Unito e le altre nazioni europee). Adesso finanziata, in magna pars (siamo ben oltre il 50 per cento), dai privati: come la ‘Bill and Melinda Gates Foundation’ e poi da chi mai? Sempre loro, immancabili ad ogni appello: le grandi case farmaceutiche…
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