MATTEO BASSETTI / ORA SCOPRE CHE IL RE E’ NUDO

Matteo Bassetti, uno dei virologi (in realtà è un infettivologo) più a la pagedurante i mesi della pandemia, tra le star più gettonate dai talk show, non fa misteri che una poltrona di Ministro della Sanità gli farebbe un gran piacere.

E al tempo stesso fa una clamorosa retromarcia su tante ‘sparate’ in tema di Covid-19 da due anni abbondanti a questa parte.

L’esternazione è affidata alle colonne di ‘Libero’ e dal contenuto dell’intervista si ‘intuisce’ che è in trepida attesa della telefonata di una Giorgia Meloni o, almeno, di un Matteo Salvini. Forse anche perché le candidature dei virologi (sic), fino ad oggi, sono state un quasi esclusivo appannaggio del centro sinistra.

Aprì le danze l’allora premier Matteo Renzi, che voleva a tutti i costi al timone della Salute Roberto Burioni, prima ancora del Covid e prima che il ricercator-massone (è iscritto al ‘Grande Oriente d’Italia’) diventasse la guest star domenicale di Fabio Fazio. Il ballo è proseguito con Pier Luigi Lopalco, scelto da governatore della Puglia Michele Emiliano come assessore alla Sanità e oggi conteso tra quel che resta delle formazioni ‘centrosinistre’.

 

Ma torniamo a Bassetti, primario infettivologo al ‘San Martino’   di Genova, il quale ormai ci ha fatto il callo con contestazioni, anche violente. Mesi fa gli vennero inviate minacce (a lui e ai suoi familiari) da non meglio identificati gruppi No Vax; oggi è la volta della comunità gay a sollevarsi contro le sue ultime affermazioni sui pericoli dei contagi tra gli omosessuali.

Roberto Speranza. Sopra, Matteo Bassetti

Nell’intervista, Bassetti si proclama subito favorevole alla costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid. Ma non – come ci si potrebbe aspettare – per l’accertamento delle responsabilità su quei primi, tragici 10 mesi (da febbraio a dicembre 2020) di totale assenza dello Stato, del CTS e dei virologi in prima linea, tra cui lo stesso Bassetti: tutti impegnati – prima che arrivassero i vaccini – a impartire il diktat governativo (primo fra tutti il ministro Roberto Speranza) ‘Tachipirina e vigile attesa’ che ha provocato decine di migliaia di morti, quando erano ben disponibili in tutte le farmacie prodotti e cure (come l’idrossiclorochina e l’invermectina) che avrebbero potuto frenare l’ondata e salvare tante vite innocenti.

No, adesso Bassetti chiede una Commissione parlamentare in grado di verificare se gli attuali numeri sui decessi per Covid sono reali o taroccati.

Una questione ben nota da mesi e mesi, e che solo ora si fa strada nella mente dell’infettivologo genovese.

Ecco cosa dichiara, a proposito di contagi e decessi: “Delle due l’una: o li stiamo contando con parametri sbagliati, che andavano bene nel corso della prima ondata e che ora non tengono conto di quanto il virus sia cambiato, oppure abbiamo sbagliato tutto e le risposte messe in campo per arginare la pandemia non hanno funzionato”.

Dilemma non da poco.

Ammette: “Purtroppo c’è stata tanta confusione, perché basta un tampone positivo sbagliato per catalogare il decesso come morte da Covid. Mentre non è così”.

Roberto Burioni

Un totale ribaltone rispetto al passato.

“Se una persona va in ospedale per un ictus, gli fanno il test, scoprono l’infezione e poi, malauguratamente, muore, l’etichetta di morte è ‘covid’. Ma invece è morto per ictus. Un messaggio sbagliato sul fronte vaccinale”.

Un totale inversione ad U, una tesi che, al contrario, hanno sempre sostenuto tutti coloro che hanno messo in guardia dall’uso di questi vaccini ‘sperimentali’ e diffidato sia delle cifre ufficiali fornite che, ancor più, sulle reali cause di tanti decessi.

Comunque, per il coraggioso Bassetti, meglio tardi che mai.

Il quale continua nel suo ‘nuovo’ ragionamento: “Una persona può pensare: allora cosa mi vaccino a fare? Tanto muoio lo stesso. Di errori ne sono stati commessi tanti…”.

 

E dispensa consigli per la scelta del futuro Ministro della Sanità: “Serve un esperto, un tecnico. Due anni e mezzo di esperienza ce lo hanno dimostrato fin troppo bene. Non possiamo permetterci persone che impiegano sei mesi per capire come funziona la macchina. Abbiamo bisogno di uno che metta le chiavi nel quadro e parta subito. Altrimenti sarà un altro disastro”.

Se non sarà Ministero, di certo alla Ferrari lo terranno presente per il loro super-team.

Poi, modestamente, parla di una possibilità futura: “Sono un uomo dello Stato. Lavoro nella sanità pubblica. Sarei onorato di un incarico del genere e lo sceglierei con orgoglio se me lo chiedessero”.

Viva la sincerità.

Attenzione, però, “non conta il nome. Che sia Marco Bassetti o qualcun altro, ma l’importante è trovare una persona capace e competente. Il ministero della Sanità è ormai strategico come quello dell’Economia”.

Anche onesto (ricordate ‘Sua Sanità’ De Lorenzo?) e non in conflitto d’interessi (vedi Burioni), sarebbe il caso di aggiungere.

E torna sulla Commissione parlamentare d’inchiesta, il candidato-ministro: “Se verrà costituita, dovrà essere indipendente, cioè esterna, estranea all’Istituto Superiore di Sanità”. E ci mancherebbe altro…

“Dovrà prendere a campione un centinaio di cartelle cliniche da ogni ospedale italiano per capire se, davvero, le morti riportate sono dovute all’infezione polmonare o se, invece, si riferiscono ad altre patologie. Se si tratta, in sostanza, di morti ‘per covid’ e non ‘con covid’. Se non si fa chiarezza su questo, saranno dolori. Perché vorrà dire che oggi, con tre farmaci antivirali disponibili, cinque vaccini e diversi antinfiammatori, stanno fronteggiando il covid in modo del tutto inadeguato”.

Un bel casino.

E lui, nel frattempo, dov’era?

Dov’erano i tanti ‘virologi’ e Vati dei vaccini?


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