SANGUE & MILIARDI / ECCO PERCHE’ IL MONOPOLIO DELLA KEDRION DI CASA MARCUCCI NON AVRA’ MAI FINE

Il grande business degli emoderivati. I mega affari dei traffici di derivati del sangue. Un monopolio che va avanti da un quarto di secolo sulla pelle della gente. Adesso una “liberalizzazione” attesa da anni: ma già taroccata, per consentire a Kedrion, il gioiello di casa Marcucci, di essere sempre il padrone del mercato. Tra giungle di leggi, norme, e codicilli, cerchiamo di spiegarvi in che modo. Mentre a Napoli finalmente di alza il sipario – nel più totale e assordante silenzio dei media – sul processo per le migliaia di vittime e morti da sangue infetto…

Breve cronistoria. Un mercato, quello ricchissimo degli emoderivati, storico monopolio di casa Marcucci, al timone il patriarca Guelfo, a bordo di varie sigle, come Isi, Farma Biagini, Aima Derivati, poi Sclavo: insomma tutto l’arcipelago di società che hanno tratto dal sangue i loro immensi profitti. Al fianco di Guelfo, il fratello Leopiero, e poi i rampolli Paolo (oggi presidente di Kedrion), Andrea, senatore Pd e fedelissimo di Matteo Renzi (nonché amministratore delegato di Kedrion), Marilina, reginetta di antenne e tivvù, per un paio d’anni “editrice” dell’Unità a inizio anni 2000 per volontà veltronian-dalemiana. Una storia, quella dei Marcucci, che dalla Dc ha fluttuato in direzione Pli, per poi virare decisamente verso i lidi progressisti nel dopo Tangentopoli (Pds, Ds e ovviamente Pd). Dagli stretti rapporti con Vincenzo Scotti all’epoca dell’acquisizione dei primi stabilimenti partenopei di Sant’Antimo per la lavorazione degli emoderivati (l’ex impero a stelle e strisce targato Richardson-Merrel) grazie ai generosi fondi pubblici, a quelli con Sua Sanità Francesco De Lorenzo, che alle elezioni politiche di aprile ’92 si presentò, guarda caso, anche nel collegio di Firenze, per “trainare” il carissimo Andrea Marcucci nella corsa verso la Camera, maglietta Pli. Un gran successo. E dopo il ciclone Mani pulite comincerà la “sinistra” storia.

Schermata 2015-11-13 alle 20.17.12La Marcucci story è stata più volte raccontata dalla Voce. A partire dal 1977, quasi quarant’anni fa, quando in un reportage venivano dettagliati i primi prelievi di plasma – senza eccessivi controlli – nell’ex Congo Belga. Poi nel volume “Sua Sanità” dedicato nel ‘92 al ministro De Lorenzo, ai suoi “affari” e ai suoi amici, Marcucci in pole position. Per passare alla prima inchiesta di Trento, anni ’90, e ai primi riflettori accesi su quegli affari a molti zeri, quelle società off shore, quei traffici sospetti, quei controlli inesistenti. La Voce cerca di documentare l’immenso scandalo che costa vita e sofferenze a migliaia di cittadini infettati dal sangue non testato. Ma i media di casa nostra che fanno? Dormono tra molti guanciali. Silenzio rotto unicamente da un’inchiesta del Diario e per il resto bisogna andare oltremanica o negli States: un documentario choc di BBC 2, “The price of blood” del 2006, passa ai raggi x l’ “impero del sangue”, tra immense file di scatoloni di plasma accatastati in depositi esteri, “nè più né meno come partite di baccalà” – è l’efficace commento – traffici miliardari in un ginepraio di società e conti esteri, ed una regia particolarmente attenta: quella dell’avvocato d’affari David Mills, guarda caso all’epoca balzato alle cronache per le vicende berlusconiane e marito di Tessa Towell, la lady di ferro del Labour party, molto vicina a Tony Blair. Un mix davvero esplosivo. Quanto, del resto, denunciato in un docu-film a stelle e strisce “Fattore 8 – lo scandalo dl sangue infetto nella prigione dell’Arkansas”, in cui vengono dettagliate tutte le tecniche di prelievo della materia prima, ossia il sangue, in alcuni luoghi privilegiati come le galere Usa: potete immaginare la qualità del prodotto (non testato) proveniente da galeotti spesso e volentieri sieropositivi. Cin cin, tutto fa profitto!

 

TUTTI GLI AFFARI DI CASA MARCUCCI

Ma torniamo a casa Kedrion. Anche oggi il 50 per cento del sangue lavorato viene dall’estero: Stati Uniti e Canada in testa alla classifica. L’altro 50 per cento da centri trasfusionali, ospedali, asl e via di questo passo di casa nostra: ed è quello che serve per la lavorazione e poi reimmissione sul mercato, via convenzioni pubbliche con le Regioni.

ScansionePer capire il meccanismo – molto complesso e articolato – leggiamo alcuni passaggi di un recente documento elaborato dal CNS, ossia il Centro Nazionale Sangue, che provvede ad un costante monitoraggio della situazione. “Attualmente l’Italia è ai primi posti in Europa per la quantità di plasma raccolta e inviata all’unica azienda farmaceutica oggi autorizzata alla lavorazione industriale. Le Regioni, singolarmente o in forme associate, conferiscono il plasma raccolto dai Servizi Trasfusionali del proprio territorio all’azienda autorizzata alla trasformazione industriale del plasma per la produzione di medicinali plasmaderivati. Il contratto con le aziende, che operano come fornitori di servizio, è considerato una modalità di ‘lavorazione per conto terzi’ e si configura come convenzione per la produzione di tali medicinali. L’acquisizione viene attuata mediante procedura di gara conforme alla normativa vigente”. Lo stesso documento è poi corredato da un grafico (che riproduciamo qui accanto). Ecco la didascalia che commenta le cifre riferite al periodo gennaio-luglio 2014 e 2015 (quindi freschissime): “I dati non sono espressione della plasma produzione regionale ma esclusivamente di quanto ritirato dall’azienda di frazionamento per la sola produzione di plasmaderivati. I dati sono elaborati, a cura del CNS, sulla base di informazioni fornite da Kedrion spa”. Dunque, in un documento ufficiale del CNS, organismo che lavora alle dipendenze del ministero per la Salute, viene ufficialmente messo nero su bianco che la società Kedrion è l’unica azienda fornitrice di plasmaderivati.

Ma sentiamo un funzionario, che da vent’anni lavora al CNS, per districarci meglio tra leggi e norme. “Per tutti gli anni ’90 e inizio 2000 c’è stato un buco normativo che ha permesso al gruppo Marcucci, con le sue varie società, di avere nei fatti il monopolio del commercio di emoderivati in Italia. Siamo andati avanti in base alla legge 107 del ’90. Poi nel 2005, finalmente, abbiamo deciso di adeguarci alle normative europee, che ci imponevano di aprire il nostro mercato alle aziende produttrici di emoderivati con stabilimenti in Europa. Avevamo un anno di tempo per adeguarci alla normativa. Ma come al solito ce ne siamo fregati, abbiamo disatteso quegli impegni e siamo arrivati al 2015. Un buco di quasi dieci anni, però, capace di partorire solo un topolino. Per di più taroccato”.

Cosa vuol dire tutto questo? Il solerte ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo anni di silenzi & complicità, ha deciso di aprire al mercato, di decretare la

Uno stabilimento Kedrion

Uno stabilimento Kedrion

“fine del monopolio della lavorazione degli emoderivati in Italia”, così che “con le nuove norme l’azienda Kedrion del gruppo Marcucci non sarà più l’unica titolare della lavorazione del sangue e dei suoi derivati”. Viene precisato che “l’attività per la produzione ed immissione in commercio di emoderivati sul territorio nazionale deve prevedere l’utilizzo di solo plasma nazionale”. Annunciano la scorsa primavera al ministero della Salute: “il 7 aprile 2015 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto 5 dicembre 2014 ‘individuazione dei centri e aziende di frazionamento e produzione di emoderivati autorizzati alla stipula delle convezioni con le Regioni e le province autonome per la lavorazione del plasma raccolto sul territorio nazionale’ ”. Di seguito, vengono indicate le aziende prescelte per gareggiare ai bandi, le cinque stelle del sangue: Baxter Manifacturing spa (il colosso Usa con uno stabilimento a Rieti); CSL Behring spa, stabilimento in Svizzera, a Berna; Grifols Italia spa, azienda in Spagna, a Barcellona: Kedrion spa, unità produttive in Italia (Bolognano, Gallicano, Lucca, Sant’Antimo); Octapharma Italy spa, sede in Svezia, a Stoccolma.

 

UN DECRETO TAROCCATO

Una manifestazione di protesta degli ammalati per sangue infetto

Una manifestazione di protesta degli ammalati per sangue infetto

E così, al ministero guidato da Lorenzin, esultano: “Il decreto, atteso da tempo dal sistema, è di grande rilevanza per il settore della produzione di farmaci emoderivati da plasma nazionale, in quanto permette di ampliare la possibilità per le Regioni di stipulare convenzioni anche con Aziende operanti sul territorio della UE, consentendo di indire nuove gare per l’affidamento del servizio di lavorazione del plasma azionale. L’aumento del numero dei partner industriali – viene aggiunto con enfasi – conferisce alle Regioni i benefici di una maggiore competizione, sostiene l’autosufficienza nazionale e regionale dei plasmaderivati e offre ai cittadini una maggiore assistenza in termini di offerta quali-quantitativa dei prodotti medicinali”.

Ma al Centro Nazionale Sangue spiegano: “Una vera presa in giro per i cittadini, per le Regioni, per il mercato. Un decreto fatto su misura per Kedrion, tanto perchè quel commercio del sangue sia sempre nelle stesse mani. Prima cosa: come si spiega quel buco di quasi dieci anni, a partire dal 2005? Ma poi la presunta gara. Kedrion riuscirà con enorme facilità a proseguire nel rapporto di fornitura, consolidato in vent’anni, con tutte le Regioni. In primo luogo perchè potrà garantire i prezzi migliori, stante un livellamento delle qualità fornite. Kedrion, del resto, è leader storica nel commercio di immunoglobuline. Ed è l’unica azienda a lavorare ingentissime qualità di plasma italiano, come è espressamente richiesto dalla normativa”.

Cerchiamo di capirci qualcosa anche via Regioni. “Da anni – spiegano al CNS – è in piedi il consorzio tra Lombardia, Piemonte e Sardegna, che si rifornisce regolarmente da Kedrion. Così come, per fare un altro esempio, in Campania, dove fra l’altro esiste anche il grosso stabilimento di Sant’Antimo che fa capo alla Hardis, una controllata di Kedrion. Ecco cosa veniva scritto in una delibera regionale: ‘solamente la Kedrion spa già Farmabiagini spa con officina di produzione sita in Bolognano (Lucca) si rendeva disponibile al convenzionamento’. Appalti già consolidati e che non verranno minimamente scalfiti da una apertura di mercato solo teorica”.

Quindi. Rapporti già consolidati. Prezzi molto più competitivi, soprattutto per due motivi, che sempre al CNS ci spiegano: “Immaginate i costi di trasporto che dovrebbero sopportare, sia per il prelievo di sangue italiano, che poi per la reimmissione sul nostro mercato dopo la lavorazione, le aziende svizzere, spagnole per non dire svedesi. Solo la Behring ha uno stabilimento a Rieti”.

Ma il gioiello di casa Marcucci può giocarsi un’altra fiche da novanta: ossia gli aiuti statali e istituzionali. In un’intervista a tutto campo rilasciata al mensile Specchio Economico, è lo stesso Andrea Marcucci, l’antenna di Matteo Renzi al Senato, a raccontarlo: “La composizione azionaria è stata essenzialmente familiare, con la maggioranza detenuta dalla famiglia Marcucci; ma in una visione prospettica è stata ammessa la partecipazione azionaria, nella Kedrion, di un socio istituzionale, il Banco Sanpaolo Imi attraverso il Fondo chiuso SGR e nella controllata Hardis di Napoli, del Fondo Investimenti per lo Sviluppo SGR”. Un fondo composto, quest’ultimo, dal gotha dei Bankster di casa nostra (ABI, Monte dei Paschi, Unicredit, Intesa San Paolo), con la partecipazione straordinaria della privata Confindustria e dei pubblici Cassa Depositi e Prestiti (la nuova Iri dell’era di Speedy Renzi) e Ministero dell’Economia. E Marcucci aggiunge: “Attualmente siamo gli unici ad avere rapporti con Asl e Regioni, siamo tenuti a disporre di una capacità produttiva in grado di far fronte alle richieste di emoderivati del Servizio Sanitario Nazionale. In tal modo le Regioni sono autosufficienti in un quadro di economicità e sicurezza”.

Guelfo Marcucci e, a destra, Duilio Poggiolini

Guelfo Marcucci e, a destra, Duilio Poggiolini

I fondi pubblici non bastano mai. Ecco perchè a casa Marcucci e al Dracula Guelfo (così fu etichettato dalla Bbc in quello straordinario reportage) vengono recapitati liquidi e “freschi” (come le partire di sangue) altri danari dalle casse dello Stato. Fece scalpore, a dicembre 2012, un emendamento infilato dal governo Monti, vera strenna natalizia, a favore di Kedrion, 150 milioni da erogare – guarda caso – sempre da quella generosa Cassa Depositi e Prestiti. Che non finanzia – e quindi in qualche modo dissangua – le aziende sane del Paese, ma i colossi già ben consolidati.

Commentano sconsolati alcuni ricercatori del Centro Nazionale Sangue: “Ma cosa vogliamo sperare ormai. Una legge fatta su misura per continuare in uno scandalo senza fine. Alla faccia del libero mercato come proclama il governo Renzi. E di tutti i tagli. Su queste belle operazioni c’è lo sguardo vigile di Andrea Marcucci, fedelissimo di Renzi che un qualche conflitto d’interessi dovrebbe pure avercelo”.

E allora, concludiamo con il Verbo di Marcucci junior, il sinistro braccio del premier: “Nel 2000 abbiamo costituito la nuova società, chiamandola Kedrion. Il nome è quello greco dell’olio di cedro usato come farmaco e citato da Ippocrate, Vitruvio, Teofrasto e Aristotele”. Viva la democrazia ateniese.

Dimenticavamo. Il processo per le morti da sangue infetto comincerà – se Dio vuole dopo vent’anni di attesa – a Napoli il prossimo 9 dicembre. Imputati eccellenti il re mida della sanità ai tempi di De Lorenzo ministro, Duilio Poggiolini, e il patròn dell’impero del sangue, Guelfo Marcucci. Con una piccola differenza. Il primo, nonostante le precarie condizioni fisiche (poche settimane fa è stato trovato in uno sgarrupato e abusivo ospizio alla periferia di Roma) dovrà comparire in aula, perchè dichiarato “abile a stare in giudizio”, secondo una recente perizia medica. Guelfo, invece, potrà assistere al processo, sereno, dalla sua magione in Castelvecchio Pascoli, tra le verdi colline toscane: secondo la perizia, infatti, è “processualmente inabile”. Miracoli della giustizia di casa nostra…

 

Nella foto di apertura, Matteo Renzi con Andrea Marcucci.

 

Per approfondire:

BIG PHARMA / LE GRANDI MANOVRE DI NOVARTIS E TUTTI GLI AFFARI MILIARDARI, DAI VACCINI AGLI OCCHI E ORA AL CANCRO

https://www.lavocedellevoci.it/?p=3228

 

leggi anche in allegato dall’archivio della Voce:

inchiesta novembre 2006

inchiesta gennaio 2013

 


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