A quasi nove anni dal volo di David Rossi dal quarto piano di palazzo Salimbeni, sede del Monte dei Paschi di Siena, emerge un ‘secondo video’, mai comparso fino ad ora, che documenta la presenza in strada di due misteriosi individui, appena un paio di minuti dopo la tragica morte del responsabile comunicazioni MPS.
Tutto ciò emerge grazie al lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta, costituita un anno fa, presieduta da Pierantonio Zanettin e che ha svolto, in pochi mesi, un lavoro molto più proficuo rispetto a quello (non) fatto da due procure, ossia quelle di Siena (che per ben due volte ha addirittura chiesto l’archiviazione del caso per manifesto suicidio) e di Genova, chiamata a verificare il lavoro dei colleghi toscani e battere, senza successo, un paio di altre piste.
Ma veniamo alle news.
Fino ad oggi si è sempre parlato di una sola telecamera di videosorveglianza e di un solo video a disposizione degli inquirenti.
Adesso – incredibile ma vero – ne spunta un secondo, in cui si vedono con chiarezza due persone uscire da una porta secondaria dell’istituto di credito, appena un paio di minuti dopo il volo di David Rossi. Non fanno niente, non lo soccorrono, non chiamano aiuti, se la svignano.
Spiega Zanettin: “Il video è stato trasmesso subito alla procura di Genova perché contrasta con tutti gli atti processuali in cui era stato detto che era stato raccolto un unico video sui momenti antecedenti o successivi alla caduta di Rossi, quello della telecamera 6; in realtà è stato raccolto anche un video della telecamera 8”.
E sottolinea: “Resta sorprendente che questo video, pure acquisito, poi sia stato cancellato, perché fino ad oggi tutti gli atti avevano escluso che fosse stato acquisito”.
“Una notizia sconvolgente”, la definisce subito Antonella Tognazzi, la moglie di David Rossi, che precisa: “Queste due persone escono nei minuti in cui David è a terra. Non prestano soccorso e tantomeno denunciano l’accaduto a chi di dovere: si va ben oltre l’omissione di soccorso, è sconvolgente”.
Aggiunge il legale della famiglia, Carmelo Miceli: “Cosa altro deve accadere affinchè chiunque, per primi i pm di Siena, riconoscano che le indagini fatte fino ad oggi sono state semplicemente ridicole? Davvero queste cose dovevano essere scoperte da una commissione d’inchiesta e non dalla Procura della Repubblica? La Procura di Siena ritiene ancora di non dover riconoscere i propri errori e di non dover tornare ad eseguire nuove indagini?”.
Fornisce altri dettagli, l’avvocato Miceli: “Dichiarazioni di decine di soggetti smentiti dal video cancellato. Foto hard con soggetti non ancora identificati cancellate dal portatile in uso al Rossi. Queste sono alcune delle cose che stanno emergendo in modo gravissimo dalla conferenza stampa della Commissione d’inchiesta sugli esiti della Consulenza tecnica redatta da Ros, Ris e Racis”.
Fitti misteri, infatti, riguardano anche uno dei computer aziendali in uso a Rossi e sequestrati dopo la sua morte. Dalle verifiche effettuate dagli esperti, tra le altre cose, è emerso che nessuno dei file, della mail, dei contatti esaminati sono riconducibili all’ex responsabile delle relazioni esterne Mps.
Spiega il comandante del Reparto Tecnologie Informatiche del Ra.C.I.S.,Massimo Giannetti: “Su questo computer sono state trovate foto cancellate, alcune delle quali sono a sfondo sessuale, sono immagini di nudo. Ci tengo a precisare che su alcune sono state già fatte delle verifiche e nessuna di queste riporta a Rossi”.
Conferma Zanettin: “Il computer dal punto di vista formale è stato trovato nell’ufficio di Rossi, ma i file analizzati non sono a lui riconducibili. Rimane un dato che andrebbe investigato per capire se era effettivamente in uso a Rossi o si è trattato di un colossale equivoco. E’ un aspetto nuovo che meriterebbe di essere approfondito”.
Passiamo ai risultati della perizia redatta dal collegio medico legale chiamato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta.
Viene esclusa l’ipotesi che Rossi possa essere stato narcotizzato prima del tragico volo: ipotesi “smentita in maniera scientificamente solida grazie agli esami tac che ci dimostrano che le lesività sono tipiche di una persona cosciente che impatta al suolo e che mette a protezione dell’impatto le gambe tese. Si è trattato di un’azione tipica di una persona perfettamente cosciente”.
Ma, aggiungono i periti, “sul corpo di Rossi ci sono nove lesioni che non sono compatibili con il meccanismo della precipitazione. Si tratta di lesioni allo zigomo sinistro, alla bozza frontale destra, alla pinna laterale sinistra, all’emi labbro sinistro. A nostro avviso – aggiungono – per il mancato sanguinamento, sono retrodatabili e pur non avendo capacità di analizzarle microscopicamente, possiamo dire che non possono andare oltre le 12, 24 ore precedenti la caduta. Possiamo escludere che siano auto inferte, magari accidentali”.
O, molto più probabilmente, segni evidenti di una colluttazione con almeno un paio di individui.
In basso, cliccando sui link, potete leggere alcuni tra i vari articoli e inchieste scritte dalla Voce sul caso-Rossi. Alla luce degli ultimi sviluppi, vi raccomandiamo quello del 18 febbraio 2018 (quattro anni fa) significativamente titolato: “Video taroccato e tabulati spariti”.
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