Basandosi sul dogma fascista di Zbigniew Brzeziński, Fadi Lama sostiene che la nostra economia globale si sta dividendo in tre parti diseguali: la NATO e i suoi vassalli, il Sud ricco di risorse e i tre Stati autonomi di Russia, Iran e Cina (RIC). La missione del soft e hard power della NATO sarebbe quella di mantenere le satrapie della NATO in stato di quiescenza, contenere i Paesi RIC e sfruttare ulteriormente il Sud.
Anche se i media a libro paga della NATO la etichetterebbero subito come una teoria della cospirazione (sic), è certamente uno scenario che vale la pena esplorare secondo le linee della grande strategia di Brzeziński. Per lo meno, spiegherebbe, come sottolinea Lama, gli evidenti fallimenti militari e di altro tipo della NATO dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.
Oggi la situazione è che la NATO è in prima linea in diverse guerre, non fa mistero dei suoi sforzi per contenere la RIC e il Sud globale è ancora una volta martoriato da crisi economiche che la NATO non gli permette di mitigare, tanto meno di contenere e risolvere.
La sicurezza alimentare
L’enorme domanda di cibo causata dai nostri alti tassi di urbanizzazione può essere soddisfatta solo con l’uso massiccio di fertilizzanti industriali. Nauru, per citare un esempio storico, era stata derubata di tutto il suo potassio dall’Australia, che ora usa la piccola nazione del Pacifico come campo di detenzione per i suoi indesiderabili, proprio come la Gran Bretagna intende usare il Ruanda come discarica.
Sebbene la Russia sia un esportatore chiave di fertilizzanti, copre solo il 15% dell’offerta globale e la Bielorussia, che i media della NATO criticano quasi quanto la Russia, in termini di fornitura non rientra nemmeno nella top 30.
Se i leader della NATO non riuscissero veramente a dormire per il fatto che i poveri non hanno abbastanza fertilizzanti, allora la NATO potrebbe facilmente aumentare le forniture sotto il suo controllo. Dal 2020, gli esportatori di fertilizzanti in più rapida crescita sono stati: Emirati Arabi Uniti (+2.989%), Nigeria (+423,8%), Arabia Saudita (+188%) e Oman (+126,2%), mentre i principali fornitori che hanno registrato gli aumenti più bassi nelle loro vendite internazionali di fertilizzanti sono stati: Stati Uniti d’America (+14%), Indonesia (+23,1%) e Israele (+23,8%).
Chiaramente, colmare il gap russo non dovrebbe essere un grosso problema, se la NATO fosse un’azienda normale. Detto questo, anche se, grazie al basso costo del gas, la Russia ha un notevole vantaggio competitivo nella produzione di fertilizzanti, questo è amplificato dall’enorme domanda che i produttori agricoli di Brasile, India, Argentina, Messico, Bangladesh, Indonesia e Pakistan hanno per il prodotto.
Se l’obiettivo [dalla NATO] è, come suggerisce Fadi, controllare il commercio internazionale di fertilizzanti, piuttosto che colmare le lacune della domanda, allora le pratiche dirompenti di divide et impera della NATO, di cui Brzeziński era stato il pioniere, iniziano ad avere un senso, tanto più se si considera che, tutte insieme, Bayer, Corteva, ChemChina e Limagrain controllano oltre il 50% dell’offerta mondiale di sementi, un processo accentuato proprio dalla struttura del mercato delle sementi, che discrimina i poveri senza diritti a favore dei grandi e potenti della NATO, i mega proprietari terrieri come Bill Gates, tanto per fare un esempio. La guerra dei fertilizzanti è parte integrante di questo scontro per il controllo alimentare globale di Davide contro il Golia della NATO.
Sebbene i media della NATO siano ben consapevoli di queste dinamiche, fanno ancora una volta della Russia il capro espiatorio per le azioni machiavelliche della NATO stessa. E accusano anche la Bielorussia, per la quale i fertilizzanti potassici rappresentano solo l’8,7% di tutte le esportazioni.
Anche se il Canada potrebbe rapidamente colmare parte della carenza provocata dal boicottaggio dei fertilizzanti russi aumentando la propria produzione di fertilizzanti potassici, poiché l’aumento della produzione di fertilizzanti azotati richiede molto più tempo e investimenti, questo consentirebbe l’ingresso in campo di altri attori al di fuori del controllo della NATO.
I principali Paesi produttori si trovano in Medio Oriente, che ha enormi riserve di gas ed è più vicino ai principali mercati asiatici ed europei rispetto al Canada. Tuttavia, se l’Iran, il Qatar e l’Arabia Saudita dovessero potenziare ulteriormente i loro impianti di produzione di ammoniaca e urea, il mercato internazionale dei fertilizzanti diventerebbe più indipendente dalla NATO, poiché questi Paesi competerebbero per le quote di mercato in Asia.
Sebbene le sanzioni statunitensi abbiano impedito alle aziende indiane e del Bangladesh di investire negli impianti iraniani, la maggiore cooperazione tra Iran e Cina risolverà probabilmente in breve tempo i problemi di finanziamento provocati dalla NATO.
Anche se l’Iran, il Bangladesh, l’India e gli altri Paesi dovrebbero, ovviamente, collaborare a pieno regime con questi progetti, l’UE sotto l’egida della NATO si oppone a tutti questi progetti perché “un piano per investire in impianti in Africa si scontrerebbe con gli obiettivi verdi dell’UE.”
La macchina propagandistica dell’UE sta lavorando alacremente per convincere le masse africane affamate che “le sanzioni dell’UE contro Mosca e Minsk non sono la causa dell’emergenza alimentare,” che, anche se l’UE impedisce agli Africani di ricevere fertilizzanti, non è responsabile del fatto che gli Africani non ricevono il fertilizzante russo di cui hanno bisogno e, cosa più incredibile, che gli Africani non dovrebbero cercare di impedire alla NATO di farli morire di fame a causa degli obiettivi verdi dell’UE.
Invece di aiutare gli Africani a sviluppare i propri impianti di fertilizzanti, la Commissione UE, presieduta dalla nota plagiatrice Ursula von der Leyen, ha posto il veto a questa ragionevole proposta in quanto “sostenere la produzione di fertilizzanti nei Paesi in via di sviluppo sarebbe incoerente con le politiche energetiche e ambientali dell’UE,” mentre gli Africani che pagano un occhio della testa per farsi spedire il fertilizzante canadese attraverso l’Atlantico, presumibilmente no.
Così, mentre il Sud America implora la revoca delle sanzioni NATO sui fertilizzanti russi in modo che i Latinos possano continuare a vivere, la von der Leyen insiste sul fatto che i Latini e gli Africani dovrebbero invece dipendere dalla cacca degli insetti [anche se i lombrichi non sono insetti ma anellidi, N.D.T.] per la loro stessa sopravvivenza. E, sebbene l’humus di lombrico sia ricco dal punto di vista nutrizionale, è, nella migliore delle ipotesi, una piccola nicchia di mercato che serve solo alla von der Leyen, al Principe Carlo e a tutti gli altri, come contentino da dare ai milioni di persone che muoiono di fame in Africa, Sri Lanka e India.
La soluzione a tutto questo sta nel rompere la morsa della NATO, affinché l’America Latina, l’Africa e il subcontinente indiano si uniscano e paghino la Russia, la Bielorussia, l’Iran e gli altri Paesi affinché forniscano loro i fertilizzanti e gli altri prodotti di cui hanno bisogno, augurino alla von der Leyen, al Principe Carlo, al Principe Andrea e a tutti gli altri buona fortuna con i loro vermi, e facciano sapere al mondo che le masse lavoratrici dell’India, dell’Africa e dell’America Latina hanno diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca di fertilizzanti sotto embargo tanto quanto la plagiatrice in capo dell’Unione Europea, che non ha mai lavorato onestamente un giorno solo in vita sua.
Declan Hayes
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2022/07/05/nato-fertilizer-wars/
05.07.2022
Scelto e tradotto daper comedonchisciotte.org
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