Wimbledon, profanato il tempio del tennis

Tennis, unico sport che ad ogni battuta, risposta, cross, smatch e altre varianti del botta e risposta tra avversari ha un suo audio d’incitamento, e sono suoni gutturali o sospirati, di accompagnamento ad azioni particolarmente faticose o che richiedono concentrazione. E altro: il ‘cam on’, il ‘vamos’ a commento di un colpo speciale, di un set vinto, di un’azione spettacolare. Ma anche comunicazioni non verbali: smorfie e soprattutto il famigerato ‘pugnetto’, più o meno accentuato, insolente. Altro, i tic e nessuno ne è esente. Leader assoluto è il fenomenale Nadal. Prima di lanciare in alto la pallina per eseguire una battuta, la mano sinistra tocca ripetutamente naso, orecchie, testa e da qualche tempo in qua pizzica i pantaloncini sul davanti,  dove gli slip comprimono i genitali e sul di dietro dove la stoffa si infilano tra i glutei. Altre manie: togliere  e mettere il cappellino durante le pause tra un game e l’altro, con la visiera sulla nuca o sulla fronte, fazzoletti arrotolati che cingono la testa,  battere la pallina in terra per decine di volte, prima della battuta (Djokovic), scoprire la pancia in attesa di rispondere (Zverev), passare una mano nei capelli (Federer) e lo storico retrocedere della Sharapova, spalle al terreno di gioco, una specie di passerella da manequin. Per tutti l’inutile stranezza di ricevere quattro palle (tutte uguali) e sceglie due per la battuta.

Ieri, due italiani sui courts londinesi. Sinner, che l’immenso Diokovic definisce top player: “E’ molto solido, ha tutti i colpi; servizio, risposta, dritto, rovescio. Mette pressione sugli avversari di continuo. Vedo in lui un po’ del mio gioco”. Il ‘ragazzo’ altoatesino ha liquidato con autorevolezza la sfida ad Alcaraz ‘picchiatore’ spagnolo, 19 anni e tanto talento. Ora deve superarsi per non soccombere al serbo, numero uno del mondo.

Sonego ha ceduto a Nadal e a proposito del sonoro nel tennis tra loro c’è stata palpabile tensione nel corso del set conclusivo, che il tennista italiano ha giocato accompagnando con commenti sonori a molti decibel ogni colpo dell’avversario. Nadal ha chiamato il giocatore italiano a centro campo e lo ha rimproverato. Pronte le scuse di Sonego, ma anche l’invito allo spagnolo di rivolgersi all’arbitro perché non è corretto chiamare a rete l’avversario.  A fine partita si è a sua volta scusato: “Mi sento in colpa, non volevo infastidirlo”. Il dubbio: furbata dello spagnolo per deconcentrare Sonego sul punteggio di 4 a 4?

Il confronto Kyrgios-Tsitsipas, a tratti ha degenerato in astio, in   rivalità tutt’altro che da gentleman. L’australiano e il greco non hanno nascosto il gradimento zero dei rispettivi comportamenti rabbiosi. Kyrgios, vincitore del match, ha coronato l’evidente ostilità con un’espressione ringhiosa, aggressiva. La sfida si è conclusa senza la rituale stretta di mano.

Casi nella norma, di nervosismo, di ansia da prestazione? Senza dubbio, ma anche eccessi di grinta alimentati dai dollari in palio per vincitori e non,  in proporzione a ogni avanzamento nella griglia che comprende turni iniziali e avanzati.


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