Chiunque, titolare di ruoli istituzionali, se cinese, americano, cittadino della Papuasia e tanto più se riveste il ruolo ‘spirituale’ di alto prelato, commette il ‘reato’ di ingerenza indebita nelle vicende politiche dell’Italia se esterna giudizi non richiesti, o peggio se si schiera apertamente con l’invito a votare per un partito e a non votare per chi considera ‘nemico’. Convinto di poter impunemente retrocedere al tempo della Dc e della Fiamma Tricolore, del loro ‘nobile’ pensiero: “I comunisti mangiano i bambini”, l’emerito (emerito? ndr) vescovo di Verona Zenti, in piena campagna elettorale, con una lettera di propaganda elettorale ha invitato i preti della sua diocesi e di riflesso i cattolici a votare per il candidato della destra, il destrorso Sboroina e soprattutto a non votare per Tommasi, poi fortunatamente eletto sindaco di centrosinistra. Zenti: “Votate i candidati attenti alla famiglia voluta da Dio, e non alterata dall’ideologia del gender”, che tradotto è un editto esplicito a favore della destra. E ancora: “Chi non è in comunione con il vescovo non può insegnare. In questo momento don Marco Campedelli non è in comunione con me”. Verona, i suoi giovani protagonisti della ‘rivoluzione’ che ha sconfitto la ‘vocazione’ razzista della città, ha manifestato in favore del sacerdote Marco Campedelli, insegnante di religione ‘sospeso’ da Zenti (e non era nelle sue facoltà) per aver criticato la sua iniziativa propagandistica. “È stato scorretto. Oltre ad aver tentato di influenzare il voto in campagna elettorale ha messo le mani nel mondo della scuola. Zenti sappiamo chi è, non è la prima volta che assume atteggiamenti di questo genere. L’aveva già fatto con dichiarazioni pesanti vero la comunità Lgbt”. “Prima di andar via ha voluto punire il sacerdote che ci ha insegnato a tenere alti i valori della libertà e della giustizia”. Papa Francesco non ha esitato: ratificato il pensionamento di Zenti, ha nominato vescovo di Verona il ‘bergogliano’ Pompili, per anni portavoce della Conferenza Episcopale e ha commentato così la nomina: “Ho apprezzato la sua capacità di sintesi e mediazione tra sensibilità diverse così come la vicinanza agli ultimi”. Cortellesi, sindaco di Amatrice, paese distrutto dal terremoto: “Pompili (ex vescovo di Rieti) per noi è un simbolo di speranza, di rinascita, di solidarietà a 360 gradi. Con grandi capacità, sensibilità umana e spirituale, è stato vicino alla nostra popolazione nei momenti più duri, non limitandosi a semplici dichiarazioni di circostanza o a sostegni provvisori, ma accompagnando in prima persona processi virtuosi, creando le basi umane e collettive della nostra ricostruzione”.
(nella foto il vescovo Zenti, Giorgia Meloni e l’ex sindaco Sboarina)
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