“Salto della quaglia”, popolare sport italiano

Non si “giocasse” sulla pelle degli italiani, gli scrittori di comics avrebbero di che riempire le pagine di libri e giornali con l’indecente del teatrino in cui recitano i burattini della politica. Parliamo dall’insulto alla coerenza che consente ai parlamentari di dire ciao al partito che li ha eletti, peggio ai cittadini che li hanno votati e di trasmigrare altrove, talvolta rimanendo nell’ambito dell’area di appartenenza e in non pochi casi saltando a piè pari lo steccato per approdare in schieramenti opposti a quelli di partenza. Per rimanere alla cronaca degli ultimi tempi sarebbe clamoroso ovunque, tranne che in Italia, il caso di Verdini, gran cerimoniere di Forza Italia che indispettito per la sottrazione di potere ha dato vita a un gruppo autonomo e ha preso a votare sì ai provvedimenti del governo Renzi. E che dire del regalo milionario ricevuto da Sergio De Gregorio per passare a Forza Italia…

Fresco, fresco è il nastro appeso da Fassina, fuoriuscito dal Pd, per la nascita di un nuovo soggetto politico, coautori Civati, Sel e compagni con il plauso di Landini e della Camusso, Fiom e Cgil, ma il dissenso di Bersani e Cuperlo. Salvini, sul fronte “nemico”, con la truce prepotenza del ghigliottinatore, ha costretto Berlusconi, invano restio, a partecipare alla cerimonia della propria defenestrazione, subìta in modo perentorio come la programmata umiliazione culminata a Bologna che ha sommerso di fischi l’ex cavaliere. Il leader della destra sono io, ha proclamato lancia in resta il rozzo leghista. Non ha perso né il pelo, né il vizio e ha rivolto al ministro Alfano un pensiero gentile (di solito gli insulti sono più indecenti): “Incapace e cretino”. La replica: “Quaquaraquà incolto e ignorante”. Che sinfonia, che charme, quale compostezza!

In tema di complimenti non è secondo a nessuno Gasparri. Anna Finocchiaro – lo riporta Sebastiano Messina, acuto corsivista in uno dei suoi “Bonsai” quotidiani di Repubblica – ha descritto la resa di Berlusconi alla Lega come la condizione di una “valletta servente di Salvini”. La replica è dell’irresistibile Gasparri che, considerata l’età, l’ha invitata a partecipare alla selezione delle ‘velone’. Quisquilie, avrebbe chiosato il principe De Curtis, il “meglio” (si deve ancora a Messina), va riconosciuto alla strega di 5Stelle, al secolo Paola Taverna, che rivolta a Barani, autore del gestaccio sessista in parlamento, lo ha gratificato con un “ ‘A porco, maiale, zozzo”, con marcato accento romanesco. Il succo della domenica in piazza della destra è il viale del tramonto di Berlusconi, messo nell’angolo dal razzista Salvini ed è legittimo commentare “si stava meglio prima”. Torniamo alle funamboliche metamorfosi politiche e alla velenosa vendetta di Fassina, che non ha mai digerito ruoli di secondo piano nel Pd e nel governo. Con una giravolta degna di un contorsionista, dimenticata in un amen la conflittualità antigrillina, si dichiara antagonista di Renzi (non ci voleva la zingara per capirlo) e in sintonia con Sel (altrettanto antagonista di 5Stelle fino a qualche giorno fa) proclama di sostenere i pentastellati, di essere disposto a votare per il candidato di quel Movimento a sindaco di Roma. Il rampante e irrequieto oppositore di Renzi si guarda bene dal confrontarsi con la qualità del governo presieduto dal suo ex segretario e si propone di non incappare nel default elettorale con la sua creatura in fasce della cosiddetta cosa rossa. Tra le priorità (tutto qui?) di Fassina e compagni anche il no all’abolizione della tassa sulla prima casa, perfino ora che il governo ha escluso dal beneficio abitazioni prestigiose, ville e castelli. Un’altra battaglia dei fuoriusciti cruciale (?) per il futuro del Paese, ma condivisibile, si annuncia contro l’innalzamento a tremila euro dei pagamento in contanti che favorirà il riciclo di denaro sporco. In Italia la strada maestra della democrazia somiglia molto a una via crucis.

A proposito di Bologna e dell’adunanza di destra. Passava di lì Gianluca Buonanno, come non ricordarsi di lui? E’ l’eurodeputato che nel corso di un’intervista su Sky ha mostrato più volte alla telecamera una pistola. E’ lui che ha promesso ai concittadini di Borgosesia un sussidio per compare armi. Riconosciuto dagli oppositori della manifestazione leghista e fischiato sonoramente, si è scagliato contro i contestatori e ha inveito contro la polizia. Che dire, meno male che milita nella lega Nord di Salvini. Si spera che faccia meditare chi avesse l’intenzione di aggregarsi al partito di Borghezio.

Nella foto Fassina e Civati


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