Si riaprono (o meglio si aprono, forse) le indagini sui uno dei gialli più ‘sotto-attenzionati’ dai media a stelle e strisce, e quindi anche meno conosciuti dalla pubblica opinione Usa.
Si tratta della quanto meno ‘misteriosa’ (e recentissima) ‘morte’ di Mark Middleton, consigliere personale di Bill Clinton ai tempi della scalata e poi della presidenza alla Casa Bianca.
La notizia viene data dal ‘Daily Mail’, ma non ha trovato ulteriore eco tra gli altri mezzi d’informazione.
Forse perché il caso è più che mai imbarazzante?
Perché si tratta di un giallo per può tirare in ballo pezzi da novanta?
La stessa famiglia fa muro e non vuole che trapelino nel modo più assoluti particolari e dettagli di quella tragica fine. Ha addirittura fatto causa a chi ha cercato di scavare più a fondo.
Neanche sessantenne, Mark Middleton è stato per molti anni consigliere speciale di Super Bill. Poche settimane fa, ad inizio maggio, è stato trovato appeso ad un albero all’Heifer Ranch, a un tiro di schioppo da Perryville, nell’Arkansas.
Ma la circostanza che avrebbe dovuto far saltare sulla sua sedia anche il più inesperto tra gli sceriffi o comunque i tutori dell’ordine della zona non è tanto l’impiccagione, già di per sé irrituale e di complessa esecuzione per chi ha intenti suicidiari: ma il fatto che il petto di Middleton è stato anche trapassato da un proiettile sparato da un colpo di fucile.
Arduo, a questo punto, parlare di ‘suicidio’, per la estrema difficoltà della doppia operazione: impiccarsi e spararsi al petto in un ‘colpo’ – è tragicamente il caso di dire – solo.
Ecco le dichiarazioni a botta (o botto) calda rilasciate dallo sceriffo della contea di Perry, Scott Montgomery. “Non conosco l’uomo, e non so perché abbia scelto la nostra contea o scelto quel luogo per suicidarsi. Per quanto ne sappiamo, non era mai stato lì prima e non abbiamo registrazioni che ci sia stato prima”.
Strano che il reporter che ‘Daily Mail’ non abbia subito chiamato un’ambulanza per chiedere il ricovero dello sceriffo, in evidente stato confusionale. Il tutore della legge Usa parla con sicumera di ‘suicidio’ quando anche un bimbo saprebbe spiegargli che non è proprio così. Ma l’assillo per pervade la geniale mente dello sceriffo è quello del ‘perché’ Middleton abbia scelto proprio la loro contea, quel luogo e caso mai quello specifico albero per compiere l’insano gesto.
Ma va be oltre, lo sceriffo da bar (dove evidentemente attinto parecchie pinte di birra) e riferisce all’attonito cornista: “E’ morto per una ferita da arma da fuoco autoinflitta al petto. Ha trovato un albero, ha preso un tavolo, è poi salito su quel tavolo, ha preso una prolunga, l’ha piazzata intorno ad un ramo, se l’è messa al collo e si è quindi sparato al petto con il fucile”. Testuale.
Non soddisfatto, aggiunge altri dettagli all’ormai famelico cronista: “Era molto evidente che il fucile funzionava bene perché non c’era molto sangue o altro sulla scena. Puoi dire che l’esplosione del fucile era sul suo petto, puoi dirlo perché c’è un buco nel petto e i pallini sono usciti dalla parte posteriore della sua schiena. E’ stato decisamente auto-inflitto, secondo noi”.
Elementare, Watson, tutto fila come l’olio. Ma ci chiediamo ancora in quale reparto psichiatrico sia poi stato portato d’urgenza lo sceriffo e a quali cure e trattamenti venga ora sottoposto.
Una story del genere avrebbe dovuto sollevare un putiferio negli States. Invece un silenzio quasi tombale.
Cerchiamo di scoprire qualcosa dal passato. Scrive il sito di contro-informazione ‘Renovatio 21’: “Negli anni ’90 Middleton ha servito da filo conduttore tra Clinton e il pedofilo defunto miliardario Jeffrey Epstein, avendo organizzato almeno 7 delle 17 visite che Epstein fece alla Casa Bianca, e ha volato lui stesso più volte sul ‘Lolita Express’, secondo il Daily Mail”.
La Voce ha più volte scritto del giallo Epstein, conclusosi con il ‘suicidio’ nel carcere di massima sicurezza di New York (potete leggere qualche articolo cliccando sui link in basso).
Continua ‘Renovatio 21’: “Alcune fonti vicine all’uomo avrebbero detto al sito ‘Radaronline’ di dubitare del suicidio di Middleton. ‘Tutti quelli che conosco qui, che hanno lavorato con Mark, sanno che è fisicamente impossibile che si sia suicidato. Non riusciva a tenere fisicamente un fucile e l’ha fatto a se stesso? Non sapeva niente di armi, odiava le pistole, non sapeva cambiare una lampadina da solo, figurarsi se sapeva mettersi un cappio al collo! Era la persona meno abile fisicamente che abbia mai incontrato in vita mia. Era molto intelligente, bravo con le scartoffie, gli aspetti legali e tutto il resto, ma non riusciva a prendersi neanche cura di se stesso!”.
La fonte, rimasta ovviamente anonima, sarebbe un ‘ex socio terrorizzato di Middleton’.
Eppure, calma piatta nel mainstream a stelle e strisce.
Segno che il giallo Epstein, soprattutto per tutti i pezzi da novanta a livello internazionale coinvolti dal faccendiere (dallo stesso Clinton a Bill Gates fino al principe Andrea d‘Inghilterra) nei festini popolati da minorenni extralusso, fa ancora tremare mezzo mondo!
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