Un amore diverso. Un alfabeto ai più ignoto. Un sentimento che nasce, cresce, si sviluppa giorno per giorno. Una corrispondenza d’amorosi sensi che si fa sostanza quotidiana, si fa sguardo, carezza, effusione, complicità. Un linguaggio diverso, per cuori diversi, per sensibilità che cercano altro e oltre: oltre gli schemi, gli stereotipi, gli ‘usi e costumi’ d’epoca. Un mondo capovolto, dove vedi i suoi occhi e ti si apre il mondo davanti, senti la sua presenza al tuo fianco, avverti che lui/lei ti sente: e più di tante altre finte presenze, di (dis)umane presunte vicinanze. Loro sono lì, al tuo fianco, schietti, sinceri, trasparenti come il cielo più limpido del mondo.
Non rubano, loro. Non delinquono. Non fanno stragi né compiono reati di mafia. Non prendono tangenti, né mazzette per farsi strada. Non corrompono se non con il loro sguardo. Non ti pugnalano alle spalle, non ti calunniano. Non ti derubano di cose o sentimenti.
Sono loro, gli “angeli con la coda”, i protagonisti di “Un amore diverso”, autore Ornella Zerlenga, docente alla facoltà di Architettura di Napoli che ha realizzato un vero miracolo: raccogliere, in un volume, le dediche dei “padroni” ai propri amati quattrozampe, le scritte incise sulle piccole lapidi che si trovano ne “Il riposo di Snoopy”, il cimitero immerso in un’oasi verde di Varcaturo, a pochi chilometri da Napoli, nell’area flegrea. “La vista di tante lapidi – scrive Zerlenga – abbellite da foto, piante, fiori, girandole, decori personalizzati – mi ha immediatamente emozionata e, al contempo, sorpresa. Erano così tante le persone che, come me, avevano condiviso il desiderio di onorare l’Amore provato sentendo il bisogno di volerne conservare la memoria attraverso la sepoltura in un luogo dedicato nonché di rendere pubblico quell’Amore incidendolo per sempre nella pietra sotto forma di epitaffi. E così, è stato inaspettato il turbamento nel leggere quanto diffuso fosse questo ‘strano’ e potente sentimento di Amore, fino al punto di voler Loro dedicare il culto ancestrale della sepoltura che rappresenta l’ultimo segno tangibile di rispetto per la loro Vita”.
Non solo gli epitaffi, le frasi d’amore, le centinaia di dediche, nel libro di Ornella Zerlenga. Ma anche alcuni interventi sul tema di questo amore diverso, e poco – dai cosiddetti “umani” – compreso. Ecco uno stralcio dall’intervento di Jolanda Capriglione, docente universitaria di filosofia. Che “veste” i panni del suo amato Bijou: “Affetto, soprattutto, tanto affetto, fedeltà, fiducia fino alla morte e, a volte, anche dopo: sono tante le storie di miei amici cani che continuano a cercare i loro ‘padroni’ per mesi, per anni rifiutando l’idea stessa che siano scomparsi. Un cane non abbandona mai il suo padrone, se non si perde senza sua colpa, mentre accade spesso, purtroppo, che tanti uomini senza cuore né cervello ci lascino per strada, se tutto va bene”.
Scrive lo psichiatra Antonio D’Angiò. “Lo si legge chiaramente nella quasi totalità degli epitaffi che Ornella Zerlenga ha raccolto e disposto con impareggiabile cura nelle pagine di Angeli con la coda: la perdita di un animale porta con sé un dolore immenso e testimonia di un autentico lutto, profondo e vero”. Da particolare significato quanto D’Angiò commenta a proposito degli “sguardi”, in particolare “lo sguardo reciproco tra il cane e colei (o colui) che ha vissuto insieme al cane – prendendosene cura – un periodo della propria vita, come l’elemento chiave nello sviluppo del mondo intero del cane. L’invariabilità del viso di chi se ne pende cura offre al cucciolo ma anche al cane giovane un senso primitivo di ‘storia’, di continuità attraverso il tempo che è indispensabile per la costruzione del senso del sé o se si vuole della propria semplice presenza”. E riporta alcuni intensi versi di Andrea Scansi nel suo libro “I cani lo sanno”. “E’ tutta una questione di sguardi. / E’ sempre stato così. Il nostro – quello degli umani – è proiettato in avanti, / spesso miope, quasi sempre selettivo. / Il loro – quello dei cani – è ancorato al suolo. / Ed è il loro punto di vista basso, umile, mai servile, stoicamente onnipresente che ci insegna a essere umani”.
Molto significative, a questo punto, le parole di Veronica Mormone, che Ornella ha conosciuto durante una delle passeggiate con il suo Buch e poi con Piccola nel Bosco di Capodimonte. Veronica (che ha sempre Matteo nel cuore) rammenta una frase di Byron: “I cani sono esseri superiori e se ne vanno solo quando vedono la loro anima riflessa nel padrone”.
E all’ingresso del “Riposo di Snoopy” ad accogliere sono proprio alcune parole di Lord Byron, incise nel legno: “Qui riposano coloro che in vita ebbero la bellezza senza vanità, il coraggio senza crudeltà, tutte le virtù degli uomini senza i loro difetti”.
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