OLTRE IL 2023 / ECCO LE TRUPPE DEL “DRAGHI FOREVER”

Ora il congresso di ‘Azione’, la nullità politica inventata da un signor nessuno come Carlo Calenda, diventa miracolosamente l’ombelico del mondo.

Tutti allineati e coperti, al congresso, i leader dell’Armata Brancaleone in campo per appoggiare l’esecutivo paramilitare comandato dal Maggiordomo al Britannia 1992, Mario Draghi.

Letta col suo genuflesso PD, Speranza a bordo dell’ectoplasma LEU, Toti e i suoi Coraggiosi, Rosato per la Renzi band, Della Vedova con la sua Europetta, in collegamento video il leghista governativo Giorgetti. L’assenso dell’ex steward del San Paolo Di Maio è scontato, così come la rottura con l’impalpabile Conte.

Improvvisa, scocca la scintilla. Abbiamo trovato la formula magica per tirare avanti (noi) per un bel pezzo, e chissenfrega se l’Italia affonda.

Ecco la prodigiosa ricetta: “Draghi forever”, Draghi anche oltre il fatidico voto 2023, Draghi da qui all’eternità.

Renato Brunetta

Celebra il pariolino in Azione: “Se dopo le elezioni 2023 ci sarà la stessa maggioranza di oggi, voglio vedere chi potrà dire ‘governa Michetti’, ‘Draghi non vuole fare più politica’. Adesso abbiamo un bel campo largo”.

Gongola il forzista Renato Brunetta, “Draghi’s mini shadow”, come lo   ribattezzano nelle redazioni estere: “Serve un patto tra riformatori.  Adottiamo il metodo Draghi anche dopo il 2023”. E continua: “Quello di Draghi è un riformismo ‘germinatore’, dunque è atteso alle prove per la sua replicabilità. E’ la sfida di quest’anno, ma anche del 2023 e oltre”.

Adesso abbiamo anche un Draghi-Germinator…

C’è chi retrospettivamente ricostruisce: “Hanno organizzato una sceneggiata in piena regola. Era tutto già ben studiato, e da mesi, a tavolino. Mattarella bis e Draghi per sempre: due piccioni per afferrare altri due grossi piccioni, e cioè per rispondere ai desideri che sono diventati man mano ordini, quelli di Confindustria e degli Stati Uniti-Europa-Nato, visto anche il contesto internazionale in ebollizione”.

I segnali, del resto, per chi voleva vederli e interpretarli c’erano tutti, eccome.

25 settembre. La platea di Confindustria tributa un’ovazione a Super Mario. E tra i delegati all’assemblea sale la richiesta di un governo forte, che sappia cavalcare l’onda lunga del PNRR. Sottolinea il numero uno Bonomi: “Ci auguriamo vivamente che Draghi continui nella sua attuale esperienza. Il più a lungo possibile”.

Andrea Marcucci

Fa capolino Andrea Marcucci, cuor renziano dentro il PD: “Lo scenario con Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023 coincide con il desiderio di tanti e, cosa più importante, con l’interesse del Paese”.

Se lo assicura lui…

Il tam tam fa proseliti negli ambienti diplomatici: “Per noi la cosa migliore è la stabilità. Niente cambi perché niente cambi: quindi doppio Mattarella e lungo Draghi. Ma vi pare mai possibile che scoperta la formula giusta, trovata la magica quadra, poi tutto venga smontato? Ma dove lo prendete uno con il suo peso per governare il quasi impossibile, in un momento come questo e con partiti che ormai sono completamente allo sbando? Vi dovete rendere conto che non avete nessuna altra via

di uscita perché siete sotto un doppio tallone, quello del PNRR e del debito pubblico da un lato, e quello delle alleanze internazionali dall’altro. Da qui non potete scappare”.

Padroni & americani, dunque, uniti nella lotta, e da tempo, perché non muti lo status quo: Italia scendiletto, cittadini sempre più calpestati e presi per il culo.

Ma adesso lorsignori – le frattaglie di queste bande para-partitiche –  fanno anche la sceneggiata: e fingono di volere loro, a questo punto, il “Draghi forever”. Vogliono far credere, al popolo bue, di aver scoperto loro la formula magica, il toccasana per tutti i nostri mali quotidiani.

Sorgono spontanee un paio di domande.

Ma si rende contro il PD di aver ormai perso anche il minimo straccio di identità, oltre che di credibilità?

Cosa rappresenta, a questo punto? Quale progetto di società diversa, alternativa, più socialmente giusta può mai coltivare, visto lo stato in cui è (si è) ridotto?

Un ectoplasma ormai diventato il giocattolo nelle mani di quelli che un tempo si chiamavano poteri forti, le banche, la grande finanza, le multinazionali. Lo scodinzolar plaudente davanti all’ex capo della BCE ne è la raffigurazione plastica.

Non si rendono conto, ormai, Letta & C. che stiamo piombando in un regime che peggiore non si può?

Che è stata fatta letteralmente a pezzi l’un tempo intoccabile Costituzione?

Che siamo arrivati perfino a legittimare i licenziamenti, una bestemmia fino a qualche anno, qualche mese fa?

Che i sindacati, ugualmente, sono del tutto scomparsi, vaporizzati, spariti nel nulla?

Sarebbe fondamentale dar vita ad un raggruppamento-contro: contro questa accozzaglia che finirà per massacrare quei pochi brandelli che ancora restano di democrazia.

In grado di rappresentare esattamente l’opposto di quanto sinistramente progettato dal “Draghi forever.”   

Ma per adesso non si vedono possibili protagonisti pronti a scendere in campo. Solo un desolante deserto.

Eppure i cittadini sono incazzati e non ne possono più.

Ci vuole organizzazione, era il motto di Lenin. Oggi una chimera. Mentre

le truppe del Draghistan sono super equipaggiate e super organizzate.

Che fare?


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