Circolo Posillipo – Nuovo presidente per battere il degrado. Ce la farà?

Un degrado “che è sotto gli occhi di tutti”. La piscina in cui si allenano i ragazzi “rimasta scoperta da oltre un anno per problemi alla struttura portante del tendone”. Un’altra, la Poerio, “nel più completo degrado e al limite della pericolosità, con impianti elettrici obsoleti e in alcuni casi non a norma”, senza contare “le condizioni precarie della palestra e degli spogliatoi”, o “cucine, bar e ristorante privi di tutto, anche di una semplice tazzina”.

 

A sfilare il cachier de doléance sulla fatiscenza degli impianti al Circolo Nautico Posillipo di Napoli, uno dei più antichi e blasonati della città, non è un socio esasperato per i pessimi risultati ottenuti negli ultimi anni dalla gestione delle elevatissime tasse sociali (altro capitolo dolente, come vedremo), bensì il suo nuovo presidente Filippo Parisio, una laurea in Giurisprudenza ed una brillante professione di promotore finanziario, nella lettera spedita ai soci lo scorso 2 dicembre, in cui annuncia che occorreranno nuovi sacrifici economici per sanare almeno in parte i guasti del passato.

 

Filippo Parisio

Origini beneventane, discreti trascorsi da calciatore ed una carriera di bancario interrotta precocemente, Parisio si è presentato, fin dalla sua candidatura alla presidenza del Posillipo, come l’uomo della svolta. Con queste credenziali, battendo l’uscente Vincenzo Semeraro, è stato eletto alla guida del sodalizio lo scorso 26 settembr

 

E i primi atti del suo mandato sembrano imprimere davvero il segno della discontinuità, a cominciare proprio dalla impietosa, ma vera, lettera del 2 dicembre, nella quale annuncia anche il voto unanime del consiglio direttivo alla proposta di “far ricorso alle banche calcolandone anche gli oneri”, senza nascondere che ciò comporterà “l’aumento di tutte le quote sociali nella misura del 25%”, quote che fra pochi giorni, dal 1 gennaio 2022, “passeranno per tutti a 150 euro al mese”.

Sani propositi, certo, che però non sono andati giù a molti soci, furibondi per il fiume di denaro speso in questi anni, ma soprattutto alle numerose neo socie reclutate negli ultimi mesi con il miraggio di una quota “rosa” da 100 euro al mese invece di 150, nonché una tassa sociale a rate, pagabile con 500 euro all’anno per 4 anni, invece dei 2.000 tutti in un’unica soluzione. Invece ora, dopo pochi mesi dall’iscrizione, si vedono balzare la quota a 150/mese, cioè al livello di tutti gli altri, “con un’aperta violazione del nostro contratto di iscrizione”, sbotta una di loro.

 

Bollenti le chat delle new entry che, dopo la lettera del presidente Parisio, s’infuriano anche per il tentativo, poi fallito per mancanza del numero legale, di chiedere un’una tantum da 200 euro per riparare la copertura della piscina. Altro tasto dolentissimo, questo, specie per i pericoli cui vanno incontro coloro che tuttora frequentano le lezioni di nuoto, come fa notare una socia tra le più agguerrite.

 

Disperate, le signore hanno affidato il loro j’accuse al Mattino, cui qualche giorno fa hanno spiegato che “manca una progettualità più complessiva”, tanto che “si procede a tentoni”, mentre sul Circolo incombe ancora lo spettro del contenzioso con il Comune di Napoli.

Già perché, come la Voce aveva già ricostruito ai tempi della presidenza Semeraro, lo scorso anno era piombata come un fulmine sul Circolo la lettera del Servizio Patrimonio del Comune di Napoli che fissava a breve termine la fine locazione dell’immobile, prima dello sfratto definitivo. Per non parlare dei debiti accumulati relativi a fitti arretrati e tasse comunali.

 

Ed era stato proprio l’attuale presidente Parisio, insieme ai soci Maurizio Marinella ed Amedeo Acquaviva Coppola, a sollevare fin da allora il problema, con un accorato documento nel quale già scriveva che “con grande amarezza e sofferenza abbiamo la sensazione di perdere il nostro amato Circolo, fucina di campioni olimpionici, mondiali, europei e italiani e palestra di giovani napoletani avviati alle molteplici discipline sportive e naturalmente tolti dalla strada”. Di qui l’appello: “Chiediamo a tutte le Autorità di questa città e della Campania di accompagnarci in questo difficile e tortuoso cammino. Ciò per evitare di perdere definitivamente quello che il Circolo Nautico Posillipo ha rappresentato e rappresenta per Napoli per i napoletani e per l’intera Italia”.

 

La sfida oggi è dunque tutta nelle mani del dinamico presidente Parisio, ma quello che tutti si domandano è se potrà mai farcela, visto che fioccano le disdette dei soci e sale alle stelle il malpancismo di quelli che restano. A cominciare dai rischi tuttora incombenti sui frequentatori per il degrado, ammesso dallo stesso neo presidente, di strutture come bar e ristorante. Per continuare con la recente “visita” al Circolo di Guardia di Finanza e Carabinieri, poco prima dell’insediamento di Parisi, per ipotesi di posti barca fittati al nero. Una perquisizione che sarebbe scattata dopo la lettera, rimasta anonima, di un socio imbufalito. E della quale si attendono ora gli esiti.

 

A fronte di tutto questo, qualcuno addirittura avanza l’ipotesi di un commissariamento del Circolo, soluzione che potrebbe liberare la presidenza da un fardello così difficile da gestire e, contemporaneamente, offrire ai soci garanzie di un risanamento efficace, indipendente dai portatori delle vecchie logiche, che pure tuttora in alcuni vertici resistono, tanto da arrivare al tentativo di fare cassa a tutti i costi, ben oltre le logiche di equità e di saggia ripartenza enunciate dal presidente Parisio.


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