Secondo l’ultimo rapporto redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, il numero totale dei morti per Covid è di gran lunga inferiore rispetto alle cifre fatte segnare dalle statistiche ufficiali, che parlano di oltre 130.000 vittime.
La cifra ‘reale’, infatti, stando alle elaborazioni dell’ISS, è di 3.783 decessi, appena il 2,9 per cento di quelli registrati a partire da febbraio 2020, la tragica dead line iniziale.
Una cifra sbalorditivamente ‘piccola’, e ben inferiore rispetto alle medie di decessi stagionali causate dall’influenza. Un’inchiesta della Voce pubblicata il 22 febbraio 2020, a meno di un mese quindi dallo scoppio della pandemia, era titolata: “La maxi fake del Coronavirus / E la ‘normale’ influenza ammazza 190 volte di più”. Val la pena, oggi, di rileggerla (trovate il link in basso).
Non è certo finita qui. Perché sono stati appena resi noti, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Bolzano, i risultati di alcune autopsie, condotte su persone che sono morte a pochi giorni dalla somministrazione del vaccino anti covid. I referti sono stati stilati da due patologi tedeschi e i risultati sono “agghiaccianti”, come sottolinea Heike Muller, medico di base e traduttrice ad un seminario che si è tenuto il 20 settembre all’Università di Reutlingen, in Germania.
Ultimo tassello del tragico mosaico: non si hanno stime ufficiali sui decessi per vaccino, ma negli Stati Uniti – come la Voce ha documentato giorni fa – alcuni ricercatori ed epidemiologi parlano di 150.000 morti nei soli USA; da noi la cifra pare attestarsi intorno alle 13 mila unità.
Mentre l’allergologo-massone Roberto Burioni nel salotto di Fabio Fazio su Rai3 (una tivvù pubblica, non un’antenna rionale) parla di un morto, 1 di numero, in tutto il mondo a causa del vaccino: quel decesso – precisa il Mago di Brevetti & Provette – si è verificato in Nuova Zelanda.
Tanta carne a cuocere, un mare di numeri da brivido sui quali occorre ragionare, uscendo dal pantano di fake news nel quale ci hanno affondato, fin dall’inizio della pandemia, sia il nostro governo (e i governi occidentali) che i media, impegnati in una nauseante campagna disinformativa.
I NUOVI NUMERI DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
Uno dei pochi, da noi, ad avere il coraggio di parlarne, o meglio di scriverne in un suo pezzo, è il direttore de ‘Il Tempo’, Franco Bechis. Eppure non si tratta di un Istituto diretto da no vax o da complottisti di sorta.
Scrive Bechis: “Secondo il nuovo rapporto (che non veniva aggiornato da luglio) dell’Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza. Sembra un’affermazione strampalata o da no vax, ma secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’Istituto solo il 2,9 per cento dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19. Quindi, dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto, solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Perché tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da 1 a 5 malattie che secondo l’ISS dunque lasciavano già loro poca speranza”.
Dettaglia Bechis, sulla scorta dei numeri forniti dall’ISS: “Addirittura il 67,7 per cento ne avrebbe avuto insieme più di 3 malattie contemporanee, e il 18 per cento almeno 2 insieme. (…) Secondo l’ISS, il 65,8 per cento degli italiani che non ci sono più dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa, il 23,5 per cento era anche demente, il 29,3 per cento aggiungeva ai malanni un po’ di diabete, il 24,8 per cento pure fibrillazione atriale. E non basta: il 17,4 per cento aveva già i polmoni ammalati, il 16,3 aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni; il 15,7 per cento soffriva di scompenso cardiaco, il 28 per cento aveva una cardiopatia ischemica, il 24,8 per cento soffriva di fibrillazione atriale, più di 1 ogni 10 era anche obeso, più di 1 su 10 aveva avuto un ictus e altri ancora sia pure in percentuale più ridotta aveva problemi al fegato, dialisi e malattie auto-immuni”.
Nessuno scienziato di grido, nessun Vate o Saltimbanco che ogni sera popola le nostre tivvù ha finora pronunciato una frase di commento, nemmeno una parola, neanche una sillaba sui freschi dati forniti dall’ISS. Tutti zitti e muti, allineati e coperti.
Eppure, di fronte a queste cifre c’è da sobbalzare sulla sedia, c’è da chiedersi – a questo punto – in base a quali criteri hanno potuto agire le nostre autorità (sic) politiche, in base a quali numeri s’è mai potuto regolare il ‘Comitato Tecnico Scientifico’, quel CTS che ne ha raccontate di tutti i colori, per mesi, agli italiani, facendo liberamente pascolare le bufale, le autentiche fake news, nei sempre più vasti campi della disinformazione.
Gli italiani hanno diritto alla conoscenza reale dei fatti, non possono essere trattati come mandrie di imbecilli. E, sempre su questo fronte, devono conoscere tutta la verità sui vaccini, e soprattutto sugli effetti collaterali, i danni prodotti, che invece vengono totalmente nascosti, sepolti, censurati.
Perché, da noi, i risultati delle autopsie sono sempre inaccessibili? Praticamente top secret? Come mai non è possibile conoscere i reali motivi dei tanti (non uno al mondo, secondo il Burioni-pensiero!) decessi
in seguito alla somministrazione dei vaccini?
La stessa cosa successe proprio dopo lo scoppio della pandemia, per tutto quel tragico 2020, quando le autopsie erano addirittura vietate per legge: come pretesto, il pericolo di infezioni per i sanitari che dovevano effettuarle, il rischio di ulteriori contagi. Una autentica pezza a colori, costruita in modo ‘scientifico’ per nascondere la verità dei fatti, per negare l’evidenza di tante morti che – come oggi sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità – avevano altre origini, altre cause, altre patologie (spesso più d’una) a monte. Perciò, all’epoca, al bando le pericolose autopsie, le uniche in grado di puntare i riflettori sul Covid reale e su quello farlocco, cioè letteralmente inventato a tavolino dalle ‘Autorità’, scientifiche e politiche.
GLI CHOCCANTI RISULTATI DELLE AUTOPSIE TEDESCHE
Copione ben diverso, per fare un solo esempio, in Germania, dove alcuni ricercatori e medici coraggiosi hanno voluto vederci chiaro. Come è successo attraverso gli studi condotti soprattutto in due università, quella di Heidelberg e quella di Reutlingen.
Nel primo, prestigioso ateneo, lavora Peter Schirmacher, direttore dell’Istituto di Patologia, il quale sta guidando un team di ricerca sul ‘Progetto Autopsia Covid 19’, sovvenzionato dallo Stato. Fino ad oggi ha eseguito una quarantina di autopsie su morti vaccinati. I risultati, secondo gli esperti, sono “choccanti”, con un 30-40 per cento di casi dove risulta che la causa del decesso è proprio nel vaccino. Il patologo ha riscontato “effetti collaterali rari ma gravi della vaccinazione, come la trombosi venosa cerebrale e le malattie autoimmuni”.
“Sconvolgenti”, poi, i risultati dei primi referti condotti da un tandem di patologi, Arne Burkhardt e Walter Lang, dell’Università di Reutlingen, che hanno realizzato uno studio in collaborazione con un ingegnere elettronico, Werner Bergholz.
Secondo i dati illustrati dalla dottoressa Heike Muller nel corso di una conferenza stampa, sono state trovate “infiammazioni del muscolo cardiaco (miocardite) di varia gravità”.
“Sono state trovate microparticelle nel tessuto polmonare”.
“I linfociti sono impazziti in tutti gli organi”.
Anche durante il seminario di Reutlingen, sono stati mostrati “accumuli di linfociti in una grande varietà di tessuti, dal muscolo cardiaco al rene, al fegato, alla milza fino all’utero. Vi sono immagini in cui il tessuto è stato attaccato in modo massiccio dai linfociti. Si registrato distacchi di cellule endoteliali, ossia le cellule lisce che formano la parete dei vasi sanguigni, grumi di globuli rossi che alla fine causano trombosi, e cellule giganti che si sono formate intorno a corpi estranei intrappolati”.
I due patologi hanno affermato di non aver mai visto nulla di simile a tali ammassi di linfociti in centinaia di migliaia di esami condotti nella loro vita professionale.
“Da quando sono venuta a conoscenza di queste cose, non mi so dar pace, non riesco più a dormire, sono terrorizzata”, confessa la dottoressa Muller. La quale riferisce anche alcune sue esperienze personali, come medico di base a Bolzano: “Sento da molti colleghi continue storie di pazienti che, pur non accusando sintomi gravi, dicono di sentirsi comunque diversi rispetto a prima, prima di essere vaccinati. Si sentono più stanchi, con meno energie. Ma lo stesso si verifica anche per i più giovani. Un maestro di sci mi ha detto che i suoi atleti non gli sembrano più gli stessi, hanno meno forze di prima”.
E aggiunge: “Spero che questi risultati, questi referti possano essere portati all’attenzione di tutti. Affinchè si possa discutere in modo concreto sugli effetti dei vaccini, non in modo aprioristico, ma con un vero approccio scientifico. Tutto ciò può e deve servire per aprire gli occhi di tutti e poter correggere decisioni già prese”.
Cliccando sul link in basso, potete ascoltare i circa 20 minuti dell’appassionato intervento di Heike Muller.
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