Lo sfascio del fascio

È difficile aggiungere parole a quanto l’immediatezza del giornalismo televisivo ha narrato. L’assalto alla ‘casa’ degli operai e ancor più al tempio della democrazia italiana, dove ha sede il governo del Paese, non è un’isolata dimostrazione dell’anima nera, nazifascista, che sperimenta il suo potenziale eversivo. È un clamoroso atto di accusa per chi ci ha governato, a partire dalla nascita della Repubblica democratica; è rivolto all’antifascismo militante, poco operativo dei partiti di sinistra; ai magistrati, inerti, non interventisti come spetterebbe loro, che hanno  spento audio e video, chiuso orecchie e occhi per non assumere  l’onere di corrispondere allo storico ruolo di tutori della Costituzione e della legge contro apologia e rigurgiti fascisti, da punire  prima che trasformino l’impunità in un pericoloso via libera alla legittimazione. Dopo quanto è successo ieri nella capitale, il Governo, colpito al cuore, dovrebbe mobilitare carabinieri, polizia, finanza, esercito e spurgare i covi di Forza Nuova. Casa Pound, di quant’altro agisce nell’ombra o in piazza per destabilizzare l’Italia. Landini il primo maggio aveva chiesto, inascoltato, la chiusura di Casa Pound. Tirata in ballo con argomenti e immagini dall’inchiesta di Fanpage, che ha smascherato le collusioni dei partiti di destra con l’eversione, la Meloni, colta in flagranza di contiguità con squallidi personaggi della destra fascista, ha reagito con l’abituale rabbia e spergiurato di non conoscere esponenti di Fratelli d’Italia neofascisti. Costretta a commentare l’assalto squadrista alla sede della CGIL ha provato a cavarsela con il classico ‘me ne lavo le mani’. Ha censurato la violenza, ma contemporaneamente ha assolto l’orda di No Vax (“proteste legittime”!), che insieme ai fascisti hanno partecipato alla guerriglia urbana. Purtroppo hanno perfino ragione Lega e Meloni (lo fa anche Landini) se accusano il ministero degli interni di non aver affrontato i teppisti con mezzi e strategie adeguate.

Il turpe ‘caso’ di ieri a proposto di nuovo l’ineleggibilità di Michetti, candidato a primo cittadino di Roma, autore dell’esternazione: “Perché uguale pietà non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe”. La condanna della comunità ebraica: “Fa tremare il solo pensiero di vederlo sindaco”. E che dire della Mussolini candidata, che si è fatta fotografare con il cartello ’25 Aprile. Oggi festeggio San Carlo’, o degli innumerevoli neofascisti che la ‘disattenzione democratica’ ha consentito di occupare ruoli istituzionali e di diffondere odio razzista? Oggi Landini ha giustamente urlato rabbia, disgusto, ha invocato reazioni forti, immediate, definitive. Draghi: “L’assalto alla Cgil? (ci ricorda quello al Parlamento americano di Washington della destra trumpiana, ndr) perché il sindacato è un presidio della democrazia”. Il premier, il suo esecutivo, Letta, Di Maio, Fico e tanti altri: si convincano, le condanne verbali non spostano di una virgola il problema e se sfociassero in ‘fatti’, a breve dovremo affrontare due nodi cruciali a difesa della democrazia: il problema interno della destra eversiva, quello dei Paesi europei che provano a imporre ideologie sovraniste, razziste, fasciste. Di questo va fatta subito ‘piazza pulita’


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