SANDRO DONATI / IL VERO OBIETTIVO DI IAAF E WADA, SECONDO ALEX SCHWAZER

“In tutta la mia vicenda i poteri forti dello sport non volevano colpire soltanto me. Ma soprattutto il mio allenatore, Sandro Donati, che ha combattuto tutta la sua vita per smascherare le combine sul doping.

Lo volevano screditare”.

E’ il tema base di una lunga, interessante intervista rilasciata dal campione di marcia, Alex Schwazer, al sito ‘Salto Bz’, in occasione dell’uscita del libro firmato da Donati, un vero atto, pesante e documentato j’accuse contro “I Signori del Doping”, proprio come è titolato il volume.

L’intervista è stata raccolta dal giornalista Christoph Franceschini. Di seguito ne pubblichiamo i passaggi salienti.

“Se guardo tutto da lontano, oggi, penso che fosse lui l’obiettivo principale, Sandro Donati. Certo, il fatto che sono diventato il suo atleta e ho testimoniato sui medici in tribunale ha giocato un ruolo decisivo. Si volevano quindi eliminare due grossi ostacoli, prendere due piccioni con una fava: io dello sport e Donati dell’antidoping. Si trattava di distruggere la sua credibilità. Il mio ruolo non era così cruciale. Ho scoperto forse un ventesimo di quanto ha rivelato Sandro”.

“Nel mondo dell’atletica tutto è progettato in modo tale che l’atleta sia sempre l’anello più debole. Al momento c’è un risultato positivo, è quasi impossibile per un atleta provare il contrario. Perché non tutti gli atleti positivi sono colpevoli. Ci sono spesso errori o impurità”.

“La WADA (‘World Anti Doping Association’, ndr) è in possesso di entrambi i campioni di urine, sia il campione A che il campione B. L’ho visto io stesso a Rio cosa significa. Inoltre, hanno risorse finanziarie completamente diverse. Devo pagare 20 mila euro per il tribunale sportivo internazionale TAS anche solo per gestire il mio caso. Ma non siamo calciatori che guadagnano milioni. Ecco perché raggiungi rapidamente i limiti delle tue possibilità di finanziamento”.

“Abbiamo fatto sforzi di ogni tipo, nel corso dei quattro anni e mezzo di battaglia legale. Non abbiamo mai pensato di arrenderci. Ma ci sono stati dei momenti in cui non avevi più l’energia”.

A proposito delle centinaia di e-mail che rivelano le combine della Federazione Internazionale dell’Atletica (IAAF) e della WADA, ecco le parole di Schwazer: “Queste e-mail sono il migliore esempio di come funziona il sistema. Queste e-mail sono state inviate a molti giornali sportivi nazionali e internazionali. Ma quasi nessuno ne ha scritto nulla. Perché forse il direttore o il caporedattore è più interessato alla WADA o all’associazione che alla verità o al destino del singolo atleta. Anche qui i media sono complici, chi più chi meno. La fiducia negli organi di controllo nello sport sembra illimitata”.

“Passano gli anni ma niente cambia. Prendiamo i contenitori per i campioni di urina. Il grande scandalo è scoppiato alle Olimpiadi invernali del 2014 a Sochi. Fin da allora è stato chiaro che il campione può essere aperto e richiuso senza problemi. Ma nel 2021 avrete ancora gli stessi contenitori. E’ uno scandalo. Ma finchè gli atleti accetteranno queste cose – solo perché hanno paura di agire contro le associazioni o la WADA – tutto rimarrà così. L’altra parte non ha alcun interesse ad intervenire. Il sistema funziona perfettamente per loro. Nessuno dei tanti scandali ha mai portato a conseguenze reali. Se vogliamo davvero cambiare qualcosa, allora la stragrande maggioranza degli atleti deve finalmente dare l’esempio. Niente funziona nello sport senza gli atleti. Un’Olimpiade non è fatta per gli arbitri. Questa sarebbe la nostra forza se finalmente la usassimo. Per dire: o cambi questo e quello o smettiamo tutti di competere insieme”.

“Si dovrebbe togliere alla WADA il monopolio dei controlli antidoping. Dovrebbero essere approvati anche laboratori e controlli statali. Ciò significa che esiste un controllo tecnico reciproco. Sarebbe solo uno dei cambiamenti che noi atleti dovremmo finalmente imporre”.

“Per me la cosa più importante è stata la sentenza del Tribunale di Bolzano. Ma WADA eIAAF stanno facendo di tutto per far tornare il silenzio. Occorre impedirlo. Sono quindi lieto che il libro di Sandro documenti questo scandalo in corso e lo avvicini alla gente”.

“Continuerò a combattere. Farò tutto ciò che posso come individuo. Continuerò a denunciare le cose che non vanno. Ho già provato tutto il possibile. Non ho più paura per me o per la mia famiglia. Certo, ci sono stati casi isolati, per esempio in Russia, dove persone che hanno lavorato in un laboratorio hanno parlato e hanno poi avuto accidentalmente un infarto o sono morte in un incidente stradale. Ma qui da noi non siamo ancora arrivati a quel punto”.

“Sandro Donati ha mostrato un coraggio che nessun altro nello sport ha mai avuto. Ha fatto e continua a fare cose eccezionali. Nello sport ognuno guarda la sua piccola o grande parte. Sandro è l’esatto opposto. Una persona con valori e coraggio morale così non l’ho mai conosciuta”.

Siamo in attesa, a questo punto, delle decisioni che verranno prese dalla procura di Bolzano, dopo l’ordinanza emessa dal gip Walter Pelino, che non solo scagiona del tutto Schwazer, ma mette a nudo tutte le pesantissime responsabilità di IAAF e WADA nella combine per incastrare il campiona altoatesino e delegittimare – come rimarca Alex nell’intervista – l’uomo che ha lottato per una vita contro il doping e i suoi ‘Signori’.

In sostanza: quando arrivano le richieste di rinvio a giudizio per i vertici di IAAF e WADA?

 

Nella foto Sandro Donati con Alex Schwazer  

 

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SANDRO DONATI / GIALLO SCHWAZER – I SIGNORI DEL DOPING

20 Luglio 2021 di Andrea Cinquegrani


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