Per capire meglio quanto sta succedendo, oggi, in Afghanistan e a quale strategia stanno pensando gli Stati Uniti, può essere molto utile rileggere un’intervista rilasciata nel 1998 al ‘Nouvel Observateur’ da Zbigniew Brzezinsky, nel 1979 consigliere alla sicurezza nazionale per il presidente americano Billy Carter e in seguito nominato da Barack Obama consigliere agli affari esteri nella sua campagna presidenziale. Pochi mesi fa suo figlio, Mike Brzezinsky, è stato nominato ambasciatore degli Usa in Polonia, suscitando, in quel paese, non poche polemiche.
Ecco alcuni stralci di quell’intervista al quotidiano francese.
Le Nouvel Observateur: “L’ex direttore della CIA, Robert Gates, lo afferma nelle sue memorie: i servizi segreti americani hanno iniziato ad aiutare i mujahidin afghani sei mesi prima dell’intervento sovietico. All’epoca era consigliere del presidente Carter per gli affari della sicurezza. Quindi ha avuto un ruolo chiave in questo caso? Conferma?”.
Zbigniew Brzezinski: “Sì. Secondo la versione ufficiale della storia, l’aiuto della CIA ai mujahidin è iniziato nel 1980, cioè dopo che l’esercito sovietico ha invaso l’Afghanistan il 24 dicembre 1979. Ma la realtà tenuta segreta è tutt’altra: il 3 luglio 1979 il presidente Carter ha firmato la prima direttiva sull’assistenza clandestina agli oppositori del regime pro-sovietico di Kabul. E quel giorno scrissi una nota al presidente in cui gli spiegavo che, secondo me, questo aiuto avrebbe portato ad un intervento militare dei sovietici”.
N.O.: “Nonostante tale rischio, lei era sostenitore di questa ‘cover action’ (operazione clandestina). Ma forse volevate anche questo ingresso nella guerra sovietica e volevate provocarla?”.
Z.B.: “Non è proprio così. Non abbiamo spinto i russi a intervenire, ma abbiamo accresciuto consapevolmente la probabilità che lo facessero”.
N.O.: “Quando i sovietici hanno giustificato il loro intervento affermando di voler combattere un’ingerenza segreta degli USA in Afghanistan, nessuno gli ha creduto. Eppure c’era un fondo di verità. Non si pente di niente, oggi?”.
Z.B.: “Rimpiangere cosa? Questa operazione segreta è stata un’ottima idea. Ha avuto l’effetto di attirare i russi nella trappola afghana e volete che me ne pento? Il giorno in cui i sovietici hanno ufficialmente attraversato il confine, ho scritto al presidente Carter, in sostanza: ‘Ora abbiamo l’opportunità di dare all’URSS la sua guerra del Vietnam’. In realtà, Mosca ha dovuto combattere per quasi dieci anni una guerra insopportabile per il regime, un conflitto che ha portato alla demoralizzazione e poi allo scoppio dell’impero sovietico”.
N.O.: “Non si pentirà nemmeno di aver favorito l’integralismo islamico, di aver dato armi e consigli ai futuri terroristi?”.
Z.B.: “Qual è la cosa più importante nella storia del mondo? I talebani o la caduta dell’impero sovietico? Qualche fanatico islamico o la liberazione dell’Europa centrale e la fine della guerra fredda?”.
N.O.: “Alcuni fanatici? Ma lo si dice e lo si ripete: il fondamentalismo islamico rappresenta oggi una minaccia globale”.
Z.B.: “Sciocchezze. Si dice che l’Occidente debba avere una politica globale sull’Islamismo. E’ stupido: non c’è un islamismo globale. Guardiamo l’Islam in modo razionale e non demagogico o emotivo. Questa è la prima religione del mondo con 1,5 miliardi di fedeli. Ma che differenza c’è tra Arabia Saudita fondamentalista, Marocco moderato, Pakistan militarista, Egitto pro-occidentale o Asia Centrale secolarizzata? Niente di più di ciò che unisce i paesi della cristianità”.
Non pochi negli States oggi si domandano: siamo alle prese, adesso, con la Seconda Operazione Brzezinski?
Ecco un video dell’allora consigliere presidenziale per la Sicurezza.
VIDEO
Nella foto Zbigniew Brzezinski
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