Secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhau Lijan, al famigerato laboratorio di Wuhan andrebbe assegnato il premio Nobel.
Non siamo su ‘Scherzi a parte’, ma leggiamo solo un articolo del ‘Jerusalem Post’ che riporta i passaggi salienti di una conferenza stampa indetta per rispondere alle accuse, che ormai dilagano in mezzo mondo, di aver provocato la pandemia, con accuse – precisa il quotidiano di Gerusalemme – che vanno dalla accidentale fuoriuscita del virus dalla struttura, fono alla deliberata ingegnerizzazione e diffusione della malattia. Quel che nell’articolo non viene precisato è il basilare apporto non solo scientifico, ma soprattutto finanziario, fornito dal NIAD, l’istituto americano storicamente diretto dal super virologo Anthony Fauci. Ovvia la ‘dimenticanza’, per non disturbare gli amici a stelle e strisce.
Ma torniamo alla boutade del secolo, quella del portavoce cinese per gli Esteri. Ecco le sue incredibili parole: “Se coloro che pubblicano per primi genomi virali di alta qualità fossero accusati di fare il virus, allora il professor Luc Montagnier, che per primo scoprì il virus dell’immunodeficienza umana, sarebbe considerato il colpevole dell’AIDS piuttosto che insignito del Premio Nobel. E Louis Pasteur, che ha scoperto i microbi, sarebbe ritenuto responsabile per i batteri che causano malattie in tutto il mondo”.
Ed ha aggiunto: “Per analogia, il team di Wuhan dovrebbe ricevere il Premio Nobel per la medicina per la sua ricerca sul Covid-19, invece di essere criticato”.
Intanto i cinesi, a quanto pare, ci credono in quel che dicono. Infatti, il laboratorio di virologia di Wuhan è stato scelto come candidato per l’Outstanding Science and Technology Achievement Prize 2021 dell’Accademia cinese delle Scienze (CAS) per “Il ruolo nell’aiutare a identificare la patogenicità del Covid”! A riferirlo, stavolta, l’agenzia di stampa statale della Cina, ‘Global Times’.
A questo punto, è opportuno prenotare il prossimo volo in direzione Stoccolma per imbarcare i ricercatori del prestigioso laboratorio di Wuhan.
Le farneticanti dichiarazioni di Zhau Lijan tirano in ballo proprio Luc Montagnier. Che, guarda caso, è stato il primo a indicare nel famigerato laboratorio di Wuhan la probabile fonte della fuoruscita del virus: una fuoruscita – attenzione – per via artificiale, e non naturale, come caso mai in precedenza ipotizzato.
Un anno fa, quando il premio Nobel francese indicò quella pista, fu preso da tutta la comunità scientifica, e anche politica, per un pazzo furioso. Il tempo, come al solito, è galantuomo: e adesso quella pista viene ritenuta più credibile che mai da non pochi. Tanto che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità dovrebbe svolgere una seconda missione a Wuhan, dopo l’esito negativo scontato della prima, a gennaio 2021.
Di quella missione faceva parte, come membro in rappresentanza degli Stati Uniti, il ricercatore Peter Daszak, il responsabile della ‘EcoHealth Alliance’, la sigla che ha ricevuto ingenti finanziamenti dal NIAD made in Fauci e li ha allegramente girati al laboratorio di Wuhan, per finanziare le sue acrobatiche ricerche. Of course, quindi, mister Daszak ha sostenuto a spada tratta che tutte le ricerche svolte dal laboratorio di Wuhan sono limpide e cristalline…
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