Una società d’investimento virtualmente non regolamentata ha oggi più influenza politica e finanziaria della Federal Reserve e della maggior parte dei governi di questo pianeta. Questa azienda è la BlackRock Inc., il più grande gestore patrimoniale del mondo, con ben 9.000 miliardi di dollari in fondi di investimento a livello globale, una somma più che doppia del PIL annuale della Repubblica Federale Tedesca. Questo colosso si trova in cima alla piramide della proprietà corporativa mondiale [occidentale], e di recente, anche di quella cinese. Dal 1988 l’azienda è in grado di controllare, di fatto, la Federal Reserve, la maggior parte delle mega-banche di Wall Street, compresa Goldman Sachs, il Grande Reset del Forum Economico Mondiale di Davos, l’amministrazione Biden e, se non verrà posto un freno, l’intero futuro economico del nostro pianeta. BlackRock è l’epitome di ciò che Mussolini chiamava Corporativismo, dove una casta aziendale non eletta decide il destino di intere popolazioni.
Come la più grande “banca ombra” del mondo eserciti questo enorme potere sull’intero pianeta è un fatto che dovrebbe farci preoccupare. Da quando era stata fondata da Larry Fink nel 1988, BlackRock è riuscita a mettere insieme un particolare software finanziario ed una quantità di beni mai posseduti da nessun’altra entità. Il suo sistema Aladdin di gestione del rischio è uno strumento software in grado di tracciare, analizzare e monitorare operazioni di trading per più di 18 trilioni di dollari di 200 società finanziarie, tra cui la Federal Reserve e le banche centrali europee. “Monitorare” vuol dire anche sapere, come possiamo ben immaginare. BlackRock è stata definita il “coltellino svizzero” finanziario: investitore istituzionale, gestore di capitali, società di private equity e partner governativo globale in un unico prodotto. Eppure, i media mainstream trattano l’azienda come una normale società finanziaria di Wall Street.
C’è un’interfaccia senza soluzione di continuità che collega l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il Grande Reset del Forum Economico Mondiale di Davos e le nascenti politiche economiche dell’amministrazione Biden. Quest’interfaccia si chiama BlackRock.
Il team Biden e BlackRock
Ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia voglia di vedere che la persona che sostiene di essere il presidente degli Stati Uniti, il 78enne Joe Biden, non è colui che decide. Ha persino difficoltà a leggere un teleprompter o a rispondere a domande preparate dai media compiacenti senza confondere la Siria con la Libia o se è lui ad essere presidente. Viene microgestito da un gruppo di supervisori per mantenere l’”immagine” coreografata di un presidente, mentre la politica viene portata avanti da altri attori dietro le quinte. Ricorda in modo inquietante il personaggio del giardinere Chance, interpretato da Peter Sellers nel film del 1979, Oltre il Giardino.
Quelli ad essere meno di dominio pubblico sono i personaggi chiave che gestiscono la politica economica per la Biden Inc. Fanno tutti parte di BlackRock. Così come Goldman Sachs aveva gestito la politica economica nelle amministrazioni Obama e Trump, oggi questo ruolo chiave è ricoperto da BlackRock. L’accordo era stato apparentemente siglato nel gennaio 2019, quando Joe Biden, allora candidato alla presidenza e con scarse possibilità di sconfiggere Trump, si era recato a New York per incontrare Larry Fink, che avrebbe detto al Joe tanto amato dalla classe operaia: “sono qui per aiutare.”
Appena eletto presidente, in uno dei suoi primi atti legislativi, Biden aveva nominato Brian Deese direttore del Consiglio Economico Nazionale, carica che spetta al principale consigliere del presidente per la politica economica. Uno dei primi ordini esecutivi presidenziali aveva riguardato l’economia e la politica climatica. Questo non dovrebbe sorprendere, dato che Deese arriva dalla BlackRock di Fink, dove aveva diretto il settore investimenti sostenibili. Prima di entrare in BlackRock, Deese aveva ricoperto importanti incarichi economici sotto Obama e, tra l’altro, aveva rimpiazzato John Podesta come consigliere senior del presidente, lavorando al fianco di Valerie Jarrett. Sotto Obama, Deese aveva avuto un ruolo chiave nella negoziazione degli accordi di Parigi sul riscaldamento globale.
In un posto chiave della politica, come vice segretario al Tesoro alle dirette dipendenze di Janet Yellen, troviamo Adewale “Wally” Adeyemo, nato in Nigeria. Anche Adeyemo proviene da BlackRock, dove, dal 2017 al 2019, dopo aver lasciato l’amministrazione Obama, era stato consigliere senior e capo dello staff del CEO di BlackRock, Larry Fink. I suoi legami personali con Obama sono forti, infatti, nel 2019, lo stesso Obama lo aveva nominato primo presidente della Fondazione Obama.
C’è poi una una terza persona proveniente da BlackRock, per certi aspetti abbastanza insolita, che gestisce la politica economica dell’amministrazione [Biden]. Michael Pyle è consigliere economico senior della vicepresidente, Kamala Harris. È arrivato a Washington dalla posizione di Global Chief Investment Strategist di BlackRock, da cui supervisionava strategie di investimento fondi per circa 9.000 miliardi di dollari. Prima di salire ai massimi livelli di BlackRock, era stato anche nell’amministrazione Obama come consigliere senior del sottosegretario al Tesoro per gli affari internazionali e, nel 2015, era diventatoconsigliere dell’allora candidata alla presidenza, Hillary Clinton.
Il fatto che tre dei consiglieri economici più influentii dell’amministrazione Biden provengano tutti da BlackRock e, prima ancora, dall’amministrazione Obama, è degno di nota. C’è uno schema ben preciso, che fa capire come a Washington il ruolo di BlackRock sia molto più grande di quello che ci viene detto.
Cos’è BlackRock?
Mai prima d’ora una società finanziaria con tanta influenza sui mercati mondiali era stata così nascosta al controllo pubblico. Non è un caso. Dato che, tecnicamente, non è una banca che fa prestiti bancari o accetta depositi, non ricade sotto la normale supervisione della Federal Reserve, anche se, come la maggior parte delle mega banche, come HSBC o JP MorganChase, compra e vende titoli per profitto. Quando, dopo la crisi del 2008, c’erano state pressioni da parte del Congresso per includere gestori patrimoniali come BlackRock e Vanguard Funds nella legge Dodd-Frank in quanto “istituzioni finanziarie di importanza sistemica” o SIFI, un’enorme sforzo lobbistico di BlackRock aveva posto fine alla minaccia. BlackRock praticamente si scrive le proprie leggi. È “sistemicamente importante” come nessun altro, con la possibile eccezione di Vanguard, che si dice sia anche un importante azionista di BlackRock.
Il fondatore e CEO di BlackRock, Larry Fink, è chiaramente interessato ad accaparrarsi favori a livello globale. Aveva posto l’ex deputato tedesco della CDU, Friederich Merz, a capo della BlackRock tedesca quando sembrava che stesse per succedere alla cancelliera Merkel e aveva assunto l’ex cancelliere dello scacchiere britannico, George Osborne, come “consulente politico.” Fink aveva portato l’ex direttrice dello staff di Hillary Clinton, Cheryl Mills, nel consiglio di BlackRock quando sembrava certo che Hillary si sarebbe insediata alla Casa Bianca.
Ha fatto entrare ex banchieri centrali nel suo consiglio di amministrazione e si è assicurato contratti lucrativi con le istituzioni da loro precedentemente dirette. Stanley Fisher, ex capo della Banca d’Israele, e successivamente vicepresidente della Federal Reserve, è ora consigliere senior di BlackRock. Philipp Hildebrand, ex presidente della Banca Nazionale Svizzera, è vicepresidente di BlackRock, dove supervisiona il BlackRock Investment Institute. Jean Boivin, l’ex vice governatore della Banca del Canada, è capo a livello globale della ricerca presso l’istituto di investimento di BlackRock.
BlackRock e la Fed
Nel marzo 2019 era stato questo ex team della banca centrale di BlackRock a sviluppare un piano di salvataggio “di emergenza” per il presidente della Fed, Jerome Powell, mentre i mercati finanziari sembravano sull’orlo di un altro crollo in stile “crisi Lehman” del 2008. Come “ringraziamento,” il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva nominato BlackRock unico gestore di tutti i programmi di acquisto di obbligazioni corporative della Fed, comprese le obbligazioni trattate dalla stessa BlackRock. Conflitto di interessi? Un gruppo di circa 30 ONG aveva scritto al presidente della Fed, Powell: “Dando a BlackRock il pieno controllo di questo programma di acquisto del debito, la Fed… rende BlackRock ancora più importante a livello sistemico per il sistema finanziario. Eppure BlackRock non è soggetta al controllo normativo a cui devono sottostare istituzioni finanziarie di importanza sistemica anche minore.”
In un rapporto dettagliato del 2019, un gruppo di ricerca senza scopo di lucro di Washington, il Campaign for Accountability, aveva osservato che “BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, ha implementato una strategia di lobbismo, contributi alle campagne elettorali e assunzioni pilotate volta a combattere la regolamentazione governative, fino a diventare una delle società finanziarie più potenti del mondo.”
Nel marzo 2019, la Fed di New York aveva affidato a BlackRock la gestione del titoli garantiti da ipoteca commerciale e dei suoi acquisti primari e secondari, per un valore di 750 miliardi di dollari, di obbligazioni societarie e di ETF in contratti senza offerta. I giornalisti finanziari statunitensi Pam e Russ Martens, nel 2019, criticando il torbido salvataggio di Wall Street da parte della Fed avevano osservato: “per la prima volta nella storia, la Fed ha assunto BlackRock per “andare diretta” e acquistare 750 miliardi di dollari in obbligazioni societarie, sia primarie che secondarie, e fondi obbligazionari ETF (Exchange Traded Funds), un prodotto di cui BlackRock è uno dei maggiori fornitori al mondo.” Avevano continuato: “Come ulteriore beffa, il programma gestito da BlackRock potrà usare 75 miliardi di dollari dei 454 di denaro dei contribuenti per sanare perdite sui propri acquisti di obbligazioni societarie, che includeranno gli stessi ETF di cui la Fed sta consentendo l’acquisto...”
Il capo della Fed, Jerome Powell, e Larry Fink, a quanto pare, si conoscono bene. Anche dopo aver concesso in esclusiva a BlackRock l’assai lucrativo accordo per “andare diretta,” Powell aveva continuato a far gestire a BlackRock circa 25 milioni di dollari di investimenti in titoli privati e personali. I registri pubblici mostrano che, in questo periodo, Powell aveva avuto telefonate confidenziali dirette con il CEO di BlackRock, Fink. Secondo documenti resi pubblici, BlackRock era riuscita, in un anno, a raddoppiare il valore degli investimenti di Powell! Nessun conflitto di interessi?
La vera BlackRock è in Messico
La torbida storia di BlackRock in Messico mostra che i conflitti di interesse e il consolidamento dei legami con le principali agenzie governative non sono limitati solo agli Stati Uniti. Nel novembre 2011, il candidato presidenziale del PRI [Partito Rivoluzionario Istituzionale], Peña Nieto, nel corso della sua campagna elettorale, si era recato a Wall Street, dove aveva incontrato Larry Fink. Dopo la sua vittoria nelle elezioni del 2012, si era consolidata una stretta relazione tra Fink e lo stesso Nieto, caratterizzata da conflitti di interesse, clientelismo e corruzione.
Per assicurarsi che BlackRock fosse dalla parte vincente nel nuovo e corrotto regime di Nieto, Fink aveva fatto entrare nel consiglio di amministrazione di BlackRock Marcos Antonio Slim Domit, 52 anni, il figlio miliardario di Carlos Slim, l’uomo più ricco e probabilmente più corrotto del Messico. Marcos Antonio, insieme al fratello Carlos Slim Domit, gestisce oggi l’enorme impero commerciale del padre. Carlos Slim Domit, il figlio maggiore, nel 2015 era stato co-presidente del World Economic Forum Latin America e, attualmente, serve come presidente nel consiglio di amministrazione di America Movil, di cui BlackRock è un importante investitore. Il mondo è veramente piccolo.
Il padre, Carlos Slim, all’epoca nominato da Forbes come persona più ricca del mondo, aveva costruito un impero basato sull’acquisizione della sua azienda favorita, la Telemex (poi America Movil). Nel 1989, l’allora presidente, Carlos Salinas de Gortari, aveva, in effetti, regalato l’impero delle telecomunicazioni a Slim. Salinas era poi fuggito dal Messico con l’accusa di aver rubato più di 10 miliardi di dollari dalle casse dello stato.
Dagli anni ’80, e come per quasi tutte le attività in Messico, il denaro della droga sembrerebbe essere molto importante per l’anziano Carlos Slim, padre del direttore di BlackRock, Marcos Slim. Nel 2015 WikiLeaks aveva diffuso alcune e-mail interne della società di intelligence privata Stratfor. La Stratfor aveva scritto in una e-mail dell’aprile 2011, il periodo in cui BlackRock stava mettendo a punto i suoi piani per il Messico, che un agente speciale della DEA statunitense, William F. Dionne, aveva confermato i legami di Carlos Slim con i cartelli della droga messicani. Stratfor aveva chiesto a Dionne: “Billy, il miliardario MX (messicano) Carlos Slim è legato ai narcos?” Dionne aveva scritto: “In risposta alla tua domanda, il miliardario delle telecomunicazioni MX lo è.” In un paese dove il 44% della popolazione vive in povertà non si diventa l’uomo più ricco del mondo in soli vent’anni vendendo i biscotti dei Boy Scout.
Fink e la PPP messicana
Con Marcos Slim nel consiglio di amministrazione di BlackRock e il nuovo presidente Enrique Nieto Peña come partner messicano di Larry Fink nell’alleanza PublicPrivatePartnership (PPP) da 590 miliardi di dollari, BlackRock, era pronta a raccogliere i frutti. Nel 2013, per coordinare le nuove operazioni messicane, Fink aveva nominato l’ex sottosegretario messicano alle finanze, Gerardo Rodriguez Regordosa, alla direzione della BlackRock Emerging Market Strategy. Poi, nel 2016, Peña Nieto aveva nominato Isaac Volin, allora a capo di BlackRock Messico, a numero 2 di PEMEX [l’azienda petrolifera pubblica messicana] e qui [Volin] aveva contribuito alla corruzione, agli scandali e alla più grande perdita nella storia di PEMEX, 38 miliardi di dollari.
Peña Nieto aveva aperto l’enorme monopolio statale del petrolio di PEMEX agli investitori privati per la prima volta dalla nazionalizzazione dell’azienda, avvenuta negli anni ’30. La prima a beneficiarne era stata la BlackRock di Fink. Nel giro di sette mesi, BlackRock si era assicurata 1 miliardo di dollari in progetti energetici di PEMEX, molti come unico offerente. Durante il mandato di Peña Nieto, uno dei presidenti più controversi e meno popolari, BlackRock aveva prosperato grazie a questi stretti legami. Durante il mandato di Peña Nieto [BlackRock] si era impegnata in progetti infrastrutturali altamente redditizi (e corrotti), tra cui non solo oleodotti, ma anche strade a pedaggio, ospedali, gasdotti e persino prigioni.
In particolare, l’”amico” messicano di BlackRock, Peña Nieto, era “amico” non solo di Carlos Slim, ma anche del capo del famigerato cartello di Sinaloa, “El Chapo” Guzman. Nel 2019, nel corso di una testimonianza in un tribunale di New York, Alex Cifuentes, un signore della droga colombiano che si autodefiniva il “braccio destro di El Chapo,” aveva dichiarato che, nel 2012, subito dopo la sua elezione, Peña Nieto aveva chiesto 250 milioni di dollari al cartello di Sinaloa, per poi accontentarsi di 100 milioni. Possiamo solo immaginare per che cosa.
Larry Fink e il grande reset del WEF
Nel 2019, Larry Fink era entrato nel consiglio del World Economic Forum di Davos, l’organizzazione con sede in Svizzera che, da circa 40 anni, porta avanti un programma di globalizzazione economica. Fink, che è vicino al capo tecnocrate del WEF, Klaus Schwab, fautore del famoso Grande Reset, ha ora la possibilità di usare l’enorme potere di BlackRock per creare quello che potrebbe diventare, se non crolla prima, il più grande schema di Ponzi al mondo: gli investimenti corporativi ESG [Environmental Social and Governance]. Fink, con 9.000 miliardi di dollari di leva finanziaria, sta lavorando al più grande trasferimento di capitali della storia in una truffa conosciuta come ESG Investing. L’agenda per l’”economia sostenibile” delle Nazioni Unite viene portata avanti in silenzio dalle stesse banche globali che avevano creato la crisi finanziaria del 2008. Questa volta stanno preparando il Grande Reset di Klaus Schwab e del WEF reindirizzando centinaia di miliardi, e presto trilioni, di investimenti verso le loro aziende “woke,” accuratamente selezionate, togliendoli a quelle “non ancora risvegliate,” come le società del comparto del petrolio, gas e carbone. Dal 2018, BlackRock è in prima linea per creare una nuova infrastruttura di investimento che sceglie i “vincitori” o i “perdenti” per gli investimenti in base a quanto seriamente l’azienda è impegnata sull’ESG – ambiente, valori sociali e governance.
Per esempio, un’azienda potrà ottenere valutazioni positive in base al suo impegno ad assumere manager e dipendenti diversificati dal punto di vista del genere o a prendere misure per eliminare la propria “impronta” di carbonio, attingendo a fonti di energia verdi o sostenibili, tanto per usare il termine delle Nazioni Unite. Come le aziende possano contribuire ad una governance globale sostenibile è il più vago degli ESG, e potrebbe includere qualsiasi cosa, da donazioni aziendali a Black Lives Matter al sostegno di agenzie delle Nazioni Unite, come l’OMS. Le compagnie petrolifere come ExxonMobil o le aziende del carbone, e questo è chiaro, sono condannate, mentre Fink e soci ora promuovono il loro Grande Reset finanziario o Green New Deal. Questo è il motivo per cui, nel 2019, [Fink] aveva fatto un patto con il [futuro] presidente Biden.
Bisogna sempre seguire i soldi. E possiamo anche aspettarci che il New York Times faccia il tifo per BlackRock e per lo sconvolgimento delle strutture finanziarie mondiali. Dal 2017, BlackRock è il più grande azionista del quotidiano. Carlos Slim era al secondo posto. Carl Icahn, uno spietato acquisitore di asset di Wall Street, una volta, parlando di BlackRock, aveva detto: “un’azienda estremamente pericolosa… Ero solito dire, sapete ragazzi, la mafia ha un codice etico migliore del vostro.”
FONTE
articolo di
William Engdahl
Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2021/06/18/there-is-more-to-blackrock-than-you-might-imagine/
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
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