Già sette paesi su dieci partecipanti al G7 chiedono ai propri governi di agire affinchè i colossi farmaceutici rinuncino ai brevetti sui vaccini per combattere il Covid, cioè ai diritti di proprietà intellettuale.
E’ per questo motivo che gli Stati Uniti stanno mollando la presa sul terreno dei brevetti e a quanto pare non sono più contrari a far sì che i paesi con meno mezzi a disposizione possano produrre i vaccini a casa loro.
Del resto, un sondaggio appena pubblicato dalla ‘People’s Vaccine Alliance’, di cui fanno parte ‘Oxfam’ ed ‘Emergency’, conferma l’ok delle sette nazioni. E in tale direzione si è mosso anche, nel corso del suo ultimo summit, il Consiglio generale dell’‘Organizzazione Mondiale del Commercio’ (OCM).
A questo punto, l’amministrazione a stelle e strisce guidata da Joe Biden ha dovuto far buon viso a cattiva sorte, e accettare a malincuore – per ora – la ‘liberazione temporanea’ dei vaccini dagli assurdi brevetti, in una tale emergenza pandemica.
Vediamo più in dettaglio i risultati del sondaggio internazionale.
Secondo il 70 per cento dell’opinione pubblica dei paesi del G7, le aziende farmaceutiche (che già hanno ricevuto montagne di finanziamenti pubblici per sviluppare ricerche e produrre i vaccini) devono rinunciare ai brevetti. In testa alla special hit ci sono proprio gli italiani, con l’82 per cento degli intervistati favorevoli alla sospensione temporanea della proprietà intellettuale.
Segue il Canada (76 per cento), quindi Regno Unito (74 per cento), Germania (70 per cento), Stati Uniti (69 per cento), Francia (63 per cento) e Giappone (58 per cento).
Oltre 100 paesi, guidati da India e Sud Africa, hanno avanzato all’Organizzazione Mondiale del Commercio la richiesta di sospensione (waiver) dei diritti di proprietà intellettuale detenuti dalle aziende farmaceutiche per quanto riguarda terapie, test diagnostici e vaccini anti Covid, per tutta la durata della pandemia. Una proposta che fino ad oggi ha incontrato l’opposizione di Stati Uniti (ora attenuata), Regno Unito, Giappone, Canada e Unione Europea, al punto che India e Sud Africa hanno deciso di lavorare ad una revisione della richiesta da sottoporre all’OMC.
E fino ad oggi nessuna casa farmaceutica produttrice di un vaccino approvato dalle autorità regolatorie ha aderito al Covid-19 Technology Access Pool (C-TAP), un’iniziativa lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per favorire la condivisione di formulazioni, conoscenze e dati sui vaccini a livello globale. Ciò appare tanto più inaccettabile – sottolineano Oxfam ed Emergency – se si tiene presente che Pfizer-BionTech, Moderna, Johnson & Johnson, AstraZeneca e Novovax hanno ricevuto valanghe di miliardi in fondi pubblici e preordini garantiti (spesso e volentieri con clausole capestro per gli stati che hanno firmato quei contratti).
Secondo i calcoli più recenti, a livello internazionale la ricerca e lo sviluppo dei vaccini è stata finanziata con fondi pubblici pari a 88 miliardi di dollari. Con la chicca di AstraZeneca, la quale può contare su contributi pubblici pari addirittura al 97 per cento!
Sottolineano Rossella Miccio, presidente di Emergency, e Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia: “Ogni giorno migliaia di persone nei paesi a basso e medio reddito muoiono, mentre i paesi ricchi si sono accaparrati la gran parte delle forniture globali di vaccini, difendendo i loro privilegi a scapito del resto del mondo”.
Ed aggiungono: “I leader del G7 devono affrontare la realtà: ad oggi non abbiamo abbastanza vaccini per tutti e il maggior ostacolo ad una campagna di vaccinazione globale restano i diritti di proprietà intellettuale detenuti da Big Pharma. Vaccinando semplicemente la propria popolazione, i paesi del G7 non potranno dirsi al sicuro. L’Italia, come membro del G7 e presidente di turno del G20, può e deve guidare la comunità internazionale verso percorsi coraggiosi e responsabili, che mettano al centro la salute pubblica e la tutela degli interessi collettivi. Il Governo deve quindi ascoltare il Parlamento, che si è espresso, anche di recente, a favore di un impegno da parte dell’Italia nel sostenere tutte le iniziative internazionali che portino ad una sospensione temporanea dei brevetti e quindi ad un incremento globale della produzione di vaccini”.
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