CARCERE / A SANTA MARIA DOPO 25 ANNI ARRIVERA’ L’ACQUA

Mercoledì 7 aprile, Tg regionale della Campania. Una notizia bomba arriva da Santa Maria Capua Vetere, corredata da un servizio entusiastico.

Cominciati i lavori per portare l’acqua potabile nel carcere. A festeggiare lo straordinario evento ci sono tutti, dall’assessore regionale al welfare al prefetto, sorridenti i cronisti al seguito.

Tutti a brindare perché presto partiranno gli interventi, che dureranno 300 giorni. Anche se, come si sa, gli appalti da noi in genere durano almeno il triplo di quanto previsto, non ne parliamo al Sud.

Fino ad oggi i quasi mille detenuti (per la precisione 944, 135 in più rispetto a quanto previsto dal regolamento) si sono arrangiati, per lavarsi, con l’acqua marrone che usciva dai rubinetti, andando incontro, ovviamente, a infezioni cutanee di ogni tipo.

Mentre per bere hanno risolto (ancora risolvono e dovranno risolvere fino a che la miracolosa potabile sgorgherà dai loro rubinetti) con 4 bottiglie di acqua bevibile fornita dal carcere. Guai, soprattutto d’estate, ad avere una sete da cavallo.

In molti è sorto, nel corso di questi lunghi 25 anni (il carcere infatti è stato inaugurato nel 1996), il dubbio: ma vuoi vedere che si tratta di una pena accessoria, di una punizione aggiuntiva ed esemplare per far rigare dritto quella massa di delinquenti?

I detenuti potevano, comunque, lavorare di fantasia: visto che ad ogni reparto è stato attribuito il nome di un limpido fiume, dalle chiare, fresche e dolci acque: un tocco di poesia non fa mai male!

Commenta il garante casertano dei detenuti, Emanuela Belcuore: “Mi auguro che i lavori siano effettivamente rapidi. Che quel carcere sia stato costruito senza rete idrica è qualcosa di sconvolgente e inumano. L’acqua potabile, che è un bene fondamentale, ai detenuti è stata negata per troppi anni e con la pandemia in atto i reclusi e gli agenti della polizia penitenziaria si sono trovati ad affrontare un problema doppio”.

Aggiunge il garante regionale, Samuele Ciambriello: “La politica ha impiegato cinque anni per far partire l’intervento, mentre il ministero della Giustizia ha a suo tempo inaugurato un carcere lesivo dei diritti dei detenuti”.

 

 

nella foto il carcere sammaritano


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