Matti? Ma che bello…

‘Via dei matti, numero 0’. Mai titolo di una grande idea filosofica si è adattato con sorprendente precisione a un format televisivo, che naviga nel grande caos del trash con la prua dritta alla meta dell’eccellenza e manda alla gogna la becera convinzione sulla mediocre qualità culturale di chi ne fruisce passivamente. Peggio, con il trascorrere del tempo, si assiste all’assurdo aderire alla programmazione dell’emittenza pubblico-privata, che connette gli interessi del marketing a una vera orgia di spazi televisivi assorbiti da gossip, cronaca nera, pettegolume, chiacchiericcio, banalità, tutti pretesti per la distrazione di massa, da soggiogare ai bombardamenti pubblicitari. Un esempio? I novanta minuti, tempo medio di durata di un film trasmesso da Mediaset, manca poco che quasi si raddoppino per la ripetuta, invadente marea di spot, che interrompe contemporaneamente quanto è in trasmissione su tutti i canali berlusconiani.
L’eccezione, che anche se solo parzialmente compensa lo sconforto per l’uso deviante del mezzo televisivo, è patrimonio storico della rete 3, quota intelligente della Rai che difende, non senza fatica, coraggiose proposte del giornalismo d’inchiesta, approfondimenti di elevato livello, il processo informativo diffuso delle redazioni regionali. L’elogio della follia ha in ‘Blob’ un referente di straordinaria qualità, quasi clandestino, malignamente collocato in coincidenza con il Tg1 e il suo storico record di ascolti. Gli è antagonista, in attesa della ‘milionesima’ puntata di ‘Un posto al sole’ (che dà qualche segno di fisiologica stanchezza), proprio il colpo di genio di Guglielmi, patron della terza rete, che a suo tempo ha partorito lo strepitoso ‘Blob’, televisione a costo zero perché costruito con materiali delle teche e in seguito l’offerta di mini fiction su temi sociali. Il salto di qualità, in fase di creatività da Covid, lo ha firmato l’estro comunicativo di Geppi Cucciari, con ‘Che succede’, successione di buone idee televisive. Il suo arrivederci al prossimo autunno avrebbe suscitato rimpianti, anzi lo ha suscitato, ma è stato di brevissima durata. All’appuntamento serale con le 20 e 20 del dopo ‘Blob’, Rai 3 ha risposto con ‘Via dei matti, numero 0’, che in assoluta certezza si può iscrivere nell’albo d’oro della televisione con la T maiuscola. Affascinano la perfezione di tempi e contenuti, le presenze di ospiti rivisitati con intelligente sobrietà ed eleganza, il genio musicale e di intrattenitore di Stefano Bollani, la grazia, la professionalità di Valentina Cenni, sua moglie e partner nei venti minuti di un progetto che meriterebbe la prima serata e un tempo almeno doppio ma, che così come è strutturato, ha una sua evidente perfezione. E allora, benvenuti in casa Bollani, luogo di storie e serenità, alla scoperta del perché fare buona musica, eseguita magistralmente, è decisivo per riempire la vita di magiche atmosfere. Allora, se è così appagante frequentare questa ‘Via dei matti’, l’invito erga omnes è di regalarsi mezz’ora di sana follia.

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