Una pandemia di fake news.
Una vera orgia della disinformazione.
Una presa per il culo di tantissimi italiani alle prese con il Covid e alla ricerca spasmodica di una via d’uscita.
E’ il ritratto dell’ultima trasmissione domenicale di Massimo Gilletti nella sua Arena su la 7.
Tutti a favore dei vaccini, di questi vaccini, senza se e senza ma, dal pacioso Luca Telese alla ricercatrice Rita Gismondo.
Sulla gogna un medico di base che sembra costruito apposta per essere preso a pesci in faccia: arrogante quanto basta, saputello, parlata con marcato accento romanesco; e un braccio destro da baraccone, una sorta di guru fai da te che vanta una candidatura al Nobel per la Medicina.
Il personaggio, quel medico di base, meno credibile al mondo per poter parlare di cure e di vaccini. Dice cose condivisibili, ma le dice malissimo. Sembra scelto apposta per non rendere credibile quel che sostiene.
In sostanza, in tutta la trasmissione non una parola, una sola, sulle cure che già esistono da mesi, sui farmaci che sono in commercio e in tutte le farmacie, per fronteggiare il Covid: a partire dall’idrossiclorochina, sempre osteggiata dall’AIFA e ora finalmente legittimata da una sentenza del Consiglio di Stato.
Qualche sillaba su idrossiclorochina e gli altri farmaci che salvano vite in attesa del vaccino? Neanche una.
Nemmeno dalla bocca dalla Gismondo – uno dei pochi autentici virologi con le carte in regola – una sola parola sulle cure, i farmaci che possono salvare migliaia e migliaia di vite.
E invece, la beatificazione dei vaccini, comunque: anche se non sperimentati, se non testati, se pericolosi per tutti gli effetti collaterali. Ma pensate – s’è lasciata scappare Gismondo -che le autorità di controllo nazionali e internazionali siano tutte complici?
Forse anche lei ha dimenticato – nel caos pandemico – cosa è Big Pharma.
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