GLIFOSATO / E’ IL KILLER DELLE ACQUE

Il glifosato inquina e avvelena le nostre acque.

E’ il pesticida di gran lunga più presente nei fiumi e nei laghi di casa nostra.

Ciò emerge in modo clamoroso dal nuovo “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque” elaborato dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

La ricerca è stata condotta sulla base di tutti i dati raccolti e forniti da Regioni e Province Autonome, attraverso le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. L’arco temporale preso in esame è rappresentato dal biennio 2018-2019.

La massa totale di campioni esaminati sfiora quota 17 mila (per la precisone 16.962), raccolti in 4.775 punti di campionamento.

Da brividi la percentuale di pesticidi rilevati in quelle acque: ben il 77,3 per cento nelle acque superficiali, il 32,2 per cento in quelle sotterranee.

Gli effetti nocivi – fanno rilevare gli esperti dell’Ispra – si riscontrano anche in presenza di concentrazioni molto basse.

E aggiungono: “Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento delle soglie sono gli erbicidi glifosato e il suo metabolita AMPA, il metolaclor e i fungicidi dimetomorf e azossistrobina”. Ciò a livello di acque superficiali.

Anche per quelle sotterranee è sempre il glifosato a primeggiare in modo negativo: le sostanze più rinvenute sopra il limite sono gli erbicidi glifosato e i fungicidi triadimenol, oxadixil e matalaxil”.

Le aree più infette sono quelle della Pianura Padano-Veneta. “Ciò dipende – viene chiarito – oltre che dalle intense attività in agricoltura e dalla particolare situazione idrogeologica, anche dal fatto che le indagini sono generalmente più efficaci nelle regioni del Nord. Va precisato che in questa edizione del Rapporto sono presenti i dati di tutte le Regioni, e anche in zone dove prima non evidenziata, ora emerge una significativa presenza di pesticidi nelle acque”.

Eccoci poi ad un dato solo in apparenza contraddittorio. Secondo le rilevazioni ARPA, le vendite di prodotti fitosanitari hanno subito una contrazione nell’arco di un decennio, dal 2009 al 2018, “indice di un minore impiego di sostanze chimiche in agricoltura”. Nell’anno 2018 le vendite di prodotti fitosanitari hanno toccato quota 115 milioni di tonnellate.

Nello stesso periodo, però, è stato registrato un aumento della diffusione territoriale della contaminazione, che ormai riguarda praticamente tutte le regioni. Ciò è in parte dovuto alla maggiore efficacia e copertura dei monitoraggi. In sostanza, pur a fronte di una minor diffusione dei prodotti, si è verificato un aumento di ben il 25 per cento di presenza di pesticidi delle acque superficiali e del 15 per cento in quelle sotterranee.

C’è di che star più che preoccupati.

Fanno qualcosa – parole e proclami a parte – il governo europeo e quello nazionale?


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