Geo-nordismo e Viva Italia. Pardon, Italia Viva

Campionato italiano, classifica della serie A: in testa c’è il Milan (fortunoso il pareggio di ieri, al minuto 91, con il Parma, formazione senza pretese e in posizione di 14a con 11 punticini). Le corpose news sulla squadra della capitale economica e del giornalismo, apre le pagine sportive del quotidiano nazionale ‘Repubblica’ con un titolone e mega immagine dell’esultanza per il gol di Theo, neo ‘eroe dei due mondi’ in rossonero. In basso pagina, con scelta editoriale, che ricorda le angherie inflitte dalla mefitica matrigna a Cenerentola, titolino per il Napoli in un più che modesto riquadro. A destra di nuovo un paginone ed è per l’Inter, vincente sul Cagliari, che di punti ne ha solo dodici: titolo, foto e analisi di una delle firme autorevoli del giornale. Che dire, tutte qui le discriminanti da contestare al nordismo calcistico del quotidiano in questione? Ovvio, no. La pagina successiva è appannaggio della Juventus, che compie l’‘impresa’ di tre punti conquistati a spese del derelitto Genoa, inchiodato sul fondo della classifica con la miseria di sei punti. Tutto qui? Ovvio, no. La prima pagina del giornale acquistato dalla Fiat concede un quadratino di richiamo alla giornata calcistica, ma come? Fotolina del Milan e queste parole in esclusiva direzione nordista: “Il Milan pareggia al novantunesimo (dettaglio fondamentale per il futuro del Paese! ndr). Vincono Juve e Inter”. Per conoscenza dei lettori: l’attuale classifica della serie A vede in testa il Milan (27 punti), seguito dall’Inter a 24 e poi a quota 23 dalla Juve e dal Napoli, che però è stato penalizzato di un punto e del 0 a 3 (a tavolino) per il match non disputato con i bianconeri. Nel mini riquadro della prima pagina il Napoli è di nuovo ignorato. Va così sotto il  cielo del Paese rannuvolato da leghismo palese e discriminazioni striscianti. Questo reiterato rilievo, che all’italiano non avvinto da passione calcistica potrebbe sembrare una lamentazione campanilistica, è al contrario rilevante se analizzato alla luce delle indiscrezioni circolate sui criteri di ripartizione geografica dei 209 miliardi del Recovery Fund, che concede al Sud solo il 34%, mentre la Ue imporrebbe di privilegiare le aree del Paese disagiate per numero di disoccupati e più bassi livelli di reddito. Per non trascurare aspetti più seri dell’informazione confindustriale di Repubblica, è utile la constatazione sul quotidiano che si pone come antagonista dell’esecutivo Conte e se ne fa portavoce, con evidente empatia per il renzismo.

Con toni da pre-apocalisse politica fioccano le minacce di Italia Viva che sembra seriamente intenzionata a minare le fondamenta del governo giallorosso, con il mirino puntato in modo sempre più esplicito sul premier Conte, con il duplice obiettivo di sgombrare il campo dalla sua  ‘ingombrante’ presenza , che Renzi prova a snobbare con l’appellativo a suo avviso diminuente di ‘avvocato’ e di fare largo alla sua malcelata ambizione di tornare in sella, probabilmente anche perché snervato dal miserrimo  tre percento che gli riconoscono i sondaggi. Il placet di ‘Repubblica’ alle velleitarie avances di Italia Viva è nelle considerazioni di suoi politologi. Per fare un esempio, le parole di un articolo che annunciano con grande rilievo l’intenzione di Renzi di staccare la spina (del governo, ndr) già dal 28 dicembre e attribuiscono a Conte l’idea di serrare le fila di incontri con le forze politiche “sempre che Renzi glielo consenta”. L’ex premier ed ex segretario dem sarebbe dunque pronto a pronunciare la sua omelia a Palazzo Madama, a elencare “per filo e per segno” colpe e omissioni dell’avvocato. Se Salvini e la Meloni non si leccano i baffi, poco ci manca.


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