Amministratori viaggiatori. Smaniosi come i ragazzini di darsi alla pazza gioia in un tourbillon di tour dagli Usa all’Europa dell’est, di immergersi tra grattacieli e canyons degli amati States, oppure tuffarsi in un road trip, meta la Transilvania del conte Dracula.
Abbiamo già visto, giorni fa, la decisa volontà del sindaco di Roma, Ignazio Marino, di non voler interrompere le sue meritate vacanze, vista la positiva mole di lavoro svolta nei mesi scorsi. Nei momenti bollenti, guarda caso, lui è regolarmente in trip: sempre nei suoi States quando la capitale finiva sott’acqua e, mesi dopo a Capodanno, quando ci fu l’epidemia che colpì i vigili capitolini; a Londra quando scoppiò la rivolta di Tor Sapienza, a Parigi quando esplode Mafia Capitale. Bravo, vuole al mondo mostrare le bellezze della città eterna. E cerca di ricaricare le batterie per le future tenzoni, vero Sir Lancillotto del Lago.
Ma c’è un altro che fatica tanto, al Campidoglio e deve ricaricare le esauste batterie, Alfonso Sabella. “Avevo bisogno di staccare. Da dicembre, dal mio arrivo, non ho fatto un’ora di ferie. Natale l’ho passato al lavoro, le domeniche pure. E il mio fisico ne ha risentito”. Una medaglia al merito per lo Stakanov del Campidoglio, il magistrato prestato alla giunta Marino, vero ossigeno di legalità (infatti è assessore al ramo). Ora è in vacanza nelle contrade dell’est: a caccia di vampiri, di cinghiali o di delinquenti? La notizia non trapela per il “Cacciatore di mafiosi”, il titolo della sua ultima fatica letteraria.
Illuminanti le poche parole dette a chi ha cercato di disturbarlo nella sua privacy vacanziera. “Non capisco perchè sarei dovuto rientrare prima dalle ferie per un banale funerale cafone”. Del quale, peccato, ha parlato tutto il mondo. In perfetta linea con lo Sgarbi pensiero, urlato a “In Onda”.
Ma ha ancora alcune cosette da dire, il Cacciatore: “per fortuna non mi pare ci sia stata una sparatoria o una strage”. No, non eravamo alla stazione di Bologna o a piazza Fontana, tanto vale rassicurarlo”.
Eccoci alla seconda, profonda elaborazione concettuale: “quella cerimonia ha dimostrato un fatto che conosciamo: a Roma esistono le mafie”. A Stoccolma già lo reclamano per il Nobel.
Poi filosofia pura: “interrompere le ferie per prendere atto di una cosa che già so non mi è sembrato opportuno”. Elementare Watson.
Le risposte del magistrato-assessore andrebbero allegate ad un manuale di educazione civica da distribuire, con la ripresa autunnale, in tutte le scuole. Almeno romane.
Nella foto, Alfonso Sabella
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