Tutti colpevoli nessun colpevole. E quindi non cadranno teste, al solito, per il funeral show dei Casamonica che ha ridicolizzato l’Italia in mezzo mondo.
Sapevano tutti, quasi quasi verrebbe da pensare che c’è stata una vera e propria “organizzazione comune”, un addio al grande vecchio dei rom concertato da tutte le autorità, compatte e decise per la mega riuscita dell’evento.
In primo luogo sapevano i magistrati della Corte d’Appello di Roma, che hanno firmato “con urgenza” un permesso speciale per consentire a un Casamonica di partecipare allo storico evento, che ha sancito e ufficializzato la consegna delle chiavi di Roma ai clan. E tutte le forze dell’ordine, allineate e coperte, sapevano. Polizia, carabinieri, vigili urbani. Ci manca solo la forestale: e forse per questo il governo ha deciso di abolirla, anche per non dar fastidio ai fuochisti delle terre avvelenate dai roghi di camorra.
Si conoscevano nomi e cognomi dei protagonisti, percorsi, orari, forse non erano informati solo sul tipo di fiore che sarebbe stato lanciato dall’elicottero evidentemente fuorilegge: petali di rosa, gigli candidi o viole mammole? Avrebbe potuto sganciare bombe e napalm d’ogni tipo, ma chissenefrega, chiunque può svolazzare senza alcun problema nei cieli di Roma (e probabilmente in tutto il resto del Paese, vista l’efficienza dei controlli).
Ma altre due circostanze – e soprattutto il ruolo giocato da due personaggi – lasciano sgomenti e ci fanno davvero chiedere: ma siamo su Scherzi (un po’ pesanti stavolta) a parte? O stiamo vivendo un angosciante “Ai confini della realtà”?
Irritato Angelino Alfano che – racconta il Tg della domenica – intima: “Mai più un episodio del genere”. Ignoravamo, fino ad oggi, che l’ex berlusconiano ricopre ora il ruolo di usciere del Viminale. Perchè non sapeva nulla. Ora cade, giulivo, dal pero. Arrabbiatello, come quei discoli che vengono svegliati all’improvviso dalla mamma dopo il pisolino pomeridiano. Scherzi a parte, stavolta in senso stretto: ma a chi spetta il controllo e soprattutto il coordinamento (che, a parere di tutti, è clamorosamente mancato) in situazioni del genere? In un qualsiasi paese, dove ministri lasciano la poltrona per aver copiano una parte della tesi di laurea o per non aver pagato tre mesi di contributi alla colf, Alfano avrebbe già fatto fagotto per la natia Sicilia. E invece è ancora qui, a pontificare.
Ma un altro sta schiacciando pisolini, a quanto pare fregandose altamente che la “sua” (sic) città è finita sotto gli sberleffi di tutto il mondo, e non bastava Mafia Capitale: il sindaco Ignazio Marino, beato e tranquillo in vacanza a stelle e strisce. Possibile che nessuno gli abbia fatto un colpetto di telefono? Che non abbia dato una sbirciatina ai giornali Usa che ci prendono a pesci in faccia? Ma si sa, gli Stati Uniti gli sono rimasti proprio nel cuore, naturale per un cardiochirurgo di fama come lui. Peccato che all’Università di Pittsbourgh lo abbiano cacciato a pedate e ce lo abbiano rispedito in Italia, per via di alcuni comportamenti “disinvolti” nella gestione dei fondi di quell’università. E lui è tornato da noi come l’eroe dei due mondi, s’è presentato per le primarie del Pd e poi ha conquistato la poltrona di primo cittadino. Ma un collega oculista americano, prima di impacchettarlo per l’Italia, non gli poteva fare una visitina? Lui non vede quel che gli accade intorno (nemmeno le 30-40 case del comune affittate ai Casamonica!), non sa chi si aggiudica gli appalti, non conosce chi frequenta: un marziano sbarcato da noi sotto i cui occhi può succedere qualsiasi scempio, truffa gigantesca, ruba ruba da mille e una notte. Lui niente: inforca la bicicletta per fare il sindaco della gente. E ora, dopo la gran festa dei Casamonica che gli hanno scippato le chiavi della città, se ne sta beato oltreoceano. Non ci sarà il 24 quando si discute il rapporto Gabrielli su tutte le falle nell’incredibile vicenda. Con ogni probabilità nemmeno il 27 quando è convocato un consiglio dei ministri.
Ma un bel Vaffa Day per lui non l’ha organizzato ancora nessuno?
Nella foto, Ignazio Marino e il ministro Angelino Alfano
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.