Attacco alla democrazia

Un cordone ombelicale, nero come la pece, come il tetro colore della destra, collega l’asse Mosca-Usa-nazifascismo mondiale e in Europa un allarmante rigurgito, che dalle nostre parti ha pescato nel campo fertile del salvinismo, prima di ritenerlo inidoneo al progetto di destabilizzare la democrazia. Nel dopo Lega, si punta ora sull’estremismo di Fratelli d’Italia, sulla stretta complicità con Forza Nuova, Casa Pound e dintorni, senza disdegnare incursioni nell’area dell’integralismo di aree ultra moderate.  Nel pieno della fase due del Covid, quando la scienza, il buon senso, il riconosciuto obiettivo globale di contenere e ridurre la pandemia, esigono il massimo della coesione sociale e politica, Giorgia Meloni, erede delle ‘attenzioni’ internazionali per far svoltare il mondo a destra, deroga dalla finzione di leader moderatamente destrofila e rivela quel che è con questa ignobile, falsa interpretazione delle violenze scatenate nelle piazze italiane dai neofascisti: “I violenti che devastano le città sono perfettamente funzionali al governo”. Se è chiarissima la mistificazione, ha un che di mistero la sbandata dell’incredibile 15-16 percento di sciagurati italiani che dichiarano di condividere il neofascismo della Meloni, terminale italiano dell’America suprematista, di destra e contemporaneamente della cricca a guida dell’ex kgb Putin.
Certo, il mondo è in allarme, minacciato dal pronostico scientificamente testato dai supervisori della salute attuale e futura della Terra destinata all’estinzione e dall’esordio di questo secolo più che imperfetto, sottoposto allo stress virulento della pandemia. I due parametri della fragilità del Pianeta, mascherati da fittizi surrogati dell’evoluzione della specie umana, nascondono un terzo, incombente pericolo, a rapida diffusione: il mondo sterza progressivamente a destra, come rilevano osservazioni approfondite. I tre giganti dell’economia mondiale, Stati Uniti, Russia, Cina, fondano il loro smisurato potenziale su regimi tutt’altro che democratici, che al vertice si rappresentano con le dittature di Xi Jinping e Putin, a est del mondo, di Trump a ovest, e con una serie di protagonisti minori, tra virgolette (che nell’insieme incombono su quel che resta di democratico) : Corea, Turchia, Israele, Brasile, Paesi dell’est europeo e del nord del Vecchio continente, dittature africane. Il coacervo dell’accozzaglia di luoghi del Pianeta dove alligna la mala pianta del micidiale mix di razzismo, neo colonialismo, xenofobia, suprematismo, aggressività, se ci si limita solo a questo spezzone residuo del 2020, è sottoposto all’incognita dell’election day che tra quattro giorni deciderà la sorte degli Stati Uniti e di riflesso di buona parte del mondo. Esplicitamente: non ci sarebbe nessuna implementazione della democrazia interna o extra Usa se vincesse Biden, cioè di uno dei soliti straricchi in grado di finanziare campagne elettorali miliardarie, espressione dell’establisment iper conservatore americano, ma paura vera di una sorta di guerra civile scatenata da Trump, che alla luce del sole ha chiesto ai “suoi” di opporsi con le armi all’eventuale presidenza Biden. Fosse riconfermato il tycoon, il mondo avrebbe di che tremare: agonia e morte della democrazia.
Un’anteprima delle sciagure potenziali è in corso da altra sponda e ci riguarda. Forze russe occulte, ma non troppo, inquinano l’informazione spacciando per attendibili false notizie. Nel mirino di abili hakers c’è il governo italiano e il presidente della Repubblica, con un’alluvione di tweet e notizie false. L’agenzia di San Pietroburgo, legata agli apparati del presidente Putin, nata per inquinare l’opinione pubblica occidentale (quella italiana compresa) ne ha spacciate sedicimila con l’obiettivo di diffonderle per screditare il governo italiano e favorire la destra, per indurre. paura e sfiducia nelle istituzioni democratiche in momenti di grande tensione sociale. Per far credere, che con l’alibi della pandemia in atto, il governo di Conte avrebbe in programma di militarizzare il Paese. (Di qui l’incredibile bufala della Meloni sulle violenze di piazza ‘funzionali al governo’).

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