Il terzo grado di ‘Porta a Porta’

Il complottismo è sport nazionale praticato anche in Italia da soggetti indotti all’esasperazione dello scetticismo militante, in rabbiosa antitesi con la maggioranza di governo. Esempio: nella selva oscura della destra puntano allo sfascio i falsi negazionisti e le loro disinformate, vulnerabili vittime. La masnada di beceri salviniani è identificabile a vista: affolla i comizi leghisti con spavaldo e delinquenziale disprezzo dei fondamentali fissati dal binomio scienza-politica per contenere la diffusione del Covid. Zero mascherine, distanziamento disatteso, selfie viso contro viso, assembramenti di ogni tipo. Più della salute, propria e altrui, agli scellerati  untori del virus ‘sta a cuore’ l’assalto al forte politico della maggioranza, con le armi della contestazione, a prescindere dalla tragedia coronavirus, che invece invocherebbe unità di proposte e interventi. Meno esplicito, più pericolosamente ambiguo, è il sabotaggio di chi si avvale dei mezzi di persuasione occulta per legittimare il disfattismo. Chissà cosa induce Vespa, dux della prima rete Rai, a sospettare che il numero dei contagiati sia gonfiato e per quale recondito obiettivo del governo. Il terzo grado sul dato dei positivi, a cui il ‘Porta a Porta’ di Vespa ha sottoposto la sottosegretaria alla Salute Zampa è sembrata una scelta molto prossima alla balorda idea di macchinazioni del centrosinistra per drammatizzare la gravità della pandemia, al fine di tenere in vita il governo e il potere che ne deriva.
Chi nutrisse dubbi sull’attendibilità di questa ipotesi, dovrebbe riflettere sull’atteggiamento di tipi come Johnson e Trump, che hanno negato la pandemia, evidente tentativo di ‘salvare l’anima’, ovvero la propria inettitudine. Comunque, in margine al caso dell’inquisizione di Vespa sul numero dei contagi: a suo dire falsati in eccesso, perché includerebbero anche i secondi o terzi esiti dei tamponi.  Sarebbe perciò inferiore a quello dichiarato dal governo. Niente a che fare con la verità: il ‘sospetto’ di Vespa tendeva a ridimensionare la gravità della pandemia, in contrasto destrofilo con l’allarme del governo e le decisioni di tornare a severe restrizioni per evitare il peggio prima della fase risolutiva della vaccinazione. Cosa se non la manipolazione del sempiterno conduttore di ‘Porta a porta’, illegittima, abuso del messo televisivo pubblico. Niente di nuovo, suggerimento di disertare il programma ignorato dalla sinistra, dai suoi esponenti, ostinati frequentatori di Vespa per incamerare visibilità. Legittimano ‘Porta a Porta’, ignorano che se rifiutassero di parteciparvi la renderebbero incompatibile con il principio della par condicio, perciò da chiudere.
In tema di negazionismo, le sbruffonate da guitto di quattro soldi che Trump propina quotidianamente. Da est o ovest degli States è imponente la contestazione del tycoon. Milioni di donne, all’insegna del ’Woman’s march’, manifestano contro il presidente e chiedono all’America di non votarlo, sconfessano la nomina della cattolica ultra conservatrice Amy Barrett alla Corte Suprema. Tanti i cartelli con ‘Trump not my president’ e lapidario il giudizio di questa dichiarazione: “La presidenza Trump è iniziata con una marcia delle donne e ora è destinata a finire con il voto delle donne”.
Comizio in Michigan, ultime farneticazioni di un esagitato tycoon: “Con me si tornerà alla vita normale. Biden vuole chiudere il nostro Paese e prolungare la pandemia. Con lui si andrebbe alla più grande depressione della storia”. Di recente, nel giorno dei 60mila americani contagiati in 24 ore, Trump ha dichiarato: “Stiamo distruggendo il virus”.

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