PESTICIDI / UNA NUOVA TECNICA PER VALUTARNE LA TOSSICITA’

Un’equipe di ricercatore europei ha messo a punto una nuova tecnica in grado di rilevare i danni che può arrecare alla salute l’assunzione di alimenti che siano stati trattati con pesticidi, tra cui il glifosato.

Si tratta di tecniche analitiche cosiddette “omiche”, basate sulla somministrazione di una miscela composta da sei principi attivi antiparassitari: azossistrobina, boscalid, cloripiforas, tiabenzandolo, imidaclopid e, appunto, glifosato.

Ogni componente è presente nella miscela con una quantità minima, vale a dire ad un livello di dose giornaliera accettabile, quanto cioè generalmente assumiamo quotidianamente attraverso cibi e bevande.

I ricercatori hanno osservato che mentre attraverso le consuete rilevazioni e le analisi standard non segnalano alcuna anomalia, le tecniche “omiche” hanno invece palesato dei cambiamenti biochimici nell’intestino, nel sangue e nel fegato. Molti metaboliti sono risultati alterati. Segnali non da poco e fino ad oggi mai emersi attraverso le tecniche tradizionali.

Più in dettaglio, è stata rilevata una diminuzione del pirossidale nel sangue: il che significa una maggiore carenza di vitamina B6.

Sottolineano i ricercatori, il cui studio è stato pubblicato sul sito scientifico GmWatch: “Fino ad oggi le misure adottate dagli organismi europei incaricati dei controlli, e soprattutto dall’EFSA, sono risultate carenti sotto questi profili, finendo con il minimizzare il problema. Che invece esiste e va analizzato con estrema cura. La miscela utilizzata, infatti, ha causato dei cambiamenti nella biochimica del sangue e dell’intestino, i quali indicano la potenziale insorgenza di alcuni problemi di salute”.

Fino ad oggi la stessa EFSA, tenuta a vigilare sulla salute alimentare dei cittadini, non ha mai voluto prendere in considerazione le tecniche “omiche”, pur adesso in fase finale di sperimentazione animale. Ma presto – secondo gli esperti – dovrà per forza di cose tenerne conto, come metodici efficaci ed integranti per poter esprimere giudizi ad hoc per le autorizzazioni dei fitofarmaci.


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