Scandalo sollevato da Scandola. Sulle retribuzioni d’oro alla Cisl. Il j’accuse dell’iscritto alla Fisascat è denso di nomi, poltrone e cifre da brivido, proprio mentre tanti pensionati finiscono in miseria e non hanno più di cosa vivere. Fausto Scandola è stato subito espulso dal democratico – e opulento – sindacato cattolico, un tempo (sic) punta di diamante delle proteste operaie anni ’80. Ma dai tempi del barricadero Pierre Carniti a quelli targati Bonanni e Furlan sono passati mille anni…
Ecco come illustra le sue “ragioni” (sic) il leader Fisascat, il paperone dei pensionati Cisl, Gigi Bonfanti. Che becca 225 mila euro lordi, tra pensione da medico (143 mila) e il resto in varie indennità.
“Sono orgoglioso della mia pensione. Una parte l’ho sempre devoluta in beneficenza. Non ci sto a essere messo nel mucchio con i ladri di polli”. Certo, con i ladri di polli no.
“Non è scandaloso che io abbia una pensione commisurata alla mia attività professionale. Sono scandalose certe retribuzioni per dirigenti che non hanno mai fatto una trattativa o una professione in vita loro. Del resto il sindacato è lo specchio della società ed è fisiologico, purtroppo, che anche da noi ci sia chi ne approfitta”.
Ma non gli basta. Continua dritto per la sua strada, lastricata di soldi e poltrone. “E’ tutto chiaro da sempre. Io sono stato eletto segretario generale con il 95 per cento dei voti. E a settembre intendo convocare il Consiglio Generale dei pensionati per mettere tutto sul tavolo e chiedere che mi rinnovino la fiducia”.
Speriamo che i pensionati in un mese carichino bene i polmoni per un sonoro vaffa al Bonfanti. E a tutti i sindacalisti che vivono sulle spalle dei lavoratori, dei senzalavoro, di chi non ha più neanche gli occhi per piangere e l’aria per respirare.
Nella foto, Gigi Bonfanti.
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