E’ sparito esattamente 30 anni fa a Velletri e se sono perse per sempre le tracce.
Si tratta di Davide Cervia, uno dei più inquietanti misteri di casa nostra. E la giustizia italiana, tanto per cambiare, ha fatto flop, alzando bandiera bianca già vent’anni fa, nel 2000, quando il caso è stato archiviato dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma, che pur confermando il rapimento, ha certificato l’impossibilità di trovarne gli autori. Un sequestro – questa la pietra tombale – ad “opera di ignoti”.
Una autentica vergogna di Stato.
Anche per i successivi sviluppi. La famiglia di Davide, infatti, non ha mai smesso di combattere per venire a capo del giallo. E otto anni fa la moglie Marisa ed i figli Erika e Daniele hanno denunciato sia il ministero della Difesa che quello della Giustizia (sic) per la “violazione del diritto alla verità”.
Un’azione simbolica, tanto per mettere a nudo le palesi incapacità (e non volontà) delle nostre istituzioni nel garantire verità e giustizia ai cittadini.
Un piccolo, ma significativo successo è stato ottenuto: il ministero della Difesa è stato condannato al risarcimento di 1 euro, avendo “violato il diritto a ciò che può definirsi la verità”. Nessun provvedimento, a quanto pare, per il dicastero della Giustizia.
In un primo momento la Difesa ha avuto la faccia tosta di appellarsi alla sentenza. Poi ad inizio 2018 l’ex ministro Elisabetta Trenta ha almeno avuto l’idea di rinunciare a quel folle appello.
Ma il giallo resta aperto. Sempre in attesa di un perché, di una risposta.
Sanremese, perito elettronico, Davide è entrato subito nei ranghi della Marina Militare, come sottufficiale addetto agli armamenti tecnologici della fregata Maestrale.
La sua sparizione avvenne poco prima dello scoppio della Guerra del Golfo.
Incredibile ma vero, però, quattro mesi dopo la sparizione, il suo nome compare nella lista-passeggeri di un volo Air France da Parigi al Cairo. E chi risulterebbe aver comprato quel misterioso biglietto? Il ministero francese della Difesa.
Sorge a questo spunto spontanea la domanda: ha mai fatto un passo concreto la nostra magistratura per accertare il fatto? La nostra Farnesina ha mosso un dito? La nostra Difesa ha inviato un fax, un telex o qualcosa di simile?
Tutti a guardare, come è incredibilmente successo per la strage di Ustica, dove le nostre autorità non hanno mosso un dito per chiedere ai francesi di rompere i loro segreti di stato e rivelare gli spostamenti delle loro portaerei nei mari di Ustica in quelle tragiche ore.
Un ultimo dettaglio, in attesa che finalmente qualcosa si muova nell’incredibile caso Cervia. Sette anni fa un suo ex istruttore, Giovanni Cossu, ha dichiarato che Davide era un grande esperto di sistemi d’arma della nostra marina militare. In particolare, conosceva come le sue tasche il sistema OTOMAT, venduto in circa mille esemplari, in quel periodo, all’Iraq e alla Libia.
Come mai nessuno ha poi seguito quella pista?
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