A proposito del nuovo cda della Rai e della posizione dei 5 Stelle, mi scrive un lettore, Fulvio Bernardini.
«Sono nato nel 1950 ed ho i capelli bianchi come lei… da tempo. Non sono inscritto al M5S, ma lo voto, dopo aver molto riflettuto, mi creda. Una sola domanda vorrei farle. Circa la sua affermazione : “non hanno reagito in alcun modo”, può cortesemente spiegarmi cosa intende esattamente? Cosa avrebbero dovuto fare… realmente, con la almeno vaga speranza, di essere SOLO ascoltati? Perchè è proprio questa la “debolezza” della sua critica, almeno secondo il mio punto di vista. Avrà certamente notato come molte delle iniziative presentate del M5S siano condivisibili da molti… a parole, ma poi si va a cozzare puntualmente contro un muro di gomma. E Lei sa bene di cosa parlo. Sono mesi, anzi anni ormai, che Fico, e non solo, testimoniano la RAI che vorrebbero. Quali altri strumenti suggerisce in questa calura estiva, noto periodo di furti con destrezza da parte del governo in turno? Dovevano forse crocifiggersi su un’antenna per urlare a quali rischi si va incontro, con questa riforma che Lei giustamente condanna? Ecco perchè ritengo la sua critica infondata. Concludo dicendo che è vero che ci sono “militanti insofferenti”, ma Lei sono certo comprenderà… sono giovani, la prego gli dia tempo. E’ della miseria umana della classe giornalistica, in “maggioranza”, e sulla quale spero converrà, che invece mi preoccuperei maggiormente e spenderei fiumi di parole e critiche feroci. E per giunta non hanno, i più, l’attenuante della giovinezza. Forse e ripeto forse, se molti di voi la smettessero di inginocchiarsi al padrone di turno, l’Unità 2015 docet, la loro forza “contrattuale” sarebbe diversa ed avrebbero “potuto” reagire come Lei auspicava, non crede?».
Ed ecco la mia risposta.
Gentile Fulvio Bernardini. Vedo che siamo nella identica situazione di partenza: capelli bianchi, elettori del M5S e non iscritti. Il resto lo immagino molto diverso, e lo si vede dalle sue parole. Le rispondo dunque, punto per punto. Primo punto. Quando dico che “non hanno reagito in alcun modo” intendo dire due cose:
a) sono partiti con il piede sbagliato, cioè sbagliando il giudizio sul ruolo della tv nella società del passato, presente e futuro. Responsabilità primaria: quella di Grillo e Casaleggio. I quali, avendo idee strane e confuse, non si sono preoccupati di formulare qualche cosa di sensato in merito alla riforma della Rai e delle televisione in generale. b) Non avendo idee serie in merito non si sono proposti il compito, per me essenziale, di mettere sotto attacco il sistema dell’informazione televisiva in Italia. Ma non negli ultimi giorni, molto prima. Io ho seguito, passo passo, questa mancata evoluzione. L’ho criticata, non da ieri. Risultato nullo. Non è errore di ieri. E’ errore di fondo.
Secondo punto. Che vuol dire “vaga speranza di essere solo ascoltati”? Si sorprende? Se ne sono accorti all’ultimo che il sistema informativo è in mano al nemico? Si aspettava dei regali? Chi ha il potere non regala mai niente. Ma ci sono momenti in cui una forza politica, se guidata responsabilmente, deve stabilire i punti fermi su cui agire. Ovvio che si esiste solo se si è trasmessi (non lo sapevate?), ma certe cose, se dette, pesano come macigni sulla storia futura di un movimento. E, se non sono dette, pesano anche di più. Bisognava dirle. Ma se non si ha un’idea chiara del problema, non si sa cosa dire. E non sono state dette. La mia critica (per quelli che vogliono ascoltarla) è: non è mai troppo tardi. Si cominci a farlo adesso, lanciando un grande dibattito nazionale del M5S, nel M5S e fuori. Io sono pronto a parteciparvi, con le mie modeste competenze.
Terzo punto. Lei dice: sono giovani, diamogli tempo. Sono insofferenti, è normale. Io li ho votati, come lei, proprio e anche perché erano giovani, cioè ancora puliti. L’insofferenza è altra faccenda. Meglio se imparano a essere umili. Ma prendano il tempo che loro abbisogna. Senza dimenticare che gli avversari saranno coglioni, ma non perdono tempo e agiscono. Anzi i tempi li impongono loro (come in questo caso).
Quarto punto. Il più scorretto a mio avviso. Lei mi accomuna alla “classe giornalistica” e lascia intendere che io mi sarei inginocchiato (“molti di voi”, ha scritto) al padrone di turno. Vuol dire che lei proprio non conosce colui con il quale parla. Io non solo non mi sono mai inginocchiato a nessun padrone di turno. Da quella classe giornalistica sono uscito da tempo, anzi direi che non ci sono mai entrato. La ragione per cui molto raramente compaio nei talk show se l’è mai chiesta? Ha mai letto cosa ho scritto in materia? Ha letto cosa ho scritto nelle mie “Note per una riforma del sistema radiotelevisivo”? Le sfugge il fatto che io sono libero. E le sfugge il fatto che intendo restarlo, ad ogni costo.
Nella foto, il gruppo parlamentare del Pentastellati.
Per approfondire:
www.megachip.info
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