“Come un subacqueo che, immersosi nelle profondità del mare, ne riemerge con la mente pregna di colori e visioni inaspettate, si risale in via Toledo o in piazza Borsa, a Garibaldi o a Municipio arricchiti da presenze e immagini materializzati in quei percorsi sotterranei dalla storia millenaria di questa città e dalla sua eterna creatività: reperti romani, angioini, aragonesi e vicereali, fino alle opere d’arte contemporanea, che hanno collocato la metropolitana napoletana all’attenzione internazionale”.
E ancora: “L’unico elemento di dinamica culturale, imprenditoriale, sociale, urbanistica, frutto di una consapevole collaborazione con le istituzioni, opportunità di crescita professionale per chi vi abbia lavorato, è costituito a Napoli dall’operazione della metropolitana, che procede con un’efficienza cui la città non era abituata e che talvolta non riconosce per pura ignoranza, in particolare degli aspetti archeologici e architettonici in gioco, che inevitabilmente complicano quelli esecutivi”.
Non è finita: “La nuova rete sotterranea su ferro allinea la città agli standards europei, reinventandone i tempi, la dimensione e l’aspetto: come tale è, nel suo complesso, un fatto storico”.
Così scrive su Repubblica Napoli tale Carughi Ugo. Con ogni probabilità reduce da una lunghissima vacanza su Marte e appena sbarcato in città.
Gli andrebbe spiegato che il metrò made in Napoli è il più classico degli esempi di mega sperpero di danaro pubblico, ad hoc per foraggiare la solita lobby di costruttori, progettisti & consulenti, capace di devastare l’ambiente come emblematicamente dimostrato dal crollo di un palazzo storico alla Riviera di Chiaia (figurarsi quali terremoti si scateneranno nel ventre cittadino quando passeranno i treni!). A proposito di standard europei, il costo a chilometro a Napoli si aggira intorno a 300 milioni (e si potrà sfiorare quota 400), mentre a Roma siamo a quota 150, così come nelle principali capitali europee (il tunnel sotto la Manica – realizzato in 7 e non in 40 e passa anni – costa 100 milioni a chilometro). Poi: a che serve inventarsi gallerie d’arte moderna (e ipercostosa) quando massacri il passato? E lavori per giunta senza lo straccio di una Via (Valutazione d’Impatto Ambientale) costruita “dopo”? Per ulteriori notizie, mister Carughi può informarsi leggendo il pamphlet “La Metrocricca” (ne è prevista un’edizione aggiornata per ottobre).
link per approfondire:
Grandi affari via Metrò
https://www.lavocedellevoci.it/?p=2451
Senza VIA (di fuga)
https://www.lavocedellevoci.it/?p=657
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