Veleni di regime

La perversa fantasia del potere ha provato a mascherare l’evidenza del mandante di un secondo tentativo di spegnare con il veleno la più autorevole voce della contestazione al regime zarista di Putin. Gli specialisti dell’ospedale tedesco ‘Charité’ dicono con l’autorevolezza riconosciuta di esperti, che i colleghi russi hanno mentito sapendo di mentire e che hanno impedito il trasferimento di Aleksj Navalny in Germania per ottenere la non tracciabilità del veleno. Gli è andata male e appare macabra la finzione degli auguri di guarigione inviati da Putin al suo oppositore. Le condizioni del leader dell’opposizione sono gravi, il ricovero in terapia intensiva preoccupa e i medici tedeschi, se Navalny se la caverà non escludono danni del sistema nervoso.
Il caso del dissidente russo, vittima per la seconda volta di un attentato alla vita, si inserisce in un quadro mondiale di atrocità di tanti regimi ai limiti della democrazia imperfetta, che si libera con omicidi e carcere degli oppositori. Il sistema ricorda la feroce repressione di Pinochet, di migliaia di desapacecidos e ancora prima gli eccidi dello stalinismo, l’antisemitismo nazista. Purtroppo non sono solo piaghe del passato remoto, ma cruda attualità in mezzo mondo, dalla Cina all’Europa, da Bolzonaro a Erdogan e appunto alla Russia di Putin.
E cosa sono, se non repressione di Stato, le diciotto vittime, quasi una all’anno, uccise da poliziotti, impuniti, se si escludono blande sospensioni dal servizio? L’ultima, gratuita violenza, quasi un omicidio, l’ha subita nel Wisconsin Jacob Blake, nero di 29 anni, con sette colpi di pistola alla schiena, mentre stava entrando nella sua auto, dove si trovavano i tre figli. Blake aveva fatto da paciere per sedare una lite tra donne. La vittima degli spari è in ospedale, in gravi condizioni.
News oscene dalla convention dei repubblicani. Dove la mascherina è uno sconosciuto optional. Brilla di una luce sordida l’incredibile intervento del figlio maggiore di Trump, svolto a un niente temporale dal ricovero in fin di vita del nero sparato nel Wisconsin: “Bisogna combattere il razzismo, ma i poliziotti sono degli eroi”. Di che sorprendersi se le piazze di grandi e piccole città americane sono da mesi in rivolta contro il regime suprematista del tycoon? E c’è un’altra perla repubblicana, la frase choc di Mark e Patricia McCloskey, i due che a Saint Louis puntarono pistola e fucile contro i manifestanti, che sfilavano pacificamente per protestare contro l’assassinio di George Floyd: “I democratici proteggono i criminali dai cittadini onesti”.  E lo squinternato Trump? Ha definito ‘pazzo’ Joe Biden su Twitter, lo ha accusato di voler chiudere di nuovo il Paese per la pandemia (magari, succedesse, sarebbe l’unica strategia per fermare la strage di americani innocenti vittime del Covid, ndr). Non resta che sperare nel 3 di novembre, nel rinsavimento degli elettori americani.
Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano, l’infettivologo leghista del ‘Prima il Nord’ è lo stesso che da aspirante secessionista negò ai ricercatori napoletani di aver intuito per primi l’efficacia terapeutica anti Covid di un farmaco usato per curare l’artrite reumatoide (“Noi i primi a Milano” affermò Galli con spocchia)  raccomanda di affrontare il prossimo autunno con il massino della cautela e di provvedere quanto prima a sottoporsi al vaccino antiinfluenzale e da infezioni da pneumococco. Invito assolutamente condivisibile
Coronavirus. La lotta al Covid dal naso. Ricercatori americani della Washington University hanno sviluppato un vaccino anti Sars-Cov-2 da somministrare per via nasale. Sui topi si sarebbe dimostrato efficace nel prevenire l’infezione. Nello studio pubblicato sul un importante rivista scientifica gli studiosi sostengono che la via di somministrazione nasale blocca l’infezione, sia nel tratto respiratorio superiore, sia in quello inferiore (naso e polmoni): questo vaccino boccherebbe la diffusione del virus in altre parti del corpo. L’augurio è che abbiano ragione e che la scoperta si integri con il lavoro di ricerca in corso in tutto il mondo, purtroppo con evidente dispersione di risorse umane e materiali.
Dispiace, umanamente, la notizia di Briatore ricoverato al San Raffaele di Milano, in gravi condizioni, vittima del coronavirus. Dispiace, ma induce anche a riflettere su di un suo violento attacco (politico, perché il milionario è schierato apertamente con l’opposizione) contro la chiusura, in Sardegna, della sua discoteca Billionaire, dopo l’accertamento di sei dipendenti contagiati dal virus. I contagiati sono saliti nel frattempo a 69.

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