Meno uno: Bannon bye, bye

Il guinness dei primati si arricchisce di un eccezionale record: con Trump inquilino abusivo della Casa Bianca la sua corte di vice e affini ha subìto un drastico dimagrimento: ecco chi di loro è finito in manette: il consigliere personale Roger Stone, per intralcio alla giustizia e falsa testimonianza; Michael Cohen, reati finanziari; Paul Manafort, frode fiscale e ostacolo alla giustizia; Rik Gates, per aver mentito all’Fbi e ora l’ex stratega Steve Bannon, che da esponente della destra suprematista e xenofoba, punta avanzata del cattolicesimo ultraconservatore degli States, è stato arrestato con l’accusa di aver intascato elargizioni on line per finanziare lo scandalo mondiale del muro di separazione dell’America dal Messico. Poco importa che il fanatico razzista abbia riguadagnato in fretta la libertà con l’esborso 1,7 milioni di dollari dei 5 fissati per la cauzione (escono dalla sua cassaforte o dalla destra ecclesiastica Usa?). In manette altri tre soggetti della cricca con Bannon presidente, che per l’ignobile intento del ‘muro’ ha raccolto la bellezza di 25 milioni di dollari (una parte non irrilevante utilizzata per spese personali e dei soci) a conferma della disfunzione sociale di tanta parte del popolo americano. Ai democratici italiani la notizia dei guai giudiziari di Bannon è una boccata di aria pulita. Fu Bannon a interferire nella politica del nostro Paese, operando per la nascita e poi per il divorzio Lega-5Stelle. Nel suo subdolo programma c’è l’apertura di una scuola di populismo nella splendida struttura del monastero di Trisulti, di cui si era appropriato illegalmente e la nascita di un Movimento dei sovranisti europei. Il matrimonio con la Lega sembra non abbia retto, anche per l’inedita empatia con la destra-destra emergente della Meloni.
All’altro capo del mondo i medici che hanno in cura Alexei Navalnyi, leader degli oppositori di Putin, rifiutano il trasferimento e avanzano l’idea che non sia vittima di un nuovo tentativo di ucciderlo. Contano sul fatto che il veleno somministrato a Navalnyi al bar dell’aeroporto di partenza non è individuabile, come non lo fu nel caso di un precedente tentativo di avvelenamento. Il Cremlino, senza timore di subire il sarcasmo degli osservatori internazionali, invia gli auguri di guarigione all’oppositore del regime, ma vieta a un aereo Ong inviato in Russia di prelevare Navalnyi per ricoverarlo in Germania. Il niet di Mosca, sospettano gli anti zar, rivelerebbe l’intenzione di impedire l’accertamento del veleno somministrato. Berlino e Parigi, la Merkel e Macron, si sono offerti di ospitare e curare il dissidente russo.
A Salvini, che a Sarzana ha inasprito l’attacco al governo sul tema ‘scuola’ e ha insultato così la ministra Azzolina: “Ha le rotelle (quelle dei nuovi banchi scolastici, ndr) al posto dei neuroni” e ha oltrepassato ogni limite paragonando la scuola ai lager: L’Azzolina stufa di subire insulti: “Salvini è un gaglioffo e farebbe bene ad aprire qualche libro, a istruirsi”. In altre parole: non sa che dice e offende la scuola, docenti, studenti, tutta l’Italia!

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