Ucciso per l’ennesima volta (quater), Paolo Borsellino. A pochi giorni dalla commemorazione della strage di via D’Amelio, altra pietra tombale appena confezionata a Caltanissetta, dove la procura ha chiesto l’archiviazione sui clamorosi depistaggi.
Ecco cosa scrive Repubblica: “Resta senza autori il presunto depistaggio sulla strage di via D’Amelio che per 18 anni ha tenuto in carcere sette persone ingiustamente condannate all’ergastolo sulla base delle accuse del falso pentito Vincenzo Scarantino e poi scarcerate in vista della revisione del processo. Dopo sei anni di indagini, la Procura di Caltanissetta ha chiesto l’archiviazione per i tre funzionari di polizia accusati di aver minacciato e costretto con la violenza Scarantino a rendere false dichiarazioni. I tre poliziotti, Mario Bo, Salvatore La Barbera e Vincenzo Ricciardi, facevano parte del gruppo stragi coordinato da Arnaldo La Barbera (morto alcuni anni fa) individuato come il principale artefice del depistaggio”.
Dunque, tutte viole mammole. Nessuno ha inventato il pentito Scarantino, nessuno l’ha istruito, nessuno ha preparato il copione della sceneggiata, nessuno ha scritto le risposte che avrebbe dovuto fornire. Scarantino ha sognato. Pura invenzione le manine che lo hanno costretto a raccontare una storia che anche due freschi laureati avrebbero subito intuito campata per aria. E anche i nomi che ha fatto, sognati. Quelli dei tre poliziotti, quello dell’ex questore La Barbera, quelli dei magistrati che coordinavano l’inchiesta, Nino Di Matteo e Anna Maria Palma. Del tutto inventata, frutto di chissà quale pozione ingerita, la ricostruzione di Scarantino: mi hanno minacciato, costretto – ha detto in aula un paio di mesi fa – la regia è della Palma. Del tutto inutili le denunce al color bianco di Ilda Boccassini, che già negli anni ’90 scriveva di Scarantino come pentito non credibile.
Pagherà qualcuno per quei 18 anni di galera di sette innocenti? Pagherà qualcosa mai chi ha orchestrato, ancora nell’ombra come negli ormai consueti scenari siciliani, dove al massimo si arriva a qualche esecutore materiale ma i mandanti rimangono regolarmente a volto coperto?
E per i depistaggi che vedono anche i ciechi, possibile che da nessuna procura possa arrivare uno straccio di verità? Possibile che siamo costretti al buio perpetuo? Ma speedy Renzi non aveva invocato trasparenza sul fosco passato e chiarezza in tutti i buchi neri della nostra martoriata repubblica? Il capo del Dipartimento Informazioni Sicurezza, Giampiero Massolo, non aveva parlato di svolta epocale e di luce su tutte le nebbie?
Forse abbiamo sognato. Ma questo non è un piagnisteo…
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Un commento su “COME TI UCCIDO ANCORA BORSELLINO. NESSUN DEPISTATORE PER SCARANTINO”