KODAK / IL COLOSSO DELLE FOTO DIVENTA UNA STAR DI BIG PHARMA

Dalle mitiche pellicole per le foto di un tempo agli stratosferici paradisi di Big Pharma.

E’ lo strabiliante percorso industriale dell’ex colosso, una riconversione che più incredibile non si può.

Una riconversione sostenuta adesso da un fiume di “prestiti” pubblici.

E’ la prima, clamorosa mossa stabilita dalla Casa Bianca in base al fresco “Defense Production Act”, messo in campo dall’amministrazione guidata da Donald Trump per “aiutare” le imprese nella battaglia non solo contro il coronavirus ma su tutto il fronte farmaceutico.

Un atto di guerra economica, nei fatti, contro Cina ed India, dalle quali fino ad oggi dipendeva una grossa fetta dei cosiddetti “materiali di partenza” per produrre i medicinali generici.

A quanto pare, tra le iniziative di punta, da attuare in tempi brevi, c’è una massiccia produzione di idrossiclorochina, il cui consumo è stato caldeggiato da Trump ingoiando pasticche in diretta tivvù.

Ma ecco la story.

La “Eastman Kodac Co. KODK” si è appena aggiudicato un prestito governativo da 765 milioni di dollari, proprio grazie all’appena varato Defence Production Act. Lo scopo dichiarato dalle autorità è quello di “aiutare ad accelerare la produzione interna di farmaci in grado di trattare una varietà di condizioni mediche e di allentare la dipendenza degli Stati Uniti da fonti straniere”.

Il prestito è stato erogato dalla U.S. International Development Finance Corporation, un’agenzia governativa che agisce come una banca.

Gonfia il petto Trump: “E’ una svolta per riportare la produzione farmaceutica negli Stati Uniti”.

Facendo eco alle prime parole pronunciate dal numero uno di Kodak, Jim Confidenza: “Gli Stati Uniti mirano ad affrancarsi dalla dipendenza rispetto alle importazioni da Cina e India”.

Il capo della Casa Bianca sottolinea che “Kodak non produrrà solo ingredienti per farmaci generici, ma creerà anche materiali di partenza, che sono i mattoni di molti farmaci in un modo che è sia competitivo in termini di costi che ecologico”.

Un Trump verde e addirittura in rotta di collisione con le star di Big Pharma che cominciano a storcere il naso?

Chissà. Intanto Kodak gode.

Gongola Continenza: “Abbiamo una lunga storia di materiali chimici e avanzati, una storia di oltre cento anni”.

Una sigla che ha fatto la storia degli States, Kodak, quartiere generale a Rochester, New York. Nei tempi d’oro è arrivata a impiegare 145 mila lavoratori sparsi in tutto il mondo. Nel 1975 brevettò la prima fotocamera digitale, ma con gli anni è entrata in crisi, fino al fallimento del 2012.

Secondo Continenza in breve tempo la fetta farmaceutica arriverà al 40 per cento del fatturato totale aziendale. Non poco.

Il fresco super prestito è stato suggerito dal consulente commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, preoccupato per la dipendenza degli Usa dai paesi stranieri per i materiali chiave nella produzione di farmaci. “Non si tratta della Cina, dell’India o di un solo paese – afferma Navarro – ma si tratta della stessa America che sta perdendo le sue catene di approvvigionamento”.

L’ammiraglio John Polowczyk, a capo della task force per la catena di approvvigionamento della Casa Bianca, sostiene che “la produzione nazionale di farmaci ha iniziato a spostarsi dagli Stati Uniti negli anni ’70, soprattutto per ragioni legate al risparmio sui costi”.

Nel 2017 gli Stati Uniti hanno importato dalla Cina quasi 4 miliardi di dollari in materie prime farmaceutiche, con un aumento del 25 per cento rispetto all’anno precedente.

La Cina, infatti, è il maggiore fornitore mondiale di ingredienti farmaceutici attivi, alla base di tutti i medicinali. Una dipendenza pesante per gli Usa, soprattutto per via della “guerra dei dazi” della pandemia da Covid-19.


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