Il generale iraniano Qassem Soleimani venne ucciso dagli Stati Uniti nel raid missilistico del 3 gennaio 2020 perché aveva le prove documentali della stretta collaborazione tra i comandi militari a stelle e strisce e i terroristi dell’ISIS in Iraq.
Una notizia clamorosa, che del resto corrobora i sospetti già da tempo nell’aria.
La conferma viene dal consigliere speciale del parlamento iraniano per gli affari internazionali, Hossein Amir Abdollahian, il quale dichiara che “l’ex comandante dell’IRGC, Quds Force, il generale Qassem Soleimani, possedeva filmati e file audio che dimostrano la collaborazione tra i comandanti militari statunitensi e i terroristi dell’Isis in Iraq”.
Prosegue il consigliere speciale: “Il generale Soleimani mi ha detto di essere in possesso di filmati che dimostrano che cinque aerei logistici americani sbarcarono all’aeroporto di Mosul che all’epoca era sotto l’occupazione dell’Isis e che i generali statunitensi scesero dall’aereo ed entrarono all’aeroporto di Mosul. Hanno negoziato con i leader dell’Isis per cinque ore”.
E aggiunge: “Il generale Soleimani ha dichiarato di avere i file video e audio dei discorsi e che li rilascerà ogni volta che lo riterrà opportuno”.
Soleimani venne ucciso nel corso di un attacco di droni statunitensi all’aeroporto internazionale di Baghdad il 3 gennaio scorso.
E a fine giugno l’Iran ha annunciato di aver emesso 36 mandati di arresto per altrettanti funzionari statunitensi e di altri paesi coinvolti nell’assassinio.
Tra essi figura anche il capo della Casa Bianca Donald Trump.
Nella foto Qassem Soleimani
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