Chi di furbizia ferisce… di fantasia perisce

Furbizia contro fantasia? Sbagliato. Fantasia alleata della furbizia. Questa l’equazione di chi ha preso per i fondelli Trump e il folto strapagato staff regista dei suoi comizi. Il Bok Center, Oklahoma, United States of America, è un’arena sportiva da 19mila posti, ma all’invito del tycoon per il primo raduno elettorale dopo lo stop del lock down, hanno risposto “presente” solo 6mila e 200 dei probabili elettori repubblicani. Il clamoroso flop, questo il commento di Alexandra Ocasio-Cortez, star della sinistra radicale, si deve all’invenzione dei ‘ragazzini’, che con l’app ‘tok tok e un serrato passa parola, hanno inondato il sito del comizio con un milione di fasulli ‘parteciperò’. Brad Parscale, capo delegazione elettorale di Trump, nel pubblicizzare l’evento ha sbandierato il gigantesco numero di adesioni, il presunto tutto esaurito del Bok Center. Il fallimento del comizio si è completato con infelice sortita trumpiana: “Faremo meno test di accertamento del Covid-19, perché fanno aumentare i contagi”. Anche chi è a digiuno di nozioni scientifiche capisce che l’obiettivo della cavolata era di impedire che i test rivelino lo spaventoso aumento di infetti negli Stati Uniti, dramma che influisce negativamente sull’immagine screditata del presidente. Un quaquaraqua della Casa Bianca, con intento di sminuire la gaffe ha fatto di peggio: “Trump scherzava”.  Scherzava? Mentre muoiono migliaia di americani?
Il primo gol interista  del dopo lock down è del gigante Romelu Menama Lukaku Bolingoli,   nazionale belganato ad Anversa,  di origini congolesi. Realizzato il gol, non ha festeggiato togliendosi la maglietta e neppure ricambiando l’abbraccio dei compagni. Si è inginocchiato e con il pugno levato al cielo ha manifestato, come è accaduto ovunque nel mondo, contro il razzismo, che negli Stati Uniti ha ucciso brutalmente George Floyd.
L’Italia, dopo la scoperta di essere terra di virologi oltre che di navigatori e poeti, deve aggiungere all’elenco di categorie utilizzate dai media anche i politologi, veri o spacciati come tali. Che meraviglia: un vip man, per anni silente, ora parla, anzi straparla e poiché esterna pensieri di destra è premiato con l’amplificazione della stampa amica.  Il tipo in questione è il gaudente Flavio Briatore, appassionato di Formula 1 e operatore internazionale nel mondo della ristorazione e dello spasso musicale da discoteca, per utenti con conti milionari in banca. Di recente si spende con lena in filippiche pepate e aggressive, caustiche, contro chi guida l’Italia in una delle sue stagioni più ardue. Ultimo exploit, enfatizzato dal “Giornale”, quotidiano di Berlusconi e dalla ‘Verità’, altra testata del leader di Forza Italia, da ‘Non è l’Arena’ di Giletti, destrorso televisivo, è l’appello per una petizione popolare che ‘chieda i danni al governo per aver distrutto il Paese’.  Il viveur all’italiana ironizza sull’importante rendez vous politico-economico degli Stati Generali: “Il grande Fratello di Villa Pamphilj, una specie di Festival di Sanremo, con Conte nei panni di Amadeus e la parte comica affidata ai ministri, chiusi come topi in una villa”. Le dichiarazioni, tra un ballo con la bella di turno, una coppa di champagne della migliore annata e un tete à tete con possibili partner finanziatori del suo giro d’affari. Il rsarcimento danni potrebbe chiederlo il governo, per compensare il danno di una maxi evasione fiscale di Briatore, indagato, processato e uscito indenne dalla vicenda giudiziaria solo perché il reato è stato prescritto.
Il dibattito non cadrà nel silenzio: indignazione dell’Anpi, che non intende  sia cancellata dal trascorrere del tempo l’offesa di Alessandro Grandi consigliere leghista di Copparo che il 25 Aprile, sul suo profilo Facebook, ha offeso  ‘Bella ciao’, canto della Resistenza. Il grave episodio non è stato mai censurato né discusso dal consiglio comunale per l’opposizione della destra.
Amsterdam, città di canali.  Oltre alla somiglianza con Venezia, perché tutta canali, è nota per il famosissimo quartiere ‘a luci rosse’. Dalle finestre delle case a livello della strada le prostitute adescano i passanti, ma con il protocollo della ‘clausura’ antivirus hanno subito le conseguenze della disoccupazione. Solo quelle che lavorano per il sesso a pagamento on proprio hanno ricevuto il sussidio del governo. Le altre sono dovute tornare nei Paesi d’origine.
Donne della “Rete umbra per l’autodeterminazione in piazza, a Perugia,  contro la delibera della governatrice leghista Tesei che impone di  somministrare la pillola abortiva solo se si accetta di rimanere tre giorni in ospedale, limite che nei fatti è uno stratagemma per non applicare la legge sull’aborto, dal momento che molte donne, soprattutto se non sposate, non vogliono che si sappia della loro difficile decisione e ricorrono all’aborto farmacologico in day hospital.

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