Ennesimo stop nella ricerca della verità sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena volato giù sette anni fa dal quarto piano di palazzo Salimbeni.
La procura di Genova, che da due anni indagava sulla pista dei “festini hard”, ha deciso di archiviare il fascicolo, trasmendo gli atti al Consiglio Superiore della Magistratura.
Il filone d’inchiesta era scaturito dalle dichiarazioni dell’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, che in alcune interviste aveva parlato di quei festini a luci rosse ai quali avrebbero preso parte politici, magistrati e pezzi grossi della Siena bene e non solo. Da qui è scaturita la querela di alcuni pm senesi, che si sono sentiti tirati in ballo. E l’apertura dell’inchiesta genovese, affidata al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e al sostituto Cristina Camaiori.
I quali hanno effettuato una serie di indagini e soprattutto hanno interrogato l’escort, che aveva rilasciato una lunga intervista alle Iene dove si parlava in dettaglio di quei festini. A quanto pare, pur confermando il contesto e la presenza ai quei festini di svariati vip, l’escort non sarebbe stato in grado di riconoscere con certezza i magistrati coinvolti nelle foto che sono state mostrate dai pm. In mancanza di tale riscontro al cento per cento, la procura ha optato per l’archiviazione.
A questo punto il quadro è davvero desolante, a testimonianza dello stato comatoso della giustizia di casa nostra, dove il minimo spiraglio di verità viene regolarmente negato ai cittadini.
A Siena, infatti, il caso è morto e sepolto, dopo ben due archiviazioni decise dagli inquirenti.
Muore adesso l’inchiesta di Genova.
Restano a questo punto in piedi solo i filoni a carico dell’ex sindaco Piccini e del giornalista delle Iene, Antonino Monteleone, appena rinviato a giudizio dai pm della procura di Torino, su denuncia di un consigliere del Monte dei Paschi di Siena peraltro mai nominato nei servizi delle Iene.
Ma siamo per caso su Scherzi a parte?
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