Si  predica bene, si razzola male

Di cosa scrivere in questa domenica di avvio della fase tre? Nessun problema. La cronaca, data un’occhiata alla grafica del Covid-19, racconta di un’ampia area del Sud virtuosa. In Campania e Calabria, Molise e Basilicata, focolai zero, in parallelo con Liguria, Umbria e Lazio. Svettano i dati peggiori di Lombardia (117), Piemonte (15), Emilia Romagna (16).
Il premier Conte, obiettivo di critiche bipartisan reagisce così: ‘Non ti curar di lor, ma guarda e passa’ e tira dritto sulla strada del che fare per il futuro dell’Italia // C’è bisogno di cure urgenti per gli italiani in povertà da coronavirus, esclusi da ogni forma di sussistenza e per i lavoratori del privato, vittime dell’insoluta farraginosità burocratica che ritarda all’infinito di accreditare i sussidi della cassa integrazione. // Spaventa la dimensione dello tsunami sanitario provocato nel mondo dal coronavirus e terrorizza, perché disumano, l’orientamento di Paesi disattrezzati a fronteggiare la pandemia, di scegliere chi curare e chi lasciar morire. // L’America, l’America di neri e bianchi, repubblicani e democratici, ricchi e poveri, s’inginocchia, in atteggiamento di commossa partecipazione al dolore della moglie e della piccola figlia di George Floyd, assassinato da un poliziotto. L’incredibile Trump, blindato nella Casa Bianca con la protezione di un muro che l’isola dall’esterno, peggior presidente degli Stati Uniti, incita la polizia a sparare sui manifestanti e condanna il gesto di chi contesta il razzismo inginocchiandosi. Povera America.
C’è poi una duplice opportunità di soddisfare l’impegno quotidiano della nota per Facebook e la propone la lettura di fattacci che mostrano la faccia sporca della destra.
Dunque: una quota istituzionale dell’Italia predica bene, ma razzola molto male. È l’asse democratico ‘politica-magistratura’, garante del dettato costituzionale che vieta rigurgiti fascisti, ma non assolve al compito di impedirli con interventi drastici di prevenzione e repressione. Così, favorisce per inerzia manifestazioni in pericoloso crescendo di violenza fascista. La sequela di episodi da stroncare sul nascere e invece impunemente reiterati, nella maggior parte dei casi è conseguenza della mancata severità operativa di magistratura e forze dell’ordine, ma non meno di passiva tolleranza della politica che dovrebbe impedire episodi come quello che ieri ha vissuto Roma, con le violenze di neofascisti subite dalle forze dell’ordine e dai giornalisti, in un clima da guerriglia, tra ‘duce, duce’ e saluti romani. Cos’altro deve succedere perché l’Italia tagli alla radice ogni estremismo fascista, come prescrive la Costituzione e la memoria del famigerato ‘ventennio’?
Giorgia Meloni, quella del mitico auto-selfie promozionale “Io sono Giorgia”, coltivala una serpe in seno, ma di quante altre non si avvede?  Roberto Rosso, è assessore (diritti civili!) nella giunta di destra del Piemonte, in quota Fratelli d’Italia, ma anche capogruppo in Consiglio comunale a Torino vicesindaco di Trino Vercellese, dopo aver compiuto il ‘salto della quaglia’ da parlamentare di Forza Italia all’accogliente neofascismo della Meloni. È finito in manette. È uno degli otto arrestati per ordine della Procura di Torino. Titolo dell’operazione: ‘Ruolo della criminalità organizzata (‘ndrangheta) ed elezioni regionali’. La Meloni, vittima di un disturbo gastrico (“Ho il voltastomaco”) si è affrettata a ‘cacciare’ da Fratelli d’Italia il bel tomo. Anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio, eletto dalla destra, si dice allibito: lui, poverino, era all’oscuro, non sapeva di avere in giunta un compratore di voti garantiti dalla mafia.  Rosso ha contrattato con i mafiosi il prezzo dei voti a suo a favore, come documentano le immagini di molti incontri con presunti esponenti della ’ndrangheta. È accusato di aver versato 7.900 euro dei 15.000 promessi per ottenere un pacchetto di voti. Il fantasioso pubblico ministero che si occupa del caso ha paragonato Rosso a Didio Giuliano, imperatore romano che comprò la carica dai pretoriani.
Il commento dei 5Stelle: ‘Roberto Rosso, assessore regionale del Piemonte, arrestato per scambio elettorale politico mafioso. Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, approdato di recente a Fratelli d’Italia, legato stabilmente al contesto di ‘ndrangheta massonica’, a disposizione dei boss Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno (Varese), accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’inchiesta Krimisa sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Lombardia. Giuseppe Caruso, presidente del consiglio comunale di Piacenza, coinvolto nell’operazione “Grimilde”, coordinata dalla Dda di Bologna. Alessandro Nicolò, ex capogruppo di Fratelli d’Italia alla regione Calabria, accusato di collusione con la cosca Libri’, eccetera, eccetera.
In carcere anche Mario Burlò, vice presidente nazionale delle Piccole e medie imprese. Di lui il gip di Torino dice che è pregiudicato, anche se riabilitato, il crocevia dei rapporti dei rapporti tra le due anime dell’organizzazione ed egli stesso a capo di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, a reati fiscali e al reimpiego di capitali di provenienza illecita. L’accusa, che è di associazione a delinquere di stampo mafioso, reati fiscali per 16milioni di euro.

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