‘Libero’? No, razzista.

Dispiace impegnare il word del computer per dire della spudorata e vile menzogna di chi che usurpa la qualifica di giornalista. Le successive righe di questa denuncia le merita chi ha recato danno alla professione l’arteriosclerotico Feltri che ha messo nero su bianco il frutto di farneticazioni da senilità in stato avanzato, aggravate da indecente razzismo. Nemmeno il peggio perché l’Italia della tolleranza ha assistito con pazienza democratica alla staffetta Sallusti, Belpietro, Feltri in cabina di regia del quotidiano di destra ‘Libero’, foglio libero, in piena epidemia da Covid-19, di titolare “L’infezione crea unità d’Italia, virus alla conquista del Sud”.
Questa mattina, cornetto e cappuccino devono essere andati di traverso a Feltri. Campania: è di diciotto (minimo storico) il numero di positivi al tampone. A Napoli due al Cotugno, otto al San Paolo, uno a Salerno, nessuno a Caserta, 1 alla Asl di Aversa-Marcianise, nessuno ad Avellino, tre all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. Nessuno nuovo ricovero in terapia intensiva da una settimana, nessun deceduto.
Lombardia: 35mila positivi, più di 13.000 i decessi. Piemonte 15.500 positivi, circa 3000 decessi; Emilia oltre 12.000 positivi, quasi 3.500 decessi; Veneto oltre 9.000 i positivi, 1.300 i decessi.  Ieri in Lombardia 920 nuovi positivi, e 56 morti. E la conquista del sud, auspicata da Feltri? In totale dall’inizio dell’epidemia 10.000 positivi e circa mille decessi tra Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia.
Conoscendo la debolezza della sua cistifellea, che più volte ha provocato consistenti travasi di bile, ittero e fegato in dimensione oltre la norma, chi frequenta professionalmente Feltri gli ha nascosto i dati drammatici dell’epidemia nel triangolo industriale e quelli da Napoli in giù, contenuti, esenti dalla “conquista del Sud” evocata. Gli esperti pronosticano altre coliche per il fondatore del quotidiano, che rischia la radiazione dalla categoria a causa dei ripetuti casi di istigazione al razzismo, e da ultimo per gli insulti alla gente del Sud laboriosa, determinante per l’economia delle regioni del Nord, inserita ai livelli più alti delle professioni, dell’imprenditoria, della cultura. “Inferiori” ha osato dire Feltri dei meridionali e non solo: “Prima o poi il Nord lascerà l’Italia. Attenzione manutengoli ingordi…correte il pericolo di non ciucciare più tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori”. E la minaccia: “Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata”. Da più parti l’indignazione si è manifestata con la richiesta di radiazione di Feltri, che la coppia Salvini-Meloni, a suo tempo, ha proposto come candidato alla presidenza della Repubblica. Chissà se il capo della Lega conserva uguale stima per il pennivendolo che ha pubblicato immagini porno di minorenni, ha insultato l’Islam, ha incassato risorse pubbliche spacciando il giornale per organo di un fantomatico Movimento Monarchico Italiano, ha pubblicato il dossier falso di Farina preparato dal Sismi contro per attaccare Romano Prodi e neio giorni scorsi, intervistato da Giordano  nel programma ‘Fuori dal coro’, ha vomitato la frase incriminata “Io non credo ai complessi di inferiorità, io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori”.
La Chiesa contro il decreto di Conte sulla fase 2, che non liberalizza la presenza di fedeli in chiesa per la messa o altre funzioni religiose. Violata la libertà di culto urlano gli alti porporati. Ragione o torto? I Vescovi e non è la prima volta, fingono di ignorare che l’Italia è uno Paese laico e include per caso lo Stato del Vaticano.
È un discrimine consentire al Paese di mettere il naso fuori dalla gabbia della pandemia, che rischia di provocare la più devastante crisi economica da sempre? Il ragionamento laico, del cattolicissimo premier, dovrebbe indurre il clero a cristiane riflessioni sull’evidente urgenza di far rinascere il sistema produttivo dell’Italia, seppure con mille cautele e la non emergenza di recarsi in chiesa. Si può pregare anche in clausura, in casa e seguire la messa da buoni cattolici in televisione (tutte le mattine la celebra Bergoglio, Rai1) senza venir meno alla militanza religiosa. Non è invece possibile frenare il disastro economico della produzione paralizzata senza l’avvio alla normalità dell’industria, del commercio, del tempo turismo. Se ne facciano una ragione i vertici del clero e Papa Francesco, oltre a guardarsi dal complottismo interno, fino alla minaccia di morte, spieghi che la tutela dal contagio può e deve rinviare il rinviabile nell’arduo percorso per tornare alla normalità.

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