POLTRONE DI STATO / IL GOLPE BIANCO

Ormai viviamo nella repubblica delle banane. Fradice.

Una vicenda di fondamentale importanza per la vita economica, sociale e soprattutto democratica del nostro Paese, come quella delle nomine nei grandi enti un tempo chiamati “di Stato”, adesso avviene di nascosto, di soppiatto, in una stanza.

E nessuno protesta, nessuno s’indigna. I media tacciono e scrivono una rituale paginetta con il nome di questo o di quello, confermati o freschi di nomina.

Un golpe bianco in piena regola, i più elementari principi della democrazia calpestati, una Costituzione diventata carta per avvolgere braciole e costolette.

Da vomito.

Può mai servire la scusa dell’emergenza coronavirus? Può essere mai utilizzata una simile pezza a colori per abrogare la democrazia con un colpo di spugna?

Cercano di giustificare lorsignori. “Sono stati riconfermati tutti i vertici veri per dare un segno di continuità ed evitare traumi, alcune novità solo tra le presidenze che sono più che altro di facciata”.

Fanno salti di gioia i renziani, dal momento che la precedente infornata era griffata Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Si accontenta il Pd, gongolano i 5 Stelle che possono mettere alcune bandierine sulla neo torta.

E chissà cosa succederà con le altre sotto-nomine nei cda e in organismi collaterali, un esercito da 400 senza alcun controllo, senza lo straccio di una verifica, senza il barlume di una minima discussione anche mediatica. Niente, il buio della peggiore dittatura sudamericana.

A proposito di Sud America, nell’inchiesta dedicata alla neo scalata di Carlo Bonomi al vertice di Confindustria – altra sceneggiata senza dibattito – facciamo riferimento alle inchieste della procura brasiliana e di quella milanese sullo scandalo Petrobras, la corruzione internazionale per la tangente del secolo che vede coinvolti anche i vertici Eni, ex (Paolo Scaroni) e attuale (Claudio Descalzi). Quest’ultimo è stato riconfermato, senza batter ciglio, sulla sua strategica poltrona.

Il nostro Paese era infetto ed è profondamente infetto. Malato. In stato comatoso. Ora la conferma.

Coronavirus a parte.


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