Come mai nessuno ha osato sollevare un dubbio sulla misteriosa morte di Maeve Kennedy Townsend McKean, la nipote di Bob Kennedy, e di suo figlio Gideon nelle acque del Maryland?
L’interrogativo sorge spontaneo, soprattutto dopo che la polizia locale ha certificato in fretta e furia la morte per annegamento, archiviandola come “morte presunta”.
Come mai nessun magistrato – fino ad ora – ha pensato di vederci più chiaro? Di verificare concretamente se tutto è andato proprio così?
Ben strana la dinamica. Maeve e il figlioletto si perdono per seguire un pallone tra le acque di Chesapeake Bay, a quattro chilometri da Shade Side, appunto nel Maryland, dove si trova la casa di sua madre.
Eppure Maeve non era una persona qualunque. Ha combattuto – e continuava a combattere – come avvocato per la salute, per l’ambiente. Ed ha ricoperto significative cariche nell’amministrazione pubblica e universitaria.
Sul primo fronte, ad esempio, ha svolto un ruolo strategico nei piani anti Aids allestiti dal Dipartimento per la Salute e i Diritti Umani sotto l’amministrazione di Barack Obama.
Fondamentale, poi, il suo impegno per promuovere la Global Health Initiative con la Georgetown University: un programma umanitario a 360 gradi, per tutelare la salute degli ultimi nei paesi in maggiore difficoltà.
Può aver dato fastidio a non pochi, la sua azione. Per garantire il diritto alla salute, contro gli interessi speculativi di Big Pharma.
Perché nessuno ha pensato di dare un’occhiata alle sue ultime battaglie? E a coloro ai quali può aver pestato i piedi?
nella foto Maeve Kennedy Townsend McKean
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