Coroneide-19

Bel tipetto la borgatara “Io sono Giorgia”, al secolo la Meloni, capoccia di Fratelli d’Italia. Sulla sua contiguità con la destra italiana, sempre più  radicata nel tessuto sociale e politico del Paese, punta il burattinaio straricco Bannon,  collettore di cifre pazzesche, raccolte dalla destra clericale e da altri potentati  finanziari dell’America che  ha portato all’elezione di Trump. L’obiettivo di Bannon, in parte deluso dall’approccio con la Lega, è di tingere di nero razzismo e di para-fascismo  sovranista il mondo occidentale.
In piena esplosione dell’epidemia da coronavirus, Lega e Fratelli d’Italia, ad evitare  contraccolpi in termini percentuali nella classifica stilata dai sondaggisti, simulano scelte di solidarietà e coinvolgimento acritico e dichiarano di mettere in parentesi la vis polemica di oppositori aggressivi. Il disegno di non indignare gli italiani, alle prese con le conseguenze del Covid-19  con atteggiamenti  polemici, non regge a lungo.  Salvini e la Meloni chiedono di non essere trattati come ‘inutili idioti’, ovvero di essere coinvolti nella gestione della crisi, ma contemporaneamente  pretendono che Conte vada a casa (la Meloni l’insulta chiamandolo “criminale”, ingiuria di cui si autoassolve definendolo una ‘quisquilia’ rispetto alla gravità dell’epidemia!) e, ‘tanto non costa niente’ tutti e due sparano cifre a ruota libera da investire a favore di imprese a famiglie: venti, trenta miliardi di euro. Perché non  cinquanta, cento, mille miliardi? L’intento è chiarissimo: porsi nei confronti di aziende e famiglie in difficoltà come generosi (inverosimili)  dispensatori  di benessere e insinuare che il governo non faccia abbastanza.
Come una tegola sulla testa di un incolpevole passante, il micidiale insulto del virus Covid-19 incombe sul presente e sul futuro prossimo del   governo, impegnato a far quadrare ‘risorse disponibili-domande di  risanamento finanziario del Paese-ripresa economica’. È proibito sottovalutare le conseguenze sanitarie e la paralisi dell’economia italiana indotte dal diffondersi del virus e dunque, in nome di trasparenza e verità (copyright del premier Conte), bene i bollettini dell’Istituto Superiore della Sanità, bene la divulgazione reiterata del decalogo dell’igiene antivirus, bene il consulto di eccelsi scienziati infettivologi per ottenere uno spettro ampio, autorevole di valutazioni; invece, riserve che sfiorano la censura per l’appropriazione ‘impropria’ dell’informazione operata da ogni segmento dei format televisivi di intrattenimento, che si agitano con finta competenza nelle insidie di un tema complesso e ancora parzialmente inesplorato dalla ricerca ed esibiscono opinioni, non di rado contrastanti, di una miriade di infettivologi, che spuntano dall’anonimato come funghi, o peggio, di cosiddetti opinionisti, seriali, assolutamente inabili a dissertare sul tema. Di tutto, di più e in particolare  lo straripamento di programmi televisivi di approfondimento che la Rai moltiplica in spazi inconsueti e diluisce in tempi  doppi, tripli. La critica alla saturazione comunicativa sul tema prescinde, ovvio, dal massimo rispetto per il livello di serietà richiesto dall’evento, che rischia di invadere il Pianeta, e include l’augurio che la ricerca non ritardi nel disporre di un efficace antagonista del coronavirus. L’appello al contenimento dello sparlare televisivo di virus ha un obiettivo palese: estromettere dal contesto della corretta informazione show girl quali sono Luciana Littizzetto, Lorella Cuccarini, la Balivo, Bianca Guaccero, la Carlucci, i loro partner al maschile, personaggi folcloristici di contorno, tuttologi inventati per fare ascolto. La pletora di bla-bla sul tema è una  delle cause di ansia e panico, o, all’opposto, di sottovalutazioni dell’epidemia.
C’è di  molto peggio. Tale Feltri (sì, lui, il tizio che dirige il quotidiano ‘Libero’, che in Tv esibisce il linguaggio forbito di parolacce e, insulti). A proposito di coronavirus non ha lesinato sputacchiate biliose ai suoi lettori.  Titoli recenti delle sue prime pagine: Lo hanno portato gli emigranti. Torna il colera a Napoli //  Gli immigrati  e il colera a Napoli. Ci risiamo //  Untori, violenti e terroristi. Ci risiamo / Dopo la miseria portano le malattie.
Di qui l’insopportabile disagio personale di comparire  nell’elenco dei giornalisti iscritti all’albo di categoria con ‘colleghi di così elevata levatura  professionale’.

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