Ha una coda avvelenata la sporca faccenda degli f35, micidiali aerei da bombardamento che l’America ci rifila con un costo che taglierebbe una bella fetta del debito italiano, o che consentirebbe di coprire finanziariamente l’avvio del reddito garantito ai senza lavoro. Sperando che la “pessima novità” passi inosservata, il governo Renzi smentisce se stesso e calpesta l’impegno di ridimensionare l’originale contratto per l’acquisto degli aerei supertecnologici, ma ancora in una fase di rodaggio piena di incognite. Come rivelano gli americani (e non il nostro governo), L’Italia ne stipula uno nuovo per altri quattro f35 (35 milioni di euro costa la caparra, mentre il prezzo finale per ciascuno dei bombardieri della Lockeed è di 150 milioni). Come sono costretti ad ammettere gli stessi costruttori, rimangono le perplessità sulla tecnologia di bordo, che continua a creare grattacapi non indifferenti. Il Pd è in evidente disagio e perfino il capogruppo della commissione competente chiede a Renzi di rispettare la decisione di ridurre i fondi previsti originariamente per l’intera operazione.
Non solo il Sud
Giustizia è fatta nei confronti di una lettura a senso unico, spesso malevola o comunque condizionata da una storica, negativa pubblicistica, che concentra nel Sud e nelle vicende di Napoli tutto il male della cattiva amministrazione e di comportamenti illegali. E’ il Piemonte sotto accusa per presunte irregolarità nell’elezione di Chiamparino a governatore della Regione. L’ipotesi è di firme false di alcune liste per il neo eletto presidente. La contestazione parte dalla Lega, sconfitta alle ultime elezioni regionali, che sarebbe in condizione di dimostrare la grave irregolarità del voto e Cota, ex presidente della Lega, chiede le dimissioni di Chiamparino, che prende tempo, anche in considerazione di quanto sostiene il suo legale sul numero ridotto di firme false, che non altererebbero il risultato elettorale.
Boeri e le pensioni
Tito Boeri, presidente dell’INPS, giudica il passivo di bilancio dell’ente privo di pericolosità e il suo ottimismo non può che contagiare i molti milioni di pensionati, compresi, anzi soprattutto, quelli costretti a sopravvivere con mensili di cinquecento euro e chi ha superato i 55 anni di età e ha perso il lavoro: l’impegno di Boeri è di inserirli in una rete di solidarietà che li sottragga alla povertà. Tra molti argomenti sul tappeto, il presidente dell’INPS inserisce anche l’ipotesi di un contributo da sottrarre agli assegni più “ricchi”, ma questo punto del progetto rimane nell’ombra, avvolto da nebulosità. A quanto ammonterebbe l’”esproprio”, (una tantum o permanente?), qual è il tetto per considerare ricca una pensione? Temi incandescenti si rapportano poi alla piaga del lavoro in nero (stimato in quasi un miliardo e mezzo di euro), la perdita esponenziale di valore del reddito, che per i più deboli economicamente è del 27 per cento, ma anche più drammatico il dato del cinquanta per cento di pensioni al di sotto dei 1.500 euro.
Immuni e impuniti
Il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio, Antonio Conte, è imputato per frode sportiva: avrebbe contribuito ad alterare il risultato dell’incontro Albinoleffe-Siena ed è in compagnia di altre centodue persone coinvolte nel maxiprocesso per gli incontri di calcio truccati dai manipolatori delle scommesse, da giocatori e allenatori. Per Conte non è ancora una condanna, ma la decisione della Federazione di ignorare l’accusa è da collocare nella generale mancanza di etica che il caso Conte omologa a quello di personaggi della politica che, indagati, o addirittura condannati, non fanno un passo indietro, spalleggiati dai rispettivi partiti e qualche volta dall’intero parlamento, cioè della casta che fa quadrato per autoproteggersi. Il mondo del calcio, almeno nelle sue componenti più ricche (sempre più spesso per imponenti iniezioni di dollari arabi o di nababbi asiatici) finge di non sentire le raccomandazioni a tenere i conti in ordine, con saldi in perfetta parità tra spese e incassi. Così il gioco (più bello del mondo?) diventa altro, dominato da chi può investire centinaia di milioni nella gestione diseconomica dei soliti club: la Juve di Agnelli, il Milan e l’Inter venduti allo straniero. Prima o poi si dovrà arrivare a due livelli del calcio giocato, uno europeo per i ricchi, che comprende alcune società inglesi e francesi, un altro, nazionale per squadre “normali”.
Nella foto il ministro Pinotti e Renzi
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