BANCHE GIALLE E BUCHI NERI. COME QUELLI TARGATI MONTE DEI PASCHI

Continua lo shopping cinese fra le praterie del mercato italiano. A base di banche & imprese. Freschissimi gli aumenti di capitale nelle pance dei più grossi istituti di credito del nostro paese. Prima Intesa, poi a ruota Unicredit e Monte dei Paschi. A sottoscriverli il colosso giallo People’s Bank of China, che così passa a detenere 1 miliardo circa nella prima e una cifra intorno agli 820 milioni nelle altre due. “Per Unicredit e Mps si tratta di una fetta che supera il 2 per cento del capitale – viene commentato a piazza Affari – quote finanziariamente non ingombranti, ma significative di un trend ormai ben preciso”.

Una strategia che non comincia oggi, e vede nel suo pedigree altre partecipazioni eccellenti, ad esempio Mediobanca e Generali. E un altro piatto forte è quello industriale, gli ex gioielli del nostro Paese ormai facili prede per investitori super liquidi. Eni, Enel, Terna, Saipem, Telecom Italia, con quote sempre attestate al 2 per cento, e per un totale azionario da oltre 5 miliardi di euro.

Non è affatto finita. Perchè sono in arrivo le mosse di China Construction Bank, che ha appena tenuto a battesimo il suo quartier generale a Milano, in concomitanza con la kermesse dell’Expo. E poi: il fresco passaggio di bandiera della storica Pirelli, con uno scettro del comando che passa dalle mani di Marco Tronchetti Provera al colosso giallo di ChemChina. L’altrettanto recente e massiccio ingresso – un terzo del capitale – di Shangai Electric nell’azionariato di Ansaldo Energia. Con una ciliegiona sulla torta. Un altro terzo di capitale che passa in mani cinesi, quelle di “State Grid Corporation of China”, colosso pubblico delle utility: la torta è Cdp Reti, ossia una strategica controllata della nostra Cassa Depositi e Prestiti. Un tassello – quello di CDP – sempre più importante nelle strategie renziane (fresche nomine comprese) sul fronte di una possibile “neo irizzazione” (sic) delle nostre disastrate economie.

Ma torniamo alle banche. E al Monte dei Paschi. Che oggi festeggia con il fiume giallo di euro pronto ad irrorare le sue casse. E appena ieri brindava per i 4 miliardi di euro recapitati, cash, dal nostro generoso Stato. Per la serie: rapini i risparmiatori, svaligi i contribuenti? Ok, lo stato ti ripiana. Succedono cose dell’altro mondo, ne combini di tutti i colori e dovresti essere commissariata? No problem, arriva Pantalone che paga. E di misteri è lastricata la recentissima storia targata Mps: dove – guarda caso – è volato giù dal palazzone dell’istituto senese, un anno e mezzo fa, il responsabile delle comunicazioni, Davide Rossi. Un caso, a quanto pare, subito archiviato…

Festeggia, oggi, il Monte dei Paschi, perchè suo è il Verbo per le prospettive di piazza affari post trauma greco. A pagina 4 di Repubblica di martedì 7 luglio, infatti, chi ti vanno a intervistare dopo il referendum che vivaddio ha mandato a quel paese la Troika, frau Merkel e i maggiordomi europei? Ma il pacioso Fabrizio Viola, amministratore delegato Mps, l’uomo del Monte, quello che che sta raccogliendo i milioni con la pala dal generoso stato italiano, e ora cinese. “Stiamo entrando in uno scenario inesplorato, anche per gli investitori”, profetizza la giovane marmotta, la Viola mammola del credito.

E festeggia, oggi, anche Luisa Stasi, primadonna del settore alberghiero. Brinda agli utili delle sue gemme della ricettività a cinque stelle, Hotel Garden spa, Hotel Italia spa e Villa Agostoli srl. Le sue suites viaggiano a gonfie vele, e forse grazie ai generosi prestiti concessi da Mps: 1 miliardo e 200 milioni a favore di Hotel Italia, mutuo fondiario da quasi 7 milioni e mezzo per Hotel Garden. Cin cin. Dimenticavamo solo un particolare: lady albergo è anche lady Mussari, l’ex presidente Monte Paschi e al vertice dell’Abi. Ma avrà mai pagato qualche “conto”, mister Mussari, per le allegre gestioni del credito? C’è qualche novità, sul fronte giudiziario?

 

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